''CARNEVALE DI GERTI'' di EUGENIO MONTALE
Data: Martedì, 24 febbraio 2009 ore 00:05:00 CET Argomento: Rassegna stampa
Il carnevale di Gerti
Eugenio Montale
Se la ruota si impiglia nel groviglio delle stelle filanti ed il cavallo s'impenna tra la calca , se ti nevica fra i capelli e le mani un lungo brivido d'iridi trascorrenti o alzano i bambini le flebili ocarine che salutano il tuo viaggio e i lievi echi si sfaldano giù dal ponte sul fiume se si sfolla la strada e ti conduce in un mondo soffiato entro una tremula bolla d'aria e di luce dove il sole saluta la tua grazia-hai ritrovato forse la strada che tentò un istante il piombo fuso a mezzanotte quando finì l'anno tranquillo senza spari.
Ed ora vuoi sostare dove un filtro fa spogli i suoni e ne deriva i sorridenti ed acri fumi che ti compongono il domani; ora chiedi il paese dove gli onagri mordano quadri di zucchero dalle tue mani e i tozzi alberi spuntino germogli miracolosi al becco dei pavoni.
(Oh , il tuo carnevale sarà più triste stanotte anche del mio , chiusa fra i doni tu per gli assenti:carri dalle tinte di rosolio , fantocci ed archibugi, palle di gomma , arnesi da cucina lillipuziani:l'urna li segnava a ognuno dei lontani amici l'ora che il gennaio si schiuse e nel silenzio si compì il sortilegio.E' carnevale o il dicembre s'indugia ancora?Penso che se muovi la lancetta al piccolo orologio che rechi al polso , tutto arretrerà dentro un disfatto prisma babelico di forme e di colori...)
E il natale verrà e il giorno dell'anno che sfolla le caserme e ti riporta gli amici spersi e questo carnevale pur esso tornerà che ora ci sfugge tra i muri che si fendono già.Chiedi tu di fermare il tempo sul paese che attorno si dilata?Le grandi ali screziate ti sfiorano , le logge sospingono all'aperto esili bambole bionde , vive , le pale dei mulini rotano fisse sulle pozze garrule. Chiedi di trattenere le campane d'argento sopra il borgo e il suono rauco delle colombe?Chiedi tu i mattini trepidi delle tue prode lontane?
Come tutto si fa strano e difficile come tutto è impossibile , tu dici. La tua vita è quaggiù dove rimbombano le ruote dei carriaggi senza posa e nulla torna se non forse in questi disguidi del possibile. Ritorna là fra i morti balocchi ove è negato pur morire;e col tempo che ti batte al polso e all'esistenza ti ridona, tra le mura pesanti che non s'aprono al gorgo degli umani affaticato, torna alla via dove con te intristisco quella che mi additò un piombo raggelato alle mie , alle tue sere: torna alle primavere che non fioriscono.
Nello scenario festoso del Carnevale all'improvviso un'eccezionale alterazione delle leggi fisiche crea uno strana situazione.Una donna, di nome Gerti, creatura di un'altra razza, esule in terra straniera, vede le stelle filanti impigliarsi tra le ruote di una carrozza e, come per magia, bloccarle. Questo è il segnale. La vita ordinaria, quella dominata da un tempo monotono e sempre uguale, si interrompe, i piani temporali si intersecano. è Carnevale o dicembre?
Così Gerti, da sempre costretta a vivere vittima del suo tempo, d'improvviso lo domina e diventa signora del suo destino; i suoi balocchi si rianimano miracolosamente, riportandola all'infanzia. E allora Gerti immagina le campane d'argento del suo borgo, i mattini trepidi della sua terra lontana...
Ma è solo un attimo. Tutto si fa strano e difficile, tutto è impossibile. La vita di sempre torna e si accampa sopra i "disguidi del possibile". Il tempo batte al polso di Gerti e la fa ripiombare in un'esistenza gelida nel "gorgo degli umani affaticato", alle primavere che non fioriscono.
Silvana La Porta
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