L’assessore regionale Antinoro ha firmato e trasmesso a Roma il Piano di dimensionamento: Quarantatré istituti perderanno l’autonomia; 19 le «new entr
Data: Venerdì, 20 febbraio 2009 ore 15:33:31 CET
Argomento: Rassegna stampa


PALERMO. Ridisegnata la mappa della scuola pubblica nell’Isola. L’assessore regionale alla Pubblica istruzione e ai Beni culturali e ambientali, Antonello Antinoro, ha firmato ieri il piano di dimensionamento degli istituti che è stato già trasmesso a Roma, al ministero dell’Istruzione per avviare una concertazione con lo Stato. Il piano passerà infatti anche al vaglio dei tecnici del ministro Maria Stella Gelmini.

Nel dettaglio, saranno 43 le scuole che perderanno l’autonomia a favore di 19 nuove istituzioni suddivise in quindici centri provinciali di istruzione per gli adulti. Si tratta cioè del potenziamento delle scuole serali che permetteranno agli adulti che vogliono proseguire nel cammino dell’istruzione, di potere andare avanti e di seguire corsi anche alla sera, al termine del lavoro.

Il piano prevede inoltre la creazione di quattro nuove istituzioni che nasceranno per effetto o degli sdoppiamenti previsti o grazie alla concessione di nuove autonomie. In sintesi ci saranno in tutta l’Isola, 24 presidi scolastici in meno con altrettante segreterie. «Non ci saranno licenziamenti – si affretta ad assicurare l’assessore Antinoro –; il personale impegnato nelle segreterie che verranno accorpate sarà infatti riciclato. I tagli che riguardano i docenti sono invece quelli previsti dal ridimensionamento dei finanziamenti alla scuola, secondo quanto è stato a suo tempo stabilito dal decreto Gelmini».

Secondo l’assessore, dunque, il provvedimento è stato studiato per difendere il sistema scolastico della Sicilia che rappresenta un punto fermo nella dinamica della formazione degli studenti. «Nell’Isola più che altrove – chiarisce Antinoro – la scuola ha una funzione di primaria importanza perché ricopre un ruolo di garanzia per l’educazione e per il rispetto dei valori quali l’educazione e la legalità».

Il piano, infatti, tocca marginalmente gli istituti che si trovano nelle province, in aree cioè più svantaggiate e concentra le sue modifiche essenzialmente nelle aree metropolitane. Basti pensare che su Palermo, per esempio, saranno 13 le direzioni didattiche interessate, mentre in provincia, a subire degli accorpamenti saranno solo le direzioni didattiche di scuole che si trovano a Corleone e Roccamena. Situazione analoga su Catania dove gli istituti interessati, in centro, saranno una ventina, mentre il provincia saranno coinvolti solo gli istituti di due paesi, Caltagirone e Gravina di Catania.

E se a Enna a subire il piano saranno solo due plessi di Piazza Armerina, a Messina città interessate saranno undici scuole, mentre in provincia due sole scuole che si trovano a Tortorici e Pace del Mela. «Ciò significa – continua l’assessore regionale – che non ci saranno chiusure di istituti, né perdita di autonomia rispetto al passato». «Oggi – prosegue Antinoro – grazie alla nostra potestà legislativa e attraverso la legge 6 del 2000 sull’autonomia scolastica, siamo riusciti a garantire il servizio sull’intero territorio. Se qualche modestissima penalizzazione vi è stata, quest’ultima riguarda le grandi metropoli e non certamente le piccole comunità dove verrà garantita l’istruzione scolastica. Riteniano infatti che l’istruzione sia un pilastro per le famiglie e pertanto non avremmo potuto togliere ai piccoli Comuni e nelle zone più disagiate un presidio importante come quello garantito dalla scuola».

«L’azione dell’assessore è discutibile sotto il profilo del merito delle proposte ed è scorretto per il metodo adottato»: replica però Giusto Scozzaro, segretario generale della Flc Cgil siciliana. «Così forse si accontenta qualcuno, ma non si governa il sistema dell’istruzione in maniera condivisa».

GIUSY CIAVIRELLA (da www.lasicilia.it)

 

 

Varato il piano, a Catania 22 interventi

 

 

Ieri l’assessore regionale ai Beni Culturali, ambientali e alla Pubblica Istruzione, Antonello Antinoro, ha firmato il piano di dimensionamento scolastico in Sicilia che è stato già trasmesso a Roma, presso il Ministero dell’Istruzione per una concertazione con lo Stato. «La Sicilia grazie alla nostra potestà legislativa e attraverso la legge 6 del 2000 sull’autonomia scolastica, è riuscita a garantire il servizio scolastico sull’intero territorio. Se qualche modestissima penalizzazione vi è stata riguarda le grandi metropoli e non le piccole comunità dove verrà garantita l’istruzione scolastica. Riteniamo che l’istruzione scolastica sia il pilastro della cultura e della legalità e pertanto non abbiamo e non avremmo mai potuto togliere ai piccoli comuni e nelle zone più disagiate presidi importante come la scuola». A tal proposito «soddisfazione» è stata espressa dall’assessore alla Pubblica Istruzione Sebastiano Arcidiacono «per l’inserimento, sebbene in extremis, di sette scuole catanesi nel piano di dimensionamento e razionalizzazione della rete scolastica. Il tavolo tecnico, da cui è scaturito il piano, svoltosi presso l’assessorato regionale della Pubblica istruzione a Palermo, aveva in un primo tempo escluso le scuole catanesi. Soltanto un immediata richiesta, supportata da una delibera della Giunta Stancanelli e sostenuta con un ordine del giorno siglato da tutti i capigruppo consiliari, ha permesso un riscontro positivo da parte della Regione e, in particolare, dell’assessore Antinoro. Le verticalizzazioni ottenute sono 7 e riguardano le scuole Caronda, Deledda, Montessori, Tempesta, San Giorgio, San Giovanni Bosco e Battisti. «Avremmo preferito - afferma Arcidiacono - istituire nuove autonomie scolastiche ma il rispetto della norma non l’ha consentito. Il piano di razionalizzazione della rete scolastica avrà un senso se accanto ai risparmi che ne deriveranno, ci saranno gli investimenti di cui la scuola ha bisogno per rendere un servizio di qualità».

(da www.lasicilia.it)







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