PALERMO. Ridisegnata la mappa della
scuola pubblica nell’Isola. L’assessore
regionale alla Pubblica istruzione e ai
Beni culturali e ambientali, Antonello
Antinoro, ha firmato ieri il piano di dimensionamento
degli istituti che è
stato già trasmesso a Roma, al ministero
dell’Istruzione per avviare una
concertazione con lo Stato. Il piano
passerà infatti anche al vaglio dei tecnici
del ministro Maria Stella Gelmini.
Nel dettaglio, saranno 43 le scuole
che perderanno l’autonomia a favore
di 19 nuove istituzioni suddivise in
quindici centri provinciali di istruzione
per gli adulti. Si tratta cioè del potenziamento
delle scuole serali che
permetteranno agli adulti che vogliono
proseguire nel cammino dell’istruzione,
di potere andare avanti e di seguire
corsi anche alla sera, al termine
del lavoro.
Il piano prevede inoltre la creazione
di quattro nuove istituzioni che nasceranno
per effetto o degli sdoppiamenti
previsti o grazie alla concessione
di nuove autonomie. In sintesi ci
saranno in tutta l’Isola, 24 presidi scolastici
in meno con altrettante segreterie.
«Non ci saranno licenziamenti – si
affretta ad assicurare l’assessore Antinoro
–; il personale impegnato nelle
segreterie che verranno accorpate
sarà infatti riciclato. I tagli che riguardano
i docenti sono invece quelli previsti
dal ridimensionamento dei finanziamenti
alla scuola, secondo
quanto è stato a suo tempo stabilito
dal decreto Gelmini».
Secondo l’assessore, dunque, il
provvedimento è stato studiato per
difendere il sistema scolastico della
Sicilia che rappresenta un punto fermo
nella dinamica della formazione
degli studenti.
«Nell’Isola più che altrove – chiarisce Antinoro – la scuola ha una funzione
di primaria importanza perché
ricopre un ruolo di garanzia per l’educazione
e per il rispetto dei valori quali
l’educazione e la legalità».
Il piano, infatti, tocca marginalmente
gli istituti che si trovano nelle province,
in aree cioè più svantaggiate e
concentra le sue modifiche essenzialmente
nelle aree metropolitane. Basti
pensare che su Palermo, per esempio,
saranno 13 le direzioni didattiche interessate,
mentre in provincia, a subire
degli accorpamenti saranno solo
le direzioni didattiche di scuole che si
trovano a Corleone e Roccamena.
Situazione analoga su Catania dove
gli istituti interessati, in centro, saranno
una ventina, mentre il provincia
saranno coinvolti solo gli istituti di
due paesi, Caltagirone e Gravina di
Catania.
E se a Enna a subire il piano saranno
solo due plessi di Piazza Armerina,
a Messina città interessate saranno
undici scuole, mentre in provincia due
sole scuole che si trovano a Tortorici e
Pace del Mela. «Ciò significa – continua
l’assessore regionale – che non ci
saranno chiusure di istituti, né perdita
di autonomia rispetto al passato».
«Oggi – prosegue Antinoro – grazie
alla nostra potestà legislativa e attraverso
la legge 6 del 2000 sull’autonomia
scolastica, siamo riusciti a garantire
il servizio sull’intero territorio. Se
qualche modestissima penalizzazione
vi è stata, quest’ultima riguarda le
grandi metropoli e non certamente
le piccole comunità dove verrà garantita
l’istruzione scolastica. Riteniano
infatti che l’istruzione sia un pilastro
per le famiglie e pertanto non
avremmo potuto togliere ai piccoli
Comuni e nelle zone più disagiate un
presidio importante come quello garantito
dalla scuola».
«L’azione dell’assessore è discutibile
sotto il profilo del merito delle
proposte ed è scorretto per il metodo
adottato»: replica però Giusto Scozzaro,
segretario generale della Flc Cgil siciliana.
«Così forse si accontenta qualcuno,
ma non si governa il sistema
dell’istruzione in maniera condivisa».
GIUSY CIAVIRELLA (da www.lasicilia.it)
Varato il piano, a Catania 22
interventi
Ieri l’assessore regionale ai Beni Culturali,
ambientali e alla Pubblica Istruzione,
Antonello Antinoro, ha firmato il piano di
dimensionamento scolastico in Sicilia che
è stato già trasmesso a Roma, presso il
Ministero dell’Istruzione per una
concertazione con lo Stato. «La Sicilia
grazie alla nostra potestà legislativa e
attraverso la legge 6 del 2000
sull’autonomia scolastica, è riuscita a
garantire il servizio scolastico sull’intero
territorio. Se qualche modestissima
penalizzazione vi è stata riguarda le
grandi metropoli e non le piccole
comunità dove verrà garantita l’istruzione
scolastica. Riteniamo che l’istruzione
scolastica sia il pilastro della cultura e della
legalità e
pertanto non
abbiamo e non
avremmo mai
potuto togliere ai
piccoli comuni e
nelle zone più
disagiate presidi
importante come
la scuola».
A tal proposito
«soddisfazione» è
stata espressa
dall’assessore alla Pubblica Istruzione
Sebastiano Arcidiacono «per
l’inserimento, sebbene in extremis, di
sette scuole catanesi nel piano di
dimensionamento e razionalizzazione
della rete scolastica. Il tavolo tecnico, da
cui è scaturito il piano, svoltosi presso
l’assessorato regionale della Pubblica
istruzione a Palermo, aveva in un primo
tempo escluso le scuole catanesi. Soltanto
un immediata richiesta, supportata da
una delibera della Giunta Stancanelli e
sostenuta con un ordine del giorno siglato
da tutti i capigruppo consiliari, ha
permesso un riscontro positivo da parte
della Regione e, in particolare,
dell’assessore Antinoro. Le
verticalizzazioni ottenute sono 7 e
riguardano le scuole Caronda, Deledda,
Montessori, Tempesta, San Giorgio, San
Giovanni Bosco e Battisti.
«Avremmo preferito - afferma Arcidiacono
- istituire nuove autonomie scolastiche
ma il rispetto della norma non l’ha
consentito. Il piano di razionalizzazione
della rete scolastica avrà un senso se
accanto ai risparmi che ne deriveranno, ci
saranno gli investimenti di cui la scuola ha
bisogno per rendere un servizio di
qualità».
(da
www.lasicilia.it)