Un professore su 7 non fa lezione
Data: Giovedì, 19 febbraio 2009 ore 17:04:26 CET
Argomento: Opinioni


ASSENZE, ESONERI, COMANDI, SUPPLENZE: UN TORMENTONE SENZA FINE

Considerato che il Ministro Gelmini ci ha comunicato che non ci sono soldi per le supplenze e per il personale, che non ce sono per il fondo d’Istituto e per gli Esami di Stato, che non ce ne sono per i contratti, che bisognerà tagliare il 17% del personale ATA, come se questo sovrabbondasse, che occorre aumentare il numero degli studenti per classe e chiudere le scuole piccole, abbiamo provato a elaborare i dati relativi al personale fuori organico che non lavora in classe: vi illustriamo i risultati di questo studio, la cui fonte primaria sono il MIUR per quanto riguarda l’organico 2006/2007 e i dati de l’Organisation de Coopération  et de développement Economiques “Regards sur l’Education 2007”.

 

 

Valutazione dei risultati e metodiche seguite.

  • Dalla scheda sopra illustrata si rileva che a fronte di circa 74.500 supplenti si registrano circa 142.500 docenti assenti per esoneri, malattia, ferie, permessi etc.
  • Ogni mattina i dirigenti scolastici italiani si trovano a dover sostituire 68.000 assenti (in media 6 in ogni scuola) con ore eccedenti (supplenze di un’ora a pagamento prestate da docenti che hanno volontariamente dato la disponibilità). Il che è praticamente impossibile, per cui bisogna accorpare le classi, lasciarle incustodite o rimandarle a casa.
  • Sarebbe sufficiente eliminare le compresenze e gli esoneri per reperire 93.000 docenti da rimandare in classe e utilizzare così risorse per aumenti di stipendio. Inoltre non sarebbe più necessario tagliare gli organici e aumentare il numero di studenti per classe.
  • L’elaborazione dell’ASASI si basa sui dati ufficiali pubblicati dal MIUR relativi all’anno scolastico 2006/2007 (sono gli ultimi sul sito del Ministero). Il nostro lavoro è stato di riportare a cattedre orario i congedi orari o giornalieri: per esempio trasformare i permessi orari dei RLS in unità di personale mancante: se in ognuna delle 10.400 scuole ci sono 1,2 Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (nelle scuole con più di 900 alunni sono tre), e ciascuno fruisce di 40 ore di permesso sindacale e le ore complessive svolte da un docente in un anno sono 594, si ricava che il costo per la sostituzione degli RLS equivale a 840 cattedre di docenti assenti: l’ARAN, nel concedere in sede di contratto questi esoneri, non ha pensato né a come operare la sostituzione, né a come pagarla.
  • Dalla elaborazione dei dati emerge con chiarezza che la legge 104 ha un impatto fortissimo sulle assenze, in quanto corrisponde a 10.200 cattedre, altrettanto la concessione del diritto allo studio che corrisponde all’assenza di 5.358 docenti.
  • Dalla tabella risulta invece che le assenze per gravidanza non hanno una forte incidenza sull’assenteismo. Questa realtà è dovuta al fatto che i docenti in servizio con meno di 39 anni sono 79.408 e i docenti con più di 40 anni sono 622.126: una età media notevolmente “vecchia”.
  • Il tasso di assenteismo dell’8% è riferito al giugno 2007, quindi prima degli interventi del ministro Brunetta. È lecito supporre, in assenza di dati certi ministeriali (i proclami. “ho abbattuto l’assenteismo del 50%” lasciano il tempo che trovano) che l’assenteismo sia sceso in una prima fase al 6%, ma oggi che i docenti hanno capito che le trattenute sono irrisorie, dell’ordine di grandezza di 3 o 4 euro al giorno,  la percentuale torna a salire. Di contro le spese per visite fiscali sono così elevate da ridurre i benefici economici correlati. Sarebbe stato meglio aumentare le trattenute, evitare l’obbligatorietà delle visite fiscali assegnandone la discrezionalità ai dirigenti scolastici. Infatti le supplenze temporanee non sono pagate dal Tesoro, ma dai bilanci dell’istituto e i presidi hanno tutto l’interesse a esercitare i dovuti controlli per evitare di andare in scopertura sulle giacenze di cassa.
  • Gli effetti delle assenze per ferie, permessi, assemblee sindacali in orario di lezione, legge 104, esoneri per diritto allo studio hanno effetto devastante sulla didattica e sull’erario in quanto, da soli (quattro tipologie di assenze su venti), rappresentano 66.671 docenti assenti su 85.254.
  • In proporzione la situazione è analoga per il personale ATA.
  • Le leggi e i contratti degli ultimi anni sono stati pensati senza tener conto della copertura finanziaria dei benefici individuali, concorrendo alla disarticolazione della continuità didattica.
  • Gli esoneri della RSU probabilmente sono sovrastimati in quanto è possibile che non tutti i Rappresentanti fruiscano completamente delle ore di permesso disponibili. Per contro i dati della L. 104 potrebbero essere sottostimati in quanto statisticamente si fruisce del giorno libero in occasione di un impegno giornaliero di quattro o cinque ore, e non quando l’orario prevede una o due ore di lezione.
  • L’attuale linea ministeriale che prevede di conservare gli esoneri e si propone di tagliare il personale tecnico, amministrativo e i bidelli, è in pratica un suicidio programmato in quanto le scuole già non riescono a dare adempimento agli attuali carichi di lavoro.
  • Il ministro si propone di tagliare 700 dirigenti scolastici, 80.000 docenti e 40.000 ATA in tre anni. Sarebbe sufficiente eliminare gli 85.254 esoneri, permessi e ferie durante le attività didattiche, (ferie e permessi potrebbero essere sostituiti da un  cambiamento del giorno libero), le 49.107 compresenze, l’abbattimento di un 2% di assenze per malattia e quindi 14.030 assenze in meno, per evitare i tagli e reperire le risorse per cospicui aumenti di stipendio selettivi.
  • L’inchiesta sulla scuola di Pietro Iacona mandata in onda su RAI3 domenica 8 febbraio alle ore 21,30 ha mostrato fino in fondo il crollo di autorevolezza della scuola statale, la profonda corruzione che permea le scuole paritarie non religiose, il disinteresse nel meridione della politica, delle istituzioni e degli enti locali nei confronti della scuola. Il confronto con la Svezia, dove esiste il principio di responsabilità individuale, un sistema di reclutamento molto più serio di quello nostro e la carriera per i docenti, è stato per noi impietoso.
  • Segnaliamo infine che l’Italia spende per studente € 7.303 annui contro una media OCSE di € 6.682 e che il salario iniziale di un professore del II ciclo in Italia è di € 22.923 contro una media OCSE di € 27.353.

Roberto Tripodi

 

 

 







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