''RICREAZIONE'': LA PROFESSORESSA, I CAVALLIERI E LE MARGERITE
Data: Giovedì, 19 febbraio 2009 ore 11:29:30 CET
Argomento: Opinioni


LA PROFESSORESSA, I CAVALLIERI E LE MARGERITE
 
Ma perché una volta già in terza elementare la scuola insegnava a leggere e a scrivere correttamente e oggi nemmeno al liceo si può ritenere acquisita una vera e propria competenza linguistica? Come mai gli alunni farciscono i loro scritti di orrori grammaticali, mentre un tempo la calligrafia si accompagnava all’ortografia?
Da più parti si tentano mille spiegazioni, tutte certamente valide e nessuna definitiva: sarà il computer, saranno i messaggini, sarà che, come scriveva qualche tempo fa il linguista Raffaele Simone nel suo saggio “La terza fase”, stiamo assistendo a un lento declino della parola scritta e a un graduale ritorno all’oralità: fatto sta che, quando si prende la penna in mano, i ragazzi annaspano, incespicano, addirittura soffrono proprio, e non se la cavano affatto.
Ed è triste, perché non sapere scrivere correttamente implica spesso l’emergere di pensieri tanto ma tanto carini, traboccanti di affetto, ma talmente sconnessi da far paura. E genera spesso negli insegnanti sgomento, ma anche tenerezza. Qualche giorno fa un alunno di prima media si è avvicinato alla cattedra e ha consegnato alla mia collega una busta, accuratamente sigillata, con una intestazione molto chiara: “Per la prof. Torisi”. Torisi? Ha pensato la collega, ma io non mi chiamo Torrisi con due erre?
Malgrado questo piccolo particolare la professoressa apre la busta con una certa emozione, una lettera fa sempre piacere, chissà cosa vorrà dirmi. Poi legge: “La prof. Torisi e bella e brava, io sono il suo cavalliere e lei e la mia principessa.” Che bel pensiero, Dio mio, io la dama e lui il cavaliere, che carino…ma quanti accenti mancano sulle “e”?! Dunque prosegue la lettura: “Le rose sono rosse, i tulipani sono rosse, le viole sono blu, le margerite sono di tutti i colori.”
Accidenti, che romanticismo, che delizia, ma i tulipani non dovrebbero essere rossi e  le margerite… margherite?
Infine la conclusione: “Da Nunzio, il suo cavalliere.”
Grazie, davvero, mio cavalier servente. Peccato per l’ortografia, ma che cosa possiamo farci se la scuola oggi è piena di cavallieri e di margerite? Basta il concetto, davvero. Grazie comunque.

SILVANA LA PORTA











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