LE ERESIE MEDIEVALI
Data: Mercoledì, 18 febbraio 2009 ore 00:05:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


Barbara Garofani

Le eresie medievali

Carocci, 2008, 145 pp., 13,50 euro.

Il volume, dedicato alla storia delle eresie medievali da Barbara Garofani, si costituisce come un prezioso contributo di sintesi e di approfondimento per chi voglia orientarsi nell’ambito delle variegate e contrastanti ricerche, interpretazioni e prospettive di studio dedicate, soprattutto nel corso del Novecento, allo studio delle eresie medievali.

La studiosa che si è già contraddistinta, oltre alle ricerche specialistiche, per numerose riflessioni e contributi dedicati al rapporto tra storia, divulgazione scientifica e didattica della storia consegna ai lettori una calibrata ricostruzione del quadro storico in cui si sviluppano le differenti esperienze religiose considerate come eretiche dalla Chiesa romana, che tiene conto dei più significativi criteri di metodologia storica elaborati dalla storiografia: la definizione concettuale dell’eresia, con ampia attenzione al carattere teologico e ideologico di tale categorizzazione, la relazione tra costruzione dei fatti e interpretazione, la delicatezza dell’approccio alle fonti, per la più parte di origine ecclesiastica, la scansione periodizzante, che tiene conto delle cesure e delle trasformazioni che si possono intravedere nel millenario percorso in cui si distende la riflessione e l’azione della Chiesa romana, dalle sue origini fino alla frattura protestante: dal dibattito teologico, in particolare ecclesiologico e cristologico, elaborato nei primi secoli cristiani all’elaborazione canonistica che si sviluppa tra XI e XIII secolo in sintonia con una più definita affermazione del primato papale, fino agli effetti di repressione giudiziaria, in esplicito accordo con il potere politico, che culmina nella formulazione dell’eresia come crimine politico e nella nascita dell’inquisizione.

In particolare, la studiosa, pur ricostruendo le premesse tardo-antiche e alto-medievali di tale processo, concentra la sua attenzione soprattutto sui secoli centrali del medioevo, avendo cura di presentare i singoli gruppi religiosi - tra questi gli umiliati, i valdesi, i catari, fino alle esperienze di religiosità femminile autonome o operanti all’interno di questi gruppi religiosi - tanto per le peculiarità storiche che contraddistinguono ogni singola esperienza, quanto per la gamma di interazioni che intessono di fatto, tra attrazione e repressione, nei confronti della Chiesa romana: critica, dialogo, opposizione, riconciliazione, rottura e antagonismo.

Il merito principale del volume sta proprio nel rilanciare a un pubblico di lettori non specializzati alcune delle acquisizioni maturate dalle ricerche della seconda metà del Novecento - un nome per tutti per quanto riguarda il contributo italiano al dibattito internazionale è quello di Grado Giovanni Merlo - che hanno cercato di decostruire gli schemi storiografici degli studi precedenti, inevitabilmente sollecitati da istanze ideologiche e ecclesiologiche che sovente condizionavano anche gli esiti, per accostarsi il più possibile all’identità storica di ogni singola formazione religiosa; fuoriuscendo quindi tanto dalla trappola della polemica controversista tra le chiese, che pure è al’origine per un primo interesse alla storia delle eresie, quanto da quella della contrapposizione ideologica tra contrastanti correnti di pensiero che ha riguardato il tema delle eresie soprattutto durante il cosiddetto ‘secolo breve’.

Il libro ripropone, inoltre, nella sua parte finale, quel nesso tra tendenze eterodosse e tensioni profetiche che, presente in tutta la storiografia novecentesca sull’argomento, si costituisce come la chiave d’ingresso per comprendere le necessità di trasformazione del ‘modo religioso di esserci’, avvertite, progettate e sperimentate nella storia del cristianesimo occidentale tra XI e XVI secolo. Se ne consiglia la lettura a studenti, docenti, operatori culturali e lettori di buona storia anche per altri due meriti: una scrittura dosata e semplice che poco concede alle tentazioni iper-interpetative; e l’equilibrata ricerca di una strada percorribile, in tempi in cui le librerie sono ingolfate da ricostruzioni fantasiose e immaginifiche sull’argomento più attinenti alla fantastoria che una seria riflessione sulle fonti, nella trasmissione del sapere storico. Si deve infine rilevare che tali peculari caratteristiche del testo di Barbara Garofani possono aver tratto vantaggio anche dalla sua esperienza come docente all’interno delle Scuole di formazione per l’insegnamento secondario, istituzione attualmente sospesa in attesa di future progettazioni da parte delle autorità competenti. Qualora si voglia un giorno tracciare un bilancio su quest’esperienza, a prescindere dai nuovi strumenti che si vorranno introdurre, penso che la valutazione di questo tipo di produzione scientifica possa essere uno degli ambiti su cui varrebbe la pena di cominciare a riflettere.







Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-14392.html