ESAMI E VOTO IN CONDOTTA
Data: Lunedì, 02 febbraio 2009 ore 16:28:22 CET
Argomento: Rassegna stampa


Pasquale Almirante nella sua rubrica sul quotidiano La Sicilia affronta il problema del voto in condotta, che dovendo essere considerato nel calcolo della media dei voti degli studenti porterebbe a falsare la valutazione del profitto degli stessi. Ad ogni modo dovranno essere i consigli di classe a decidere cosa fare. (da www.lasicilia.it)

 

Tempo di scrutini a scuola e giornate di ansia, non solo per gli alunni e le loro famiglie, ma anche per i professori che con un voto numerico dovranno giudicare gli allievi, sia in ordine al profitto, e sia al comportamento che la recente legge n. 169/2008 ha riproposto in termini più rigorosi.

Paradossalmente il dibattito più che incentrarsi sul valore assegnato al voto per ogni materia, si dilunga su quello in condotta che se risulta inferiore a 6 decreta l’automatica bocciatura.

Sarà forse questo spauracchio il concime che sviluppa le discussioni, mentre quell’altro intorno ai criteri, agli strumenti e ai parametri adottati per giudicare gli apprendimenti inaridisce nel cantuccio. A questa già di per sé poco chiara giurisprudenza si è aggiunta ora la valutazione del comportamento cosicché il consiglio di classe "in presenza di comportamenti di particolare e oggettiva gravità" può non ammettere l’allievo "alla classe successiva o all’esame conclusivo del ciclo di studi".

Tuttavia per attribuire un voto inferiore a 6 ci deve essere una sospensione dalle lezioni superiore a 15 giorni, a meno che non si siano accertati segnali di ravvedimento. In altre parole: se l’alunno ha capito la punizione e si è pentito con tutto il cuore l’insufficienza in condotta non va attribuita. Il ministro però in Tv sembra abbia chiarito che questo paletto sarà tolto, ma non toglierà l’altro e più contorto col quale il voto in condotta "concorre" alla media complessiva. C’è però qualche difficoltà soprattutto per le V classi delle superiori con l’ammissione agli esami di stato. Facciamo un esempio, esaminando due ragazzi che abbiano uno la media del 5,5 in tutte le discipline e 6 in condotta; e un altro che abbia una media del 5,0, e magari una grave insufficienza, ma con 10 in condotta: che fare?

Ancora una volta il ministero scarica tutte le responsabilità sui docenti ai quali invece avrebbe dovuto spianare la strada evitando questa norma che sfalsa l’idea che il voto (già di per sé orientativo) imprime alla valutazione dell’alunno che può essere brillante ma mascalzone oppure tonto ma educato.

Con ogni verosimiglianza si aspetta sempre che sia la giungla della vita ad assumersi il compito di selezionare ciò che la scuola, con le sue frastagliate regole, non riesce ancora a fare del tutto e soprattutto per tutti i suoi condomini.

PASQUALE ALMIRANTE (da www.lasicilia.it)







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