''GLI INSEGNANTI SONO ABBANDONATI DA DIO E DAGLI UOMINI''
Data: Luned́, 02 febbraio 2009 ore 00:05:00 CET
Argomento: Opinioni


SCUOLA: E' SEMPRE PIU' UNA PRIMA LINEA PER INSEGNANTI / ANSA
E INTANTO DIVAMPA POLEMICA SU VOTO CONDOTTA
(ANSA) - ROMA, - Mentre divampa la polemica sul voto
in condotta, o meglio sul timore di un suo uso improprio
(sventolato come un'arma per comprimere la liberta'
d'espressione o passaporto per le gite scolastiche), insegnare,
in alcuni contesti, e' diventato un lavoro ad alto tasso di
rischio. Lo conferma l'episodio accaduto oggi a Milano dove una
professoressa di scuola media, rea di aver rimproverato
un'alunna, e' stata aggredita con pugni e schiaffi all'uscita di
scuola da mamma e nonna della ragazzina, finendo all'ospedale.
Un caso limite, certo, che pero' ha gia' parecchi precedenti
nella cronaca. Poco piu' di un mese fa a Statte, in provincia di
Taranto, una maestra e' stata picchiata dalle mamme di due
alunne perche', a loro dire, avrebbe maltrattato e discriminato
le due bimbe. A fine settembre a Palermo una professoressa di
educazione fisica della scuola media ''Giulio Bonfiglio'' e'
stata invece aggredita da un gruppetto di suoi studenti durante
la lezione: la donna e' stata minacciata e poi fatta cadere
spostando la sedia della cattedra mentre stava per sedersi. E
ancora, nella scorsa primavera, a Prato un preside e' stato
aggredito dai genitori di una alunna - ematoma al volto e colpo
di frusta con prognosi di alcuni giorni, il bilancio del
violento assalto - nel corso di una discussione sorta per un
banale cambio di sezione.
''I professori - racconta Silvia F., insegnante di latino in
un liceo romano - sono abbandonati da Dio e dagli uomini. Non
c'e' nessuno che ci tuteli, anzi ci viene chiesto di fare il
padre, la madre, lo psicologo dei nostri alunni. Ci dovrebbe
essere, invece, una figura di riferimento nelle scuole, uno
psicologo che si occupi delle dinamiche familiari e di classe
che non funzionano''.
D'accordo con lei il segretario generale della Uil scuola,
Massimo Di Menna. ''La scuola - osserva - e' la rappresentazione
della societa' che comprende anche fenomeni di difficile
inclusione sociale. Occorrerebbe che accanto agli interventi
sanzionatori previsti (voto in condotta, note sul registro, ecc.
che in condizioni normali sono modalita' che gli insegnanti
utilizzano a scopo formativo) ci fossero strutture di supporto,
con professionalita' e competenze specifiche, al lavoro dei
docenti. E dunque il coinvolgimento di assistenti sociali, enti
locali, ecc... Non si puo' caricare tutto sulla figura
dell'insegnante''.
E consola poco sapere, da chi nella scuola lavora ogni
giorno, che ''di aggressioni ce ne sono tante, ma, per fortuna,
la maggior parte sono verbali e non diventano fatti di
cronaca''.
(ANSA)






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