ACCORDO QUADRO SUI CONTRATTI: I SALARI SARANNO PIU' ALTI O PIU' BASSI?
Data: Mercoledì, 28 gennaio 2009 ore 00:05:00 CET
Argomento: Comunicati


 Comunicato FLC   Una ulteriore beffa per i lavoratori della conoscenza e per tutti i dipendenti pubblici dall'intesa separata sulle regole contrattuali. Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil.
 Accordo separato sulle regole contrattuali: sul piano economico si prospetta un'operazione di riduzione programmata dei salari
24-01-2009

Il Governo, con le intese sul secondo biennio contrattuale della scuola e dell'università, non firmate dalla FLC, ha riconosciuto aumenti contrattuali pari a metà dell'inflazione reale, non risolvendo la drammatica prospettiva del licenziamento di migliaia di precari e non concedendo alcuna riduzione della pressione fiscale. Con le nuove regole si peggiora ulteriormente la condizione di tutti i lavoratori perchè si prevede che il nuovo indice per l'adeguamento degli aumenti all'inflazione programmata sarà depurato dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici importati e quindi si programma la riduzione dei salari. Si precisa che per i dipendenti pubblici quel meccanismo sarà vincolato alle risorse decise in finanziaria che, secondo i contenuti del DL 112/08, sono determinate sulla base del tasso d'inflazione programmato peraltro nettamente inferiore a quella reale.

A ciò si aggiunge, essendo triennali, che nei prossimi rinnovi contrattuali pubblici la verifica degli eventuali scostamenti tra inflazione prevista e quella reale, senza peraltro alcun meccanismo automatico, si farà al termine delle vigenze contrattuali ed eventuali recuperi salariali avverranno nel successivo triennio.

Una vera e propria operazione di riduzione programmata dei salari!

Il cerchio si chiude con i regolamenti della Gelmini, il disegno di legge delega Brunetta e il disegno di legge Aprea che distruggono l'istruzione pubblica e vaporizzano la contrattazione decentrata, riportando al potere assoluto ed unilaterale del Governo la definizione degli organici, dei salari, degli orari, del reclutamento, dell'avanzamento professionale e delle sanzioni disciplinari. In perfetta coerenza con tale disegno si teorizza il superamento delle rappresentanze sindacali unitarie.

Per queste ragioni stiamo svolgendo un referendum tra tutti i lavoratori dei comparti della scuola e dell'università, sul rinnovo del secondo biennio contrattuale, perché non si possono assumere decisioni che attengono alle condizioni materiali delle persone, per oggi e per domani, senza una consultazione democratica e senza definire regole precise sulla rappresentanza.

Abbiamo dichiarato la mobilitazione in tutti i comparti della conoscenza che porterà allo sciopero entro i primi giorni di marzo, intrecciando le questioni contrattuali con quella della nostra netta contrarietà alle politiche della Gelmini perché hanno l'obiettivo comune di indebolire la funzione del sindacato per poter agevolmente calpestare la dignità delle persone, licenziare migliaia di precari e privatizzare la scuola e l'università.

Roma, 24 gennaio 2009

ECCO INVECE COSA RISPONDE LA CISL:

 

 "Accordo Quadro" sulla riforma degli assetti contrattuali. L'Ufficio Studi della CISL: "Con il nuovo modello salari più alti"

«Sono sbagliate le valutazioni della CGIL sulle presunte perdite salariali dell'Accordo Quadro (sottoscritto lo scorso 22 gennaio) sulla "riforma della contrattazione". Non è vero che il nuovo indicatore di riferimento della contrattazione ("l'indice armonizzato dei prezzi al consumo"), depurato dei prezzi dell'energia importata, sia più svantaggioso rispetto alla situazione precedente. Lo dimostrano in modo inequivocabile i dati sia riferiti al passato che al futuro.

Per quanto riguarda il passato, la CGIL riferisce le sue proiezioni sull'ipotizzata minore dinamica salariale, al periodo 2004-2008. L'accordo del 1993 prevedeva di legare gli incrementi retributivi nazionali al tasso di inflazione programmato.

Prendendo a riferimento il periodo 2004-2008 il Tasso Inflazione Programmata cumulato è cresciuto del 9%; il nuovo accordo avrebbe consentito un incremento retributivo pari all'11,3%, superiore di 2,3 punti all'incremento dell'inflazione programmata.

Il nuovo modello contrattuale applicato al periodo 2004-2008 avrebbe assicurato pertanto un incremento retributivo nazionale superiore all'accordo precedente di almeno € 600.

Prendendo a riferimento l'ultimo decennio, secondo i dati Eurostat nel periodo 1997-2007 il nuovo indice previsto dall'accordo sarebbe cresciuto in Italia del 23,8% rispetto al 23,3% dell'indice dei prezzi al consumo famiglie operai e impiegati, vale a dire dell'inflazione reale rilevata dall'ISTAT.

La CGIL ignora inoltre che l'indicatore preso a riferimento dall'Accordo Quadro ha avuto una dinamica superiore all'altro ben in sette degli undici anni. Infatti, l'indice armonizzato europeo (IPCA) è un indicatore più dinamico dell'inflazione, più veloce rispetto al riferimento tradizionale per i contratti, dell'indice famiglie operai ed impiegati.

Per quanto riguarda il futuro, per il triennio 2009-2011 il nuovo indicatore IPCA è sicuramente più vantaggioso del tasso di inflazione programmata. Inoltre, per la caduta dei prezzi del petrolio le previsioni sono che l'indice depurato prezzi energia sarà più dinamico rispetto all'indice complessivo. Secondo i tre maggiori centri di previsione (CER, Prometeia, Ref) per il 2009 il nuovo indicatore previsto dall'accordo depurato prezzi energia dovrebbe essere superiore di almeno lo 0,5% rispetto all'indice non depurato.

Diversamente da quanto affermato da alcuni commentatori, l'Accordo Quadro non prevede la riduzione del valore punto, cioè della retribuzione su cui si applicano gli aumenti contrattuali dell'inflazione prevista. E' previsto un valore retributivo medio, definito dalle specifiche intese nei diversi comparti, che non potrà in nessun modo essere inferiore a quanto già previsto nei singoli Contratti Nazionali di Lavoro.

L'Accordo Quadro, inoltre, definisce altri sicuri miglioramenti rispetto al passato:
    •     la copertura economica dei nuovi contratti dalla data di scadenza dei precedenti, che potrà rimediare al fatto che nel recente passato si sono persi molti mesi e in qualche caso anche anni di aumenti contrattuali;
    •     la riduzione della tassazione sui premi di secondo livello che porterà fin dal 2009 un incremento netto delle retribuzioni da € 250 a € 400 annui (su redditi da lavoro compresi tra € 15mila e 30mila lordi).

E' prevista, inoltre, per chi non potrà godere dell'estensione del secondo livello di contrattazione e dell'aumento del salario di produttività, a livello aziendale e territoriale, un elemento retributivo di garanzia che oggi nelle poche realtà in cui agisce ha un valore di circa € 300 annui.

Perché questi dati non sono stati conteggiati dalla CGIL?

Tutti questi motivi confermano la positività dell'accordo quadro stipulato nei giorni scorsi. Chiediamo alla CGIL di non disorientare ulteriormente i lavoratori diffondendo false verità sui dati dell'accordo ma di esaminare con coerenza i contenuti dell'accordo rispetto alla piattaforma condivisa presentata da CGIL CISL UIL nel maggio 2008 e conseguentemente riscontrare che i punti principali di quella piattaforma sono affermati nell'Accordo Quadro».

Eccovi l'accordo quadro







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