Mancini in musica
Data: Domenica, 25 gennaio 2009 ore 15:57:05 CET
Argomento: Redazione


Quali sono i vantaggi o le difficoltà che devono affrontare gli individui mancini che si dedicano allo studio di uno strumento musicale? La storia è piena di musicisti, pianisti, chitarristi, compositori e direttori d'orchestra che hanno una predilezione per la mano sinistra: il neurologo James Wang ha effettuato degli studi che cercano di offrire una risposta scientifica ai perchè del loro successo. Storicamente i mancini hanno sofferto incomprensioni e difficoltà dettate dalla tradizione che vedeva il modello di normalità rappresentato dai destrimani. Lo stesso Cristianesimo inizialmente vedeva nel mancinismo un segno del diavolo, tanto che i bambini sorpresi ad utilizzare la mano sinistra nei compiti quotidiani venivano subito ammoniti. I modi di dire "Un tiro mancino", "Ti sei alzato con il piede sinistro", "Lo sguardo sinistro" derivano da quella concezione; anche la parola "sinistra" in molte lingue nasconde significati negativi: in inglese "left-handed" significa anche impacciato; in francese "gauche" goffo, sgraziato e difficile; in greco "skaios" nefasto e in spagnolo “no ser zurdo” (non essere mancino) significa "essere intelligente". Sembrerà assurdo, ma il mancinismo, che ora rappresenta circa il 10% della popolazione, è diventato una caratteristica individuale libera da pseudo considerazioni di carattere medico, psicologico e pedagogico solo negli ultimi decenni. Ora che i mancini non sono più discriminati socialmente, rimane il fatto che molti attrezzi e strumenti di uso comune (forbici, mouse, tasti...) sono fatti per la restante maggioranza. Succede anche nella musica: pianoforte, chitarra, fiati... sono tutti strumenti per destrimani, ma non è detto che i mancini non li possano utilizzare, spesso con grande profitto. I nomi di bassisti e chitarristi mancini famosi si sprecano, da Jimi Hendrix a Paul McCartney fino a Sting, forse per la facilità con cui si può adattare lo strumento alla loro caratteristica (basta rovesciare le corde). Ma non pensate che siano i soli, tra i pianisti ci sono solisti del calibro di Vladimir Horowitz, Arthur Rubinstein e Glenn Gould e molti pianisti in attività come il rumeno Radu Lupu e la francese Hélène Grimaud. Questa pianista, nota anche come scrittrice (suo il libro “Hélène suona coi lupi”), si dice certa del fatto che anche Beethoven, Schumann, Brahms e Rachmaninoff fossero mancini, per la naturalezza con cui esegue brani di questi compositori. Affinità in alcuni casi (vedi Rachmaninoff) confermata dai biografi, mentre si è incerti su Beethoven. Schubert e Chopin sono invece sicuramente destrimani, mentre Mozart forse era ambidestro. Come mai un così alto numero di musicisti ed in particolare pianisti di successo mancini? L'argomento è stato trattato anche da un recente articolo sul Corriere. Per il neurologo James Wang i mancini innanzitutto devono fare un maggiore sforzo per adattarsi a strumenti pensati per destrimani, quindi a parità di talento e studio svilupperebbero maggiormente il loro cervello. Alcuni mancini sarebbero poi statisticamente avvantaggiati nel coordinare il movimento della mano sinistra e destra. Nei destrimani il movimento è più spesso legato distintamente ai due emisferi del cervello che non nei mancini, i quali in un caso su sette (contro uno su venti) hanno i centri del linguaggio suddivisi in entrambi gli emisferi con una conseguente maggiore sinapsi tra neuroni. Un ultimo motivo è che nei test effettuati dai neurologi sul cosi detto "pensiero divergente" (ritenuto alla base della creatività e che consiste nel considerare le cose da punti di vista alternativi e non usuali) i mancini ottengono solitamente risultati migliori. Più svegli, veloci, creativi... altro che tiri mancini della natura goffi e sgraziati: provate a sentirli suonare! Glenn Gould-Bach partita n.6





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