MILANO. Una professoressa di una scuola media inferiore è stata aggredita nel pomeriggio, a Milano, dai parenti di una ragazzina di 13 anni, dopo un rimprovero. La donna è stata trasportata all’ospedale Sacco in codice verde. Le sue condizioni, quindi, non sono preoccupanti. Al momento non si conosce l’esatta dinamica dei fatti, di cui si sta
occupando il 113. L’episodio è avvenuto alle 15.30 in via Graf, dove ha sede il complesso della scuola secondaria
di I Grado. Gli agenti intervenuti hanno identificato la madre, di 29 anni, e la nonna, di 50, per un’eventuale
denuncia all’autorità giudiziaria. Secondo le testimonianze, il rimprovero è avvenuto all’ora di pranzo,
per una condotta tenuta dalla ragazzina. Alle 14.30 la studentessa, che è seguita dai servizi sociali e
ha un educatore che la segue due tre volte alla settimana, è stata accompagnata a casa, e ha riferito
l’accaduto. È stato allora che madre e nonna, offese, hanno deciso di andare alla scuola,
la Media
«Graf», nel popolare
quartiere di Quarto Oggiaro, per ritorsione contro la docente. Quando la donna, che ha 41 anni, è uscita,
intorno alle 15.30, ha trovato ad attenderla le due, che dopo una concitata lite l’hanno insultata e presa a pugni e schiaffi, anche dentro l’istituto, dove si era rifugiata. L’aggressione è durata fino a quando gli agenti di una Volante
non hanno separato le tre. Madre e nonna, che peraltro hanno entrambe precedenti per reati contro il
patrimonio, si sono giustificate dicendo che la ragazzina avrebbe ricevuto uno schiaffo, circostanza
ancora in via di accertamento. Così, mentre divampa la polemica sul voto in condotta, o meglio sul timore di un suo uso improprio (sventolato come un’arma per comprimere la libertà d’espressione o passaporto per le gite scolastiche),
insegnare, in alcuni contesti, è diventato un lavoro ad alto tasso di rischio. Un caso limite, certo, quello di
Milano, che però ha già parecchi precedenti nella cronaca. Poco più di un mese fa a Statte, in provincia
di Taranto, una maestra è stata picchiata dalle mamme di due alunne perchè, a loro dire, avrebbe maltrattato
e discriminato le due bimbe. A fine settembre a Palermo una professoressa di educazione fisica
della scuola media «Giulio Bonfiglio » è stata invece aggredita da un gruppetto di suoi studenti durante
la lezione: la donna è stata minacciata e poi fatta cadere spostando la sedia della cattedra mentre stava
per sedersi. E ancora, nella scorsa primavera, a Prato un preside è stato aggredito dai genitori di una alunna – ematoma
al volto e colpo di frusta con prognosi di alcuni giorni, il bilancio del violento assalto – nel corso di
una discussione sorta per un banale cambio di sezione. «I professori sono abbandonati da Dio e dagli
uomini», dicono i professori.
DA LA SICILIA