''PROFESSORESSA, VUOLE CHE MIA FIGLIA RESTI ZITELLA COME LEI?''
Data: Sabato, 24 gennaio 2009 ore 00:05:00 CET
Argomento: Opinioni


“PROF, VUOLE CHE MIA FIGLIA RESTI ZITELLA COME LEI?”


A scuola, ormai lo sappiamo tutti, se ne sentono delle belle. Gli insegnanti spesso si prodigano per, diciamo, rimettere sulla giusta via qualche alunno svogliato o troppo vivace o che prende brutte pieghe. E’ naturale, l’età immatura può portare a momenti di sbandamento, di incertezza, di indecisione.
E gli insegnanti vorrebbero anche che, in questa opera meritoria, venissero loro incontro anche i genitori, sostenendoli e aiutandoli con le loro opere e parole.
Ma, a quanto pare, non va sempre così. Anzi. I genitori considerano l’insegnante un nemico da stendere, da annichilire, da abbattere con qualche frase a effetto.
Un giorno una mamma, convocata da una docente non sposata, nubile se vi piace dI più, zitella se meglio vi pare, “schetta” per dirlo in siciliano, libera secondo la moderna giurisprudenza, si presenta con aria proterva. Vuole sapere che cosa vuole la suddetta docente dalla figlia. La collega comincia a parlare, spiega che la ragazza le pare ultimamente più svogliata, assente, con la testa fra le nuvole. Come mai? Magari avrà il suo primo fidanzatino? Uscirà con lui invece di studiare?
A queste timide ipotesi, la madre comincia a fare una faccia strana, ad assumere un’aria, come dire, compassionevole, mentre fissa l’insegnante.
Poi sbotta: “Professoressa, le pare che mia figlia vuole restare zitella come lei? Certo che ha il ragazzo, mica deve ridursi così.” E nel frattempo la indica, indica la docente, non sposata, quasi con pietà. Ecco qual è stato il problema, pensa allora la sbalordita professoressa. Ho studiato troppo e ho pensato poco agli uomini. La prossima volta un libro di meno e un bel fidanzato di più…

SILVANA LA PORTA






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