SECONDA LINGUA STRANIERA, TROPPE INCERTEZZE
Data: Venerdì, 23 gennaio 2009 ore 01:50:01 CET
Argomento: Rassegna stampa


La circolare sulle iscrizioni lascia alle famiglie la scelta del potenziamento della lingua inglese a danno delle due ore di un’altra lingua comunitaria (tedesco, francese, spagnolo) relativamente alle prossime iscrizioni al primo anno della secondaria di primo grado.

Con questo decreto infatti, se da un lato si mette alle strette il compito e il ruolo del collegio dei docenti all’interno di ciascuna scuola autonoma, dall’altro si penalizza l’insegnante di L2 della cui carriera non pare si tenga conto.

In altri termini, dando ai genitori la facoltà di scelta tra 5 ore di inglese oppure 3 di inglese più 2 ore di una seconda lingua, si demanda alla scuola il compito di darsi un progetto linguistico al suo interno, nel senso che spetterà al collegio dei docenti stabilire se le cattedre di L2 debbano essere ballerine, cioè basate sul bradisismo delle scelte annuali, oppure inamovibili secondo una architettura coerente di offerta didattica collegialmente stabilita.

Gli insegnanti dunque dovrebbero, prima del termine delle iscrizioni e in modo definitivo, deliberare cosa intendono fare delle lingue stranere: se accogliere tutte le richieste oppure una parte, relativamente al solo insegnamento dell’inglese, o l’insegnamento delle tre ore di inglese più le due ore della seconda lingua, non scordando, nello stesso tempo, di scegliere quale seconda lingua straniera proporre, visto che anche il portoghese o il finlandese o perfino il polacco sono lingue comunitarie.

In termini teorici appare una operazione abbastanza semplice, ma nella prassi di ciascuna scuola questo tipo di delibera è la miccia più sensibile per fare scoppiare malumori e diffidenze. Infatti di fronte a tale dilemma, e visto pure il pressing delle famiglie, ci sarà sempre qualche docente che, sbandierando la libertà di scelta, soffierà sullo spauracchio della diserzioni dell’utenza verso altre scuole più liberali, mentre i docenti di L2 si sentiranno in grande disagio per le paventate conseguenze. In tempi di penuria di iscrizioni ogni stratagemma è buono per allettare clienti, per cui ingessare l’offerta formativa seconda un progetto linguistico condiviso dai docenti a molti apparirebbe limitativo e quindi rischioso per attirare e aumentare il numero degli alunni. Il pericolo è allora quello che si possa aprire in ciascuna scuola un conflitto interno poco gradevole.

Da qui la giusta protesta dei docenti di seconda lingua straniera che si sarebbero invece aspettato da parte del ministero più certezze in ordine proprio all’obbligatorietà di un’altra lingua differente dall’inglese e introdotta magari proporzionale al numero delle classi. Se si riflette bene, mentre tutte le altre discipline (lettere, latino, matematica ecc.) sono obbligatorie e nessuno può derogarne la scelta, per le lingue straniere invece bisogna assistere a questa danza bizzarra per cui la cattedra, e quindi la stabilità morale e politica del docente, dipende dalle bizze del momento o dalle mode, per cui se oggi va di moda lo spagnolo si accenderanno mille cattedre madrilene e se domani balzerà alle cronache il tedesco si spegneranno quelle per accedere Berlino, sempre che non spunti Bucarest, mentre la scuola diventa una sorta di stazione di smistamento annuale di insegnanti di lingue seconde.

A rifletterci un poco ci sembra singolare e ingiusto che questi docenti, da anni impegnati nell’insegnamento della lingua straniera 2, attendere nel banchetto le scelte dei clienti; ma ci dà pure l’idea della distanza del ministero nei confronti di questi professori che non vengono presi in considerazione perché bisogna rendere omaggio alla ragion di stato che stride però con lo stato di ragione.

PASQUALE ALMIRANTE (da www.lasicilia.it)







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