DOCENTI IN CARRIERA
Data: Lunedì, 19 gennaio 2009 ore 11:09:19 CET
Argomento: Rassegna stampa


Pasquale Almirante esamina il ddl 953 dell'On. Aprea che riordina lo stato giuridico dei docenti ed il cui esame alla Camera è previsto per la prossima primavera.

(da www.lasicilia.it).

 

Dopo i tagli delle cattedre, col conseguente taglio delle speranze dei precari, in omaggio alla finanziaria, ecco in vista il ddl 953 dell’on. Valentina Aprea, presidente della commissione cultura della Camera, con cui si riordina lo stato giuridico dei docenti. Con ogni probabilità molti professori ancora sono impreparati, ma in vista della sua approvazione, attesa per questa primavera, sarebbe bene esaminarlo. Finora la distinzione fra insegnanti era tra supplenti, di ruolo e dirigenza, mentre la carriera era segnata solo dagli scatti di gradone uguali per tutti.

Con la sicura approvazione del progetto Aprea (qualche malizioso sibila che prederà il posto della Gelmini) si aprirà una fase del tutto nuova per i professori, perché la carriera sarà determinata su tre livelli: docente iniziale, ordinario, esperto a cui corrisponderanno altrettante fasce retributive.

La progressione da iniziale (il cui operato sarà costantemente monitorato) a ordinario sarà valutata da una apposita commissione che terrà conto dei crediti formativi e dei soli titoli posseduti, ma senza esami o corsi di formazione a cui invece si dovrà sottoporre il docente che aspiri a passare da ordinario a esperto. Costui li dovrà sostenere per verificare i propri prerequisiti e quindi se è in grado di svolgere compiti di responsabilità come la formazione iniziale e in itinere degli altri docenti, i compiti di coordinatore e di valutatore dell’altrui didattica e perfino di collaboratore della presidenza.

Ma il ddl Aprea rivoluziona pure il sistema di reclutamento per cui non sarà più il docente a scegliersi la scuola ma la scuola il docente e per ciò essa attingerà da un albo regionale al quale si potranno iscrivere gli insegnanti con laurea abilitante, conseguita cioè dopo un biennio di formazione e un concorso. In tutto questo sistema, stella polare sarà il dirigente, anche perché (per quel che valgono) scompariranno pure le Rsu e si passerà alla tanto decantata area separata di contrattazione dagli Ata. Potrebbe essere una buona legge che però sembra fondata sull’assunto degli improbabili corsi di formazione, del monitoraggio della didattica e sull’eccessivo peso dato al dirigente che rischia di diventare una sorta di monarca o peggio ancora un Minosse dantesco che premia a seconda che avvinghia: e se è un Malebranche o peggio ancora un Simon mago?

PASQUALE ALMIRANTE (da www.lasicilia.it)







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