E'
possibile rinunciare, in questo momento di crisi economica, ad un risparmio di
circa 70.000 euro, in sei mesi, per la fornitura del servizio della mensa
scolastica agli allievi di una scuola?
Sembra
di si, a vedere la risposta che il Comune di Catania ha dato al Preside della
scuola "Petrarca" che propone un servizio gestito nella propria mensa a costi
concorrenziali.
(da www.lasicilia.it)
«Noi abbiamo proposto al Comune una
soluzione che produrrebbe un risparmio
complessivo per le casse di circa 70
mila euro spalmati nei sei mesi di durata
della refezione scolastica, ma come pronta
risposta abbiamo ricevuto una lettera
che ci impone ad adeguarci alle disposizioni
impartite dalla Direzione
Pubblica istruzione:
niente pasti prodotti
nelle nostre cucine
e fornitura di pasti di
asporto. Noi, però, diciamo
no a questo orientamento
e da lunedì procederemo
da soli a costo
di pagare di tasca nostra».
Il preside della «Petrarca
», Santo Gagliano è pronto ad aprire
un «braccio di ferro» col Comune per
capire qual è la giustificazione che rischia
di mortificare un lavoro di eccellenza
svolto dall’istituto in tutti questi anni. Tra
l’altro Gagliano si chiede come mai il Comune,
davanti a una proposta che permetterebbe
un risparmio di 70 mila euro,
la rifiuta. Vediamo i fatti. Poco tempo fa
viene disposto il nuovo capitolato d’appalto
della refezione scolastica che prevede
pasti confezionati che secondo una
media, come spiega lo stesso preside Gagliano,
hanno un costo per il Comune che
oscilla tra i 3,90 e i 4 euro a pasto. Il direttore
della Petrarca a questo punto, per non
dover chiudere la cucina, propone al Comune
un pasto a 2,10 euro più il ticket. All’incirca
un costo complessivo di 3 euro.
Un euro meno su quanto previsto per la
refezione. E attende risposte dall’assessorato.
«Ieri - spiega - ho ricevuto una lettera
della Direzione Pi che nei fatti, nelle
more dell’approvazione del nuovo regolamento
sul funzionamento della refezione,
mi impone la fornitura soltanto di
pasti di asporto. Noi non ci stiamo, perché
riteniamo che così si mortifichi un percorso
di eccellenza e siamo decisi a continuare
a cucinare i pasti nella nostra
scuola. Tra l’altro ci chiediamo
come mai in questo
periodo di grave crisi
economica e conosciamo
bene quanto questa
abbia inciso in passato
sul corretto andamento
della refezione, il Comune
non voglia sentir ragione
davanti a un così
evidente risparmio che
noi abbiamo proposto.
Basterebbe accettare la nostra proposta e
il risparmio sarebbe cosa bella e fatta
perché noi proponiamo pasti a 2,10 euro».
Gagliano quindi passa al contrattacco e
annuncia: «Andremo da soli, continuando
a preparare i pasti nella nostra cucina.
A costo - sostiene - di dover accendere un
mutuo».
La Petrarca prepara ogni giorno dai
500 a 800 pasti, con una media di 600 pasti
giornalieri. Mediamente la refezione
viene effettuata 4-5 giorni alla settimana.
600 per 5 giorni, fanno tremila pasti alla
settimana. Se il risparmio offerto dalla
Petrarca al Comune è di un euro a pasto
ciò si tradurrebbe in tremila euro settimanali,
12 mila euro mensili. Visto e considerato
che la refezione interessa mediamente
sei mesi, ecco perché il preside
Gagliano parla di 70 mila euro di risparmi
offerti al Comune. Mica poco...
GIUSEPPE BONACCORSI (da www.lasicilia.it)