«Refezione, la Petrarca andrà da sola». Il preside: «No ai pasti da asporto. Avevamo proposto al Comune un risparmio di 70 mila euro»
Data: Lunedì, 19 gennaio 2009 ore 11:07:19 CET
Argomento: Rassegna stampa


E' possibile rinunciare, in questo momento di crisi economica, ad un risparmio di circa 70.000 euro, in sei mesi, per la fornitura del servizio della mensa scolastica agli allievi di una scuola?

Sembra di si, a vedere la risposta che il Comune di Catania ha dato al Preside della scuola "Petrarca" che propone un servizio gestito nella propria mensa a costi concorrenziali.
(da www.lasicilia.it)

 

 

«Noi abbiamo proposto al Comune una soluzione che produrrebbe un risparmio complessivo per le casse di circa 70 mila euro spalmati nei sei mesi di durata della refezione scolastica, ma come pronta risposta abbiamo ricevuto una lettera che ci impone ad adeguarci alle disposizioni impartite dalla Direzione Pubblica istruzione: niente pasti prodotti nelle nostre cucine e fornitura di pasti di asporto. Noi, però, diciamo no a questo orientamento e da lunedì procederemo da soli a costo di pagare di tasca nostra».

Il preside della «Petrarca », Santo Gagliano è pronto ad aprire un «braccio di ferro» col Comune per capire qual è la giustificazione che rischia di mortificare un lavoro di eccellenza svolto dall’istituto in tutti questi anni. Tra l’altro Gagliano si chiede come mai il Comune, davanti a una proposta che permetterebbe un risparmio di 70 mila euro, la rifiuta. Vediamo i fatti. Poco tempo fa viene disposto il nuovo capitolato d’appalto della refezione scolastica che prevede pasti confezionati che secondo una media, come spiega lo stesso preside Gagliano, hanno un costo per il Comune che oscilla tra i 3,90 e i 4 euro a pasto. Il direttore della Petrarca a questo punto, per non dover chiudere la cucina, propone al Comune un pasto a 2,10 euro più il ticket. All’incirca un costo complessivo di 3 euro. Un euro meno su quanto previsto per la refezione. E attende risposte dall’assessorato.

«Ieri - spiega - ho ricevuto una lettera della Direzione Pi che nei fatti, nelle more dell’approvazione del nuovo regolamento sul funzionamento della refezione, mi impone la fornitura soltanto di pasti di asporto. Noi non ci stiamo, perché riteniamo che così si mortifichi un percorso di eccellenza e siamo decisi a continuare a cucinare i pasti nella nostra scuola. Tra l’altro ci chiediamo come mai in questo periodo di grave crisi economica e conosciamo bene quanto questa abbia inciso in passato sul corretto andamento della refezione, il Comune non voglia sentir ragione davanti a un così evidente risparmio che noi abbiamo proposto.

Basterebbe accettare la nostra proposta e il risparmio sarebbe cosa bella e fatta perché noi proponiamo pasti a 2,10 euro». Gagliano quindi passa al contrattacco e annuncia: «Andremo da soli, continuando a preparare i pasti nella nostra cucina. A costo - sostiene - di dover accendere un mutuo». La Petrarca prepara ogni giorno dai 500 a 800 pasti, con una media di 600 pasti giornalieri. Mediamente la refezione viene effettuata 4-5 giorni alla settimana. 600 per 5 giorni, fanno tremila pasti alla settimana. Se il risparmio offerto dalla Petrarca al Comune è di un euro a pasto ciò si tradurrebbe in tremila euro settimanali, 12 mila euro mensili. Visto e considerato che la refezione interessa mediamente sei mesi, ecco perché il preside Gagliano parla di 70 mila euro di risparmi offerti al Comune. Mica poco...

GIUSEPPE BONACCORSI (da www.lasicilia.it)







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