'LA TERRA SANTA' di ALDA MERINI Data: Lunedì, 19 gennaio 2009 ore 00:00:00 CET Argomento: Rassegna stampa
Terra Santa
Ho conosciuto Gerico, ho avuto anch'io la mia Palestina, le mura del manicomio erano le mura di Gerico e una pozza di acqua infettata ci ha battezzati tutti. Lì dentro eravamo ebrei e i Farisei erano in alto e c'era anche il Messia confuso dentro la folla: un pazzo che urlava al Cielo tutto il suo amore in Dio.
Noi tutti, branco di asceti eravamo come gli uccelli e ogni tanto una rete oscura ci imprigionava ma andavamo verso la messe, la messe di nostro Signore e Cristo il Salvatore.
Fummo lavati e sepolti, odoravamo di incenso. E dopo, quando amavamo ci facevano gli elettrochoc perché, dicevano, un pazzo non può amare nessuno.
Ma un giorno da dentro l'avello anch'io mi sono ridestata e anch'io come Gesù ho avuto la mia resurrezione, ma non sono salita ai cieli sono discesa all'inferno da dove riguardo stupita le mura di Gerico antica.
Le dune del canto si sono chiuse, o dannata magia dell'universo, che tutto può sopra una molle sfera. Non venire tu quindi al mio passato, non aprirai dei delta vorticosi, delle piaghe latenti, degli accessi alle scale che mobili si dànno sopra la balaustra del declino; resta, potresti anche essere Orfeo che mi viene a ritogliere dal nulla, resta o mio ardito e sommo cavaliere, io patisco la luce, nelle ombre sono regina ma fuori nel mondo potrei essere morta e tu lo sai lo smarrimento che mi prende pieno quando io vedo un albero sicuro.
[Da "La Terra Santa", 1984]
Questo è il primo scritto di Alda Merini, la poetessa italiana più importante del nostro Novecento, dopo la sua uscita dal manicomio. Alda Merini nei sui ultimi scritti, e in molte interviste, ha più volte ribadito il suo essere stanca di essere sempre associata a quel periodo così drammatico della sua vita e ha espresso la voglia di andare avanti. La Terra Santa è la storia di uno straordinario “ritorno alla vita”.