Piano di razionalizzazione. Il Comune ha elaborato la piattaforma su cui la Regione dovrà deliberare. Sul tavolo a Palermo la «rete» scolastica per le
Data: Giovedì, 15 gennaio 2009 ore 00:05:50 CET
Argomento: Rassegna stampa


La giunta comunale ha elaborato, sulla proposta dell'assessore alla Pubblica Istruzione, il piano di dimensionamento per le scuole primarie, gli istituti comprensivi e le scuole medie superiori di primo grado. Tale piano sarà la base per le delibere che verranno assunte dalla Regione. A Palermo nel frattempo si elabora il dimensionamento per quanto riguarda gli istituti superiori: previsti accorpamenti per le scuole con meno di 500 alunni. Ma ci sono delle deroghe. (da www.lasicilia.it)

 

 

La giunta comunale presieduta dal sindaco Raffaele Stancanelli ha adottato su proposta dell’assessore alla Pubblica istruzione Sebastiano Arcidiacono il piano di razionalizzazione e dimensionamento della rete scolastica del Comune. L’iniziativa risponde a disposizioni di legge che impongono agli enti locali di elaborare una piattaforma su cui l’assessorato regionale alla Pubblica istruzione dovrà deliberare tenendo conto delle esigenze del territorio nella definizione delle istituzioni scolastiche.

«Il piano di dimensionamento - ha spiegato l’assessore Sebastiano Arcidiacono - è stato predisposto a conclusione di un serrato dialogo che, con la supervisione del sindaco, ha coinvolto i dirigenti scolastici, i sindacati, l’ufficio scolastico provinciale, l’assessore provinciale delegato, il presidente della commissione consiliare alla Pubblica istruzione Manlio Messina e i presidenti delle dieci municipalità. Un metodo di concertazione che è stato utilissimo nell’affrontare e risolvere molte delle questioni sul tappeto perché nostro obiettivo è trovare le soluzioni più utili per venire incontro alle esigenze degli alunni sia sotto il profilo logistico che formativo».

Nel merito si è tenuto conto di alcune direttive concordate tra il Comune e le organizzazioni sindacali che tenessero conto dell’attuale dimensione delle istituzioni scolastiche di base, della contiguità territoriale tra i plessi e dell’estensione del modello dell’istituto comprensivo come modello di riferimento, anche per l’abbattimento della dispersione scolastica.

«L’analisi ha tenuto conto del monitoraggio effettuato sulle 53 istituzioni scolastiche di base e sui punti di forza e di debolezza del sistema - ha precisato l’assessore Sebastiano Arcidiacono -. Abbiamo puntato su una riorganizzazione tenendo conto delle specifiche esigenze territoriali nell’ambito delle dieci municipalità cittadine così da venire incontro alle singole situazioni prospettate dai dirigenti scolastici e dai genitori. Tutta la manovra sarà a costo zero per il Comune in quanto le spese per allestire i nuovi plessi verranno compensate dai tagli alle spese per i fitti passivi».

Considerata una popolazione scolastica pari a 33.174 alunni, la situazione prima del nuovo dimensionamento era di 53 istituzioni scolastiche così accorpate: 22 circoli didattici, 8 scuole secondarie di 1° grado, 23 istituti comprensivi. Attraverso il Piano di razionalizzazione e dimensionamento, predisposto dall’assessore Sebastiano Arcidiacono, che prevede la verticalizzazione, la fusione o accorpamento di circoli didattici o scuole secondarie di 1° grado in Istituti comprensivi, si hanno 48 istituzioni scolastiche così distinte: 9 circoli didattici, 6 scuole secondarie di 1° grado e 33 istituti comprensivi.

Tra le peculiarità del programma delle rete scolastica l’istituzione del Centro provinciale per l’Istruzione degli adulti. Da segnalare, inoltre, il mantenimento del circolo didattico Gioacchino Biscari in quanto pur sottodimensionato soddisfa le esigenze territoriali di integrazione degli immigrati vista la presenza di ben 72 alunni extracomunitari su un totale di 382.

 

ACCORPAMENTI E REQUISITI

Sul tavolo a Palermo la «rete» di Catania. Deroga per l’autonomia dell’Artistico

Non saranno accorpate solo le scuole che pur avendo un organico di alunni inferiore a 500, limite massimo per conservare l’autonomia, rientrano nelle deroghe previste dalla legge regionale n.6. Questa è la direttiva dell’assessore regionale Antinoro, che con la collaborazione del direttore generale Patrizia Monterosso presiede il tavolo tecnico convocato per la riorganizzazione della rete scolastica della Sicilia. Già si sono avuti i primi "verdetti": Palermo 10 accorpamenti; Trapani, 4, Ragusa 2.

Oggi sarà discussa la rete scolastica di Catania, si prevedono diversi accorpamenti. In virtù della suddetta normativa conserveranno l’autonomia, anche con un numero di alunni inferiore a 500, le scuole ubicate nei comuni montani, nonché nelle aree geografiche con specificità etniche o linguistiche. In tal caso i 500 alunni potranno essere ridotti fino a 300 per gli istituti comprensivi di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado o per gli istituti superiori che comprendono corsi o sezioni di diversi ordini. Inoltre, deroghe sono previste nelle province il cui territorio è per almeno un terzo montano e in cui le condizioni di viabilità statale o provinciale siano disagevoli. o in cui vi sia una dispersione e rarefazione di insediamenti abitativi.

Sulla base di criteri stabiliti dall’assessore regionale alla Pubblica istruzione gli indici minimi si applicano anche agli istituti secondari di istruzione tecnica, professionale ed artistica con indirizzi formativi specializzati e a diffusione limitata nell’ambito regionale. Nella provincia di Catania rientrano in detta deroga l’istituto superiore Medi di Randazzo (401 studenti) in quanto ubicato in zona di montagna, l’istituto d’arte di Caltagirone (355 studenti) e l’artistico di Catania (434 studenti).

Quest’ultime scuole, quindi, utilizzano la stessa deroga per gli istituti montani per la loro specificità territoriale Inoltre, l’assessore in un suo precedente decreto rileva che nel computo della popolazione scolastica vanno considerati gli alunni delle scuole dell’infanzia regionale, nonché quelli dell’ex scuola materna comunale autorizzata. Qualora le singole scuole non dovessero raggiungere gli indici minimi per conservare l’autonomia, saranno unificate orizzontalmente con scuole dello stesso grado comprese nel medesimo ambito territoriale o verticalmente in istituti comprensivi, a seconda delle esigenze educative del territorio e nel rispetto della progettualità territoriale.

Con l’anno scolastico avviato da tempo, queste operazioni richiedono la massima tempestività in vista delle prossime scadenze per la costituzione degli organici e la mobilità del personale. Il cambiamento di destinazione dei vari plessi scolastici, con riferimento all’istituzione scolastica che li dovrà amministrare, comporta solamente un mutamento di gestione e di dipendenza del personale, per cui gli alunni continueranno a frequentare il medesimo plesso scolastico in quanto il cambiamento riguarderà solo la sede centrale di riferimento.

MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)







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