La giunta comunale ha elaborato, sulla proposta dell'assessore alla Pubblica Istruzione, il piano di dimensionamento per le scuole primarie, gli istituti comprensivi e le scuole medie superiori di primo grado.
Tale piano sarà la base per le delibere che verranno assunte dalla Regione. A Palermo nel frattempo si elabora il dimensionamento per quanto riguarda gli istituti superiori: previsti accorpamenti per le scuole con meno di 500 alunni. Ma ci sono delle deroghe.
(da www.lasicilia.it)
La giunta comunale presieduta dal sindaco Raffaele Stancanelli
ha adottato su proposta dell’assessore alla Pubblica istruzione
Sebastiano Arcidiacono il piano di razionalizzazione e dimensionamento
della rete scolastica del Comune.
L’iniziativa risponde a disposizioni di legge che impongono
agli enti locali di elaborare una piattaforma su cui l’assessorato
regionale alla Pubblica istruzione dovrà deliberare tenendo
conto delle esigenze del territorio nella definizione delle istituzioni
scolastiche.
«Il piano di dimensionamento - ha spiegato
l’assessore Sebastiano Arcidiacono - è stato predisposto a
conclusione di un serrato dialogo che, con la supervisione del
sindaco, ha coinvolto i dirigenti scolastici, i sindacati, l’ufficio
scolastico provinciale, l’assessore provinciale delegato, il presidente
della commissione consiliare alla Pubblica istruzione
Manlio Messina e i presidenti delle dieci municipalità. Un
metodo di concertazione che è stato utilissimo nell’affrontare
e risolvere molte delle questioni sul tappeto perché nostro
obiettivo è trovare le soluzioni più utili per venire incontro alle
esigenze degli alunni sia sotto il profilo logistico che formativo».
Nel merito si è tenuto conto di alcune direttive concordate
tra il Comune e le organizzazioni sindacali che tenessero conto
dell’attuale dimensione delle istituzioni scolastiche di base,
della contiguità territoriale tra i plessi e dell’estensione del modello
dell’istituto comprensivo come modello di riferimento,
anche per l’abbattimento della dispersione scolastica.
«L’analisi ha tenuto conto del monitoraggio effettuato sulle
53 istituzioni scolastiche di base e sui punti di forza e di debolezza
del sistema - ha precisato l’assessore Sebastiano Arcidiacono -. Abbiamo puntato su una riorganizzazione tenendo conto
delle specifiche esigenze territoriali nell’ambito delle dieci
municipalità cittadine così da venire incontro alle singole situazioni
prospettate dai dirigenti scolastici e dai genitori. Tutta la
manovra sarà a costo zero per il Comune in quanto le spese per
allestire i nuovi plessi verranno compensate dai tagli alle spese
per i fitti passivi».
Considerata una popolazione scolastica pari a 33.174 alunni,
la situazione prima del nuovo dimensionamento era di 53
istituzioni scolastiche così accorpate: 22 circoli didattici, 8
scuole secondarie di 1° grado, 23 istituti comprensivi.
Attraverso il Piano di razionalizzazione e dimensionamento,
predisposto dall’assessore Sebastiano Arcidiacono, che prevede
la verticalizzazione, la fusione o accorpamento di circoli
didattici o scuole secondarie di 1° grado in Istituti comprensivi,
si hanno 48 istituzioni scolastiche così distinte: 9 circoli didattici,
6 scuole secondarie di 1° grado e 33 istituti comprensivi.
Tra le peculiarità del programma delle rete scolastica l’istituzione
del Centro provinciale per l’Istruzione degli adulti. Da
segnalare, inoltre, il mantenimento del circolo didattico Gioacchino Biscari in quanto pur sottodimensionato soddisfa le esigenze
territoriali di integrazione degli immigrati vista la presenza
di ben 72 alunni extracomunitari su un totale di 382.
ACCORPAMENTI E REQUISITI
Sul tavolo a Palermo la «rete» di Catania.
Deroga per l’autonomia dell’Artistico
Non saranno accorpate solo le scuole che pur avendo un organico di
alunni inferiore a 500, limite massimo per conservare l’autonomia,
rientrano nelle deroghe previste dalla legge regionale n.6. Questa è
la direttiva dell’assessore regionale Antinoro, che con la collaborazione
del direttore generale Patrizia Monterosso presiede il tavolo
tecnico convocato per la riorganizzazione della rete scolastica della
Sicilia. Già si sono avuti i primi "verdetti": Palermo 10 accorpamenti;
Trapani, 4, Ragusa 2.
Oggi sarà discussa la rete scolastica di
Catania, si prevedono diversi accorpamenti. In virtù della suddetta
normativa conserveranno l’autonomia, anche con un numero di
alunni inferiore a 500, le scuole ubicate nei comuni montani, nonché
nelle aree geografiche con specificità etniche o linguistiche. In tal
caso i 500 alunni potranno essere ridotti fino a 300 per gli istituti
comprensivi di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo
grado o per gli istituti superiori che comprendono corsi o sezioni di
diversi ordini. Inoltre, deroghe sono previste nelle province il cui territorio
è per almeno un terzo montano e in cui le condizioni di viabilità
statale o provinciale siano disagevoli. o in cui vi sia una dispersione
e rarefazione di insediamenti abitativi.
Sulla base di criteri stabiliti dall’assessore regionale alla Pubblica
istruzione gli indici minimi si applicano anche agli istituti secondari
di istruzione tecnica, professionale ed artistica con indirizzi formativi
specializzati e a diffusione limitata nell’ambito regionale. Nella
provincia di Catania rientrano in detta deroga l’istituto superiore Medi
di Randazzo (401 studenti) in quanto ubicato in zona di montagna,
l’istituto d’arte di Caltagirone (355 studenti) e l’artistico di Catania
(434 studenti).
Quest’ultime scuole, quindi, utilizzano la stessa deroga
per gli istituti montani per la loro specificità territoriale Inoltre,
l’assessore in un suo precedente decreto rileva che nel computo della
popolazione scolastica vanno considerati gli alunni delle scuole
dell’infanzia regionale, nonché quelli dell’ex scuola materna comunale
autorizzata. Qualora le singole scuole non dovessero raggiungere
gli indici minimi per conservare l’autonomia, saranno unificate
orizzontalmente con scuole dello stesso grado comprese nel medesimo
ambito territoriale o verticalmente in istituti comprensivi, a
seconda delle esigenze educative del territorio e nel rispetto della
progettualità territoriale.
Con l’anno scolastico avviato da tempo,
queste operazioni richiedono la massima tempestività in vista delle
prossime scadenze per la costituzione degli organici e la mobilità
del personale. Il cambiamento di destinazione dei vari plessi scolastici,
con riferimento all’istituzione scolastica che li dovrà amministrare,
comporta solamente un mutamento di gestione e di dipendenza
del personale, per cui gli alunni continueranno a frequentare
il medesimo plesso scolastico in quanto il cambiamento riguarderà
solo la sede centrale di riferimento.
MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)