Nulla è perduto con la pace, tutto può esserlo con la guerra
Data: Mercoledì, 14 gennaio 2009 ore 00:04:06 CET
Argomento: Rassegna stampa


I versi di una poesia come le pennellate di un quadro posseggono l’invincibile arma del senso della realtà che trasmettono. Nessuna parola si può aggiungere al rosso che devasta Guernica, nelle pennellate di Picasso. E così anche una poesia, un verso che riescano a esprimere tutta la bellezza della pace, possono essere un incipit, un’onda che si allarga piano piano ad ampio raggio, come un campo elettromagnetico.

Non gridate più
Cessate d'uccidere i morti,
Non gridate più, non gridate
Se li volete ancora udire,
Se sperate di non perire.
Hanno l'impercettibile sussurro,
Non fanno più rumore
Del crescere dell'erba,
Lieta dove non passa l'uomo.

Giuseppe Ungaretti (1888 - 1970)

Non sa più nulla,
è alto sulle ali
il primo caduto bocconi sulla spiaggia normanna.
Per questo qualcuno stanotte
mi toccava la spalla mormorando
di pregar per l'Europa
mentre la Nuova Armada
si presentava alla costa di Francia.
Ho risposto nel sonno: -
E' il vento,
il vento che fa le musiche bizzarre.
Ma se tu fossi davvero
il primo caduto bocconi sulla spiaggia normanna
prega tu se lo puoi, io sono morto
alla guerra e alla pace.
Questa è la musica ora:
delle tende che sbattono sui pali.
Non è musica d'angeli, è la mia
sola musica e mi basta. -

Vittorio Sereni (1913 - 1983)


Ultima casa    Di Eventounico

Del tuo sguardo pudico s’ammanta
l’ultima ora del giorno
tremula speme morente.

Il corpo si fà scudo fiammeggiante
non ha più calore da dare.

Io resto tra tutto ciò che perdiamo.

Salva il tuo cuore in silenzio
sottrailo ad ogni mio desiderio.

Conduci con te i nostri figli,
attraversa la neve di fuoco
salva con essi il nostro tremore.

Io resto visibile agli occhi

lembo sfrangiato di un idea
perché possano averne vita.

L’ultima casa che si può ricordare.


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Notte  di Gaza di  Natàlia Castaldi

Affilo gli accenti e le virgole ai pensieri,

acuminati

feriscono le orecchie sulle dita della notte,

nella carne dei sospiri di urla innocenti

in una lingua di terra benedetta da più dèi

nel sangue degli eletti

vincitori e vinti:

ieri bambini senza corse

e fame senza domani

e sete senza speranze.



E piango con le stelle anche stanotte

nel cielo dei soprusi

d'umano invocare divine discolpe

in antiche scritture

per rammendare squarci di carne ed anima

nello scendere del sipario sull'infamia del mondo.








Per tutte le case di Gaza

Quando luce si farà...di Maria Allo

Quando tanta gramigna
Sarà sradicata
Dal vento d'una ragione
Che vale
Quando vulcano
Ebbro d'amore
Esploderà
In raffiche di carità
Per soffocare
Barbari odi
Quando filtrerà
Linfa di un fiore
E la brezza che snida
L'aurora
Cancellerà illune
Firma di Tago
Si schiuderà viva cellula
Che raggia nel tempo
Un salmo smarrito
Smarginerà l'angoscia
Che in sterile germe
S'annida
Sarò foglia palpitante
Di frescura
Così semplicemente
Mary
E fenderò oscura solidità
Di roccia
Come prua fende oceano irato
Per approdare nel respiro
Che inalba
Un cosmo in preghiera







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