Rischio professori precari.
Come può la scuola invertire il trend, recuperando quello 0,7 per cento di ragazzi che non finiscono le medie, quell’8 per cento che le finisce in ritardo e quel 3,5 per cento che si ferma dopo la licenza media? Con più tempo pieno e meno precari, risponde uno studio pubblicato dalla Banca d’Italia (Sauro Mocetti, Tema di discussione n. 691 di Bankitalia). Il quale, dati alla mano, dimostra che tanto maggiore è il tempo che si passa a scuola, tanto minore è il rischio di accumulare ritardi e, soprattutto, quello di uscire definitivamente dal sistema scolastico già alla fine della terza media: ma il tempo prolungato nelle medie, attualmente limitato al 30 per cento delle scuole italiane e quasi tutto concentrato al Nord, e in via di ridimensionamento per i tagli Gelmini. Il risultato più interessante però è quello che lega i fallimenti scolastici nella scuola media alla giostra dei professori che cambiano continuamente e dunque non possono seguire con continuità i ragazzi: la presenza di professori con contratti a tempo determinato è uno dei principali fattori di rischio, secondo l’analisi statistica dello studio. E il rischio è particolarmente forte alle medie, dove il 17 per cento dei docenti ha un contratto a termine, insomma rientra nella sconfinata schiera dei supplenti “lunghi”. Conclusione: meno precari dentro la scuola, meno drop-out fuori dalla scuola.
Roberta Carlin