''FEDELTA':POSSIAMO DAVVERO PROMETTERLA?DIALOGO CON LA FILOSOFA MICHELA MARZANO
Data: Luned́, 12 gennaio 2009 ore 00:05:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


Fedeltà: possiamo davvero prometterla?

Dialogo con Michela Marzano, autrice

de "La fedeltà" o l'amore a nudo

 

 

Nel suo ultimo libro, La fidelité ou L’amour à vif, (La fedeltà o l’amore a nudo), la filosofa Michela Marzano affronta la tematica della fedeltà in senso filosofico e concreto allo stesso tempo. L’argomentazione attraversa esempi letterari illustri, andando da Madame Bovary di Flaubert, a Madame de la Fayette e la sua Princesse de Clève come nel caso del Don Giovanni, ripercorso dalle origini della leggenda popolare alla versione di Molière, sino alla magistrale rivitalizzazione del personaggio nella musica di Mozart nel 1787.

L’analisi della filosofa italo-francese trova la sua perspicace originalità nelle tesi che propone più che nella letteratura che le fa da supporto.

La fedeltà diviene in alcuni casi totalmente contro natura. Non certo perché siamo portati al tradimento, come alcuni “naturisti” amano dire, quanto perché siamo soggetti, irrimediabilmente, al cambiamento.

Cita e argomenta a tal proposito l’attitudine di Saint-Preux, protagonista de La nouvelle Héloïse di Rousseau (1760).

 

«Il montre comment, en dépit des promesses qu’on peut faire lorsque l’on est amoreux et malgré certaines exception comme celle de Julie et Saint-Preux, l’amour est, le plus souvent, soumis aux entermittences du coeur».

«Egli mostra come, malgrado le promesse che si possono fare quando si è innamorati e malgrado alcune eccezioni come quelle di Julie e Saint-Preux, l’amore è, nella maggior parte dei casi, sottomesso alle intermittenze del cuore» (traduzione S.Barbante).

Secondo l’analisi di Marzano, tanto in amicizia come in amore, la fedeltà è qualcosa cui l'individuo aspira, per civiltà e per proprio senso di sicurezza, tanto da arrivare a giurarla davanti a Dio. Ma l’essere umano non è per sua natura in grado di poter dare per certi i suoi stessi sentimenti, laddove egli è soggetto, forse suo malgrado, al continuo e perenne mutamento.

 

«Elle est et reste toujours un défi qui se fonde sur un équilibre délicat entre confience et trahison. Si l’absence de confience rend un trahison impossibile, vouloir effacer la possibilité même de la trahison equivaut à l’inscrire dans un immobilisme mortifière, à la transformer en un rapport de pouvoir, à l’étouffer».

 

«Essa [la fedeltà] è e resta sempre una sfida che si fonda su un equilibrio delicato tra fiducia e tradimento. Se l’assenza di fiducia rende impossibile un tradimento, voler cancellare la possibilità stessa del tradimento equivale a recintarla in un immobilismo mortificante, a trasformarla in un rapporto di potere, a soffocarla» (traduzione S. Barbante).

Il testo si presta alla lettura per la sua scorrevolezza, e per la vivacità degli esempi più noti in letteratura.

Tuttavia non è affatto da sottovalutare la “saggia ambivalenza” con cui l’autrice decide di non prendere una posizione manichea pro o contro.

Ammettere la fragilità del genere umano è, secondo Marzano, un atto dovuto, anche sulla base di un’irraggiungibile stabilità affettiva ed emotiva. Per questo promettiamo, giuriamo, pretendiamo fedeltà: perché abbiamo bisogno di credere che qualcosa possa essere più forte del tempo, del cambiamento, della morte.

Il rapporto di esclusività resta legittimato, nella letteratura come nella visione di Marzano. Come dire che nulla è eterno a priori, ma il rapporto umano si basa sull’esclusività di un sentimento, se è sincero, che esso duri una vita, una settimana, un solo giorno.

Parliamo con l’autrice

Chiedo a Michela il motivo per cui ha deciso di trattare il tema della fedeltà in un saggio.

«Perché non se ne parla molto, quasi per nulla. Si parla del tradimento, perché è più semplice da giudicare. Ma la fedeltà? Sino a che punto possiamo essere davvero fedeli e promettere di esserlo?

Ho voluto analizzare questo tema affrontandolo sul piano letterario per dare base alle mie teorie filosofiche».

Le chiedo allora perché si teme di parlare di fedeltà?

«Perché è un argomento che nell’intimo ci riguarda tutti. Chiunque prima o poi nella vita tradisce o viene tradito. Tutti prima o poi temiamo che la cosa possa riguardare noi. Non intendo la fedeltà solo in un’unione amorosa, ma anche in amicizia o ad un ideale.

Tradiamo anche noi stessi. Questo è dovuto al fatto che la fedeltà forse poggia sul bisogno di stabilità della società civile, che però non è affatto alla base della mutevolezza e fragilità della natura umana».

 

Sabrina Barbante

 

 

 

 

 

 

 

 







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