Figure di donne. Le figure femminili nei sei drammi familiari di Ibsen di Andreas-Salomé Lou
Data: Mercoledě, 07 gennaio 2009 ore 17:04:03 CET
Argomento: Rassegna stampa


 Lou Andreas-Salomé (nata a Pietroburgo nel 1861, morta a Göttingen nel 1937), è una delle figure simbolo dell'Europa di fine Ottocento-inizi Novecento. Figlia di un generale, lascia la Russia nel 1880. Vive a Zurigo, Roma, Berlino, Parigi e dal 1903 a Göttingen. Frequenta attivamente le avanguardie culturali, stabilendo legami profondi e complessi con personaggi come Nietzsche (1882), Rilke con cui viaggiò in Russia, Freud di cui fu allieva, e Tausk. Nel 1887 sposa l'orientalista F.C. Andreas.

Donna inquieta, insofferente di ogni legame, innamorata della conoscenza; la sua curiosità intellettuale era sincera e fine a sé stessa, ne affrontava i rischi con "l'intelligenza di un'aquila e il coraggio di un leone" secondo le parole di Nietzsche. A qualcuno è apparsa come una parassita che collezionava intellettuali per capirne la genialità. Fu una delle figure più discusse per le sue abilità di tessitrice di relazioni. Era decisa di vivere la propria vita secondo la sua concezione personale senza preoccuparsi di ciò che gli altri pensavano di lei.
Era scrittrice però non considerò mai lo scrivere come il suo principale impegno. Ciò che essa voleva era "scoprire la forza segreta che assoggetta l'universo e ne derige il corso", conoscerla, provarla, viverla. Amava la compagnia di uomini di intelligenza eccezionale, le sue amicizie erano basate in gran parte su una forte attrazione reciproca.Essa sapeva che l'arte dell'amore va molto più in là del semplice atto fisico, due persone possono arrivare alla pienezza dell'amore solo dopo aver raggiunto la massima intensità nell'affinità spirituale. Il suo rifiuto a continuare una relazione amorosa, una volta che la passione si era spenta, rappresentava una terribile delusione per gli uomini che l'amavano.

Figure di donne

Quest'inedito di Lou Andreas-Salomé è una riproposta dei sei drammi familiari di Henrik Ibsen, attraverso una nuova rappresentazione interpretativa delle loro figure femminili principali. Il libro non è una critica ma una riscrittura in forma poetica, attraverso la quale la Salomé dà insieme nuova vita e una diversa chiave di lettura interpretativa ai personaggi del grande drammaturgo norvegese.

Con  voce narrativa lucida e nitida, l'autrice analizza la psicologia di sei donne, le sei figure femminili dei drammi familiari di Ibsen, e i meccanismi che sottendono il loro rapporto con l'amore e con la società. Tra le costrizioni, le sovrastrutture, i vincoli e i limiti del vivere quotidiano (l'emblematica soffitta) la donna-anitra selvatica seguirà un destino diverso secondo la natura e l'inclinazione del personaggio ibseniano. L'analisi trasforma Nora, la signora Alving, Hedvig, Rebekka, Ellida, Hedda in sei donne vere, umane che affrontano le delicate e drammatiche interazioni della loro evoluzione interiore e le segue, ciascuna con la propria storia, lungo la conquista del sé o la sconfitta di una mancata maturazione. La società-soffitta è una fittizia casa di bambola che allontana Nora dalle responsabilità, la imprigiona nell’infanzia e la costringe ad andarsene. Diventa, al contrario, rete di imperativi e doveri nascosti dietro falsi ideali nella quale resta imbrigliata la dolorosa conoscenza della verità della signora Alving, che solo l'indulgenza e la pietà potranno riscattare. E diventa ancora il luogo della vera responsabilità e della libertà per Ellida, che vi farà ritorno per quietare la sua smania di sogni vaghi e illusori. E' l'autrice a rivelare, con uno stile narrativo dall'armonia straordinaria, come la disillusione si fa speranza, il dolore conoscenza, la passione dominio di sé attraverso l'anelito alla verità, alla libertà, all'emancipazione e alla crescita interiore.







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