Erosione e crescita dell'Himalaya
Data: Venerdì, 15 agosto 2003 ore 20:06:10 CEST
Argomento: Istituzioni Scolastiche


 

Può l'erosione, un processo che si verifica in pochi anni o decenni, influenzare la crescita delle montagne, che richiede periodi di tempo molto superiori? È possibile che forze di superficie, come il vento o i fiumi, contribuiscano agli spostamenti tettonici che avvengono chilometri e chilometri al di sotto della superficie terrestre?
Per rispondere a queste domande, Peter Zeitler e Anne Meltzer, geologi della Lehigh University, hanno guidato uno studio internazionale sull'erosione e i processi tettonici nei pressi di Namche Barwa, uno dei picchi più alti (7782 metri) dell'Himalaya orientale. Zeitler e Meltzer hanno di recente completato uno studio analogo sul Nanga Parbat, la vetta di 8125 metri che domina l'estremità occidentale della catena montuosa.
Entrambe le vette si trovano in una regione caratterizzata da processi tettonici estremamente attivi sotto la superficie terrestre e da forte erosione all'aria aperta dovute alla presenza dei fiumi Tsangpo e Indo. In entrambi i casi, i due scienziati ritengono che i fiumi scavino gole abbastanza profonde da indebolire la crosta terrestre, incoraggiando così l'emersione di roccia calda metamorfica e la formazione delle montagne: è come se si trattasse di un "aneurisma tettonico".
"Crediamo - scrivono Zeitler e Meltzer su "GSA Today", la rivista della Geological Society of America - che il modo e la velocità con cui le rocce di superficie vengono erose influisca su quello che sta avvenendo da 10 a 30 chilometri al di sotto della superficie terrestre". I ricercatori stanno combinando tecniche sismologiche su breve scala, metodi geomorfici e misure di GPS con osservazioni fatte su un periodo di tempo più lungo, fra cui misure geocronologiche, petrologiche e strutturali. I risultati verranno integrati in un modello a tre dimensioni e analizzati tenendo conto di una quarta dimensione, il tempo.

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