PLATONE… E LE SSIS! Intervista semiseria ad una docente di filosofia, precaria….e disgustata!
Data: Mercoledì, 13 agosto 2003 ore 09:45:01 CEST
Argomento: Opinioni


PLATONE… E LE SISSIS! Intervista semiseria ad una docente  di filosofia, precaria….e disgustata!

 

 

Gentile professoressa, cosa c’entra Platone con le SSIS?! Ci spieghi un po’….-prof.ssa Silvana La Porta

 

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Eccomi qui, come sempre a parlare di scuola. E oggi lo facciamo insieme a una docente di filosofia precaria, la professoressa Salvina Torrisi, che ha accettato gentilmente di rispondere a qualche mia domanda.

 

D:  Allora, anche per il prossimo anno scolastico soffiano venti di tempesta sui precari.Lei peraltro è reduce da anni di  gavetta.Ci racconti brevemente la sua carriera.

 

R: La mia carriera di docente precaria non differisce molto da quella di tanti altri colleghi, almeno per ciò che riguarda il faticoso iter post lauream. Nove anni fa ebbi la possibilità, anzi direi la fortuna di cominciare ad insegnare in una scuola privata, rinunciando alla retribuzione in cambio del fatidico punteggio per quasi cinque anni.  Conseguita l’abilitazione all’insegnamento, ho messo piede nella tanto sospirata scuola statale, accettando sedi disagiate e anche fuori provincia, peregrinando “dalle Alpi alle Piramidi”, pur di acquistare punteggio.

Finalmente ottengo il primo incarico annuale e nasce in me la speranza che da lì a pochi anni sarei entrata di ruolo. Una speranza che è stata troncata, quando mi sono vista esclusa dall’incarico annuale a causa dell’inserimento dei sissini nella graduatoria permanente.

 

D: Come sono cambiate da quel momento le sue prospettive di lavoro?

 

R: Più che cambiate direi che si sono drasticamente ridotte, poiché, da quando sono subentrati i sissini, mi ritrovo, anno dopo anno, scavalcata, con un notevole peggioramento della posizione in graduatoria, nonostante il costante incremento del punteggio.

 

D: C’è un punto di tale questione che mi ha fatto sempre riflettere. I Sissini sono pochi, come possono creare tale scompiglio?

 

R: Il fatto che in una società come la nostra, in cui contano i grandi numeri, una minoranza abbia avuto uno spazio così rilevante induce certamente alla riflessione. Io non credo però che si tratti di una questione di numero. La verità è che i corsi SSIS sono antidemocratici, poiché ad essi si accede a numero chiuso e con il pagamento di tasse elevate, tasse che rappresentano uno dei motivi dell’attribuzione del bonus di trenta punti.

I sissini, dunque non fanno tanto rumore per nulla, ma hanno un valido motivo per difendere un titolo d’oro. Per di più essi sembrano godere anche dell’appoggio di quasi tutte le forze politiche, che hanno evidenti interessi  nel sostenerli, seppur tacitamente, noncuranti di tutti quei docenti che, come me, hanno avuto la colpa o la sfortuna di abilitarsi con altre forme concorsuali.  Sa che, a tal proposito,  le SSIS mi fanno tornare in mente il grande filosofo ateniese Platone?

 

 

 

 

D: Platone?!Cosa c’entra con le SSIS?

 

R: Apparentemente nulla. In realtà ciò che lega il filosofo ateniese alle SSIS è il senso della giustizia, anzi il vero senso della giustizia. L’edificio speculativo costruito da Platone non è altro che il tentativo di trovare una risposta a un grande interrogativo: perché il suo grande amico e maestro Socrate è stato condannato a morte? E’ stata vera giustizia- si chiede il filosofo- quella che ha condannato un uomo giusto? Certamente no!

Allo stesso modo del grande pensatore greco io mi chiedo: è stata vera giustizia quella che ha favorito i corsisti SSIS con un lauto punteggio, sapendo bene che ciò avrebbe creato disparità tra i precari storici e i nuovi docenti? E’ stata vera giustizia dare a questi ultimi la possibilità di lavorare, privandone tutti gli altri?

 

 

D: Insomma il problema dei sissini si riduce in sostanza a un problema filosofico? Non sarà la sua una deformazione professionale?

 

R: Vorrei poter rispondere sì, ma non posso. Il problema dei sissini non è un problema filosofico nel senso tecnico del termine, ma senz’altro un problema etico. Il lavoro dovrebbe essere un diritto di tutti i cittadini, invece è diventato un privilegio di pochi.

E’ morale tutto ciò?

 

D: Certamente no. La ringrazio per la sua disponibilità e per l’efficacia argomentativa delle sue risposte.

 

R: Grazie a lei per avermi dato la possibilità di esporre il problema e, perché no, di dimostrare che la filosofia in fondo non è poi così inutile!!!

 

 

                                                             Silvana La Porta







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