Spagna: il sindacato scuola di sinistra, al contrario della FLC-CGIL, rivendica lo Stato Giuridico dei Docenti
Data: Domenica, 04 gennaio 2009 ore 20:02:44 CET
Argomento: Opinioni


Il Sindacato spagnolo scrive nell’ultimo documento, al capitolo “Razones para un Estatuto Docente” (Le ragioni per uno Stato Giuridico degli Insegnanti):

“Sarebbe sufficiente il richiamo alla Costituzione. L’articolo 103.3 della Costituzione Spagnola stabilisce che le regole delle condizioni di lavoro dei dipendenti pubblici siano definite da un proprio Statuto con rango di legge. Però, in aggiunta a questa ragione, ci sono altre ragioni di carattere giuridico, politico,educativo e di lavoro“

E’ musica per le nostre orecchie, tante sono le volte in cui l’ADi ha rivendicato lo Stato giuridico dei docenti italiani, rimasto fermo al Decreto delegato del 1974. E l’ha fatto richiamando, anch’essa, in primo luogo, il dettato costituzionale (la libertà di insegnamento, art. 33, e la riserva di legge in materia di organizzazione amministrativa, art. 97). E aggiungendo, come oggi fa il sindacato spagnolo, altre ragioni per affidare alla legge e non alla contrattazione con un soggetto privato qual è il sindacato, le sorti di questa delicatissima e fondamentale funzione. Queste ragioni sono per l’appunto di carattere politico (come il rapporto con le Regioni e l’autonomia scolastica), giuridico ( come l’esigenza di una chiara definizione del datore di lavoro, tuttora indefinito rispetto al nuovo Titolo V, non potendo più essere lo Stato), di lavoro (come l’acqusizione di un compiuto status professionale e di uno sviluppo di carriera ) ed educativo ( come la garanzia della salvaguardia dei diritti degli studenti). Contro questa sacrosanta richiesta è sempre insorto in Italia il Sindacato.

Ma vogliamo ritornare ancora sul documento del sindacato spagnolo, poiché è particolarmente interessante per l’ADI la posizione espressa nei confronti della decentralizzazione alle Comunità Autonome, cioè alle Regioni.

In riferimento alle ragioni politiche afferma il documento:

“L’esigenza di un nuovo Stato Giuridico è dovuta in primo luogo alla struttura dello Stato spagnolo, passato da un’organizzazione centralistica a un grande livello di decentralizzazione. Questo comporta un cambiamento nella concezione dello Stato Giuridico degli Insegnanti. Non è più possibile uno Statuto come quello, che era in vigore negli anni Ottanta. Lo Stato Giuridico degli insegnanti deve essere come la struttura di un grande edificio, la professione docente in tutto il territorio spagnolo. Però perché questa struttura diventi un edificio abitabile, meglio di quanto non lo sia ora, occorre svilupparla e completarla in ciascuna Regione. Bisogna sistemare le pareti e mettere i mobili in funzione delle caratteristiche di ciascuna Regione. Il processo di elaborazione dello Stato Giuridico non terminerà con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. A quel punto comincerà un nuovo processo che dovrà essere sviluppato e completato in tutte le Regioni”

E’ quanto abbiamo sempre pensato per il nostro Paese, dopochè nel 2001 un governo di centrosinistra promosse il nuovo Titolo V della Costituzione.

Ma anche alla decentralizzazione i Sindacati italiani si sono opposti e si oppongono.

Che senso ha allora dividersi oggi in pseudo schieramenti di destra e di sinistra? E’ davvero ora di farla finita con trite contrapposizioni che nella scuola hanno solo messo in marcia l’immobilismo.

Noi vogliamo augurarci che sullo Stato Giuridico degli Insegnanti cessino sterili divergenze fra schieramenti, e in Parlamento maggioranza e opposizione ricerchino punti di convergenza, con il più ampio coinvolgimento degli insegnanti .







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