CARI POLITICI, PER IL 2009 PENSATE ALLA FAMIGLIA
Data: Giovedì, 01 gennaio 2009 ore 00:00:00 CET
Argomento: Opinioni


L'Italia ha tanti problemi, alcuni urgentissimi: lavoro, pensioni, scuola, immigrazione. Tutti si intrecciano in un luogo preciso della nostra vita individuale e sociale: la famiglia. A sua volta, trattata come "problema", senza che ci sia qualcuno che voglia risolverlo.

Mai come in questi anni s’è parlato tanto di famiglia. Il più delle volte, per dirne male. O anche per smontarla. Si è parlato tanto di famiglie, ma per dire "Dico" o Pacs. Per illuderle prima con vuote promesse elettorali, per deluderle poi quando la montagna ha partorito striminziti topolini: bonus, social card, una tantum. Provvedimenti tampone, che non tamponano un bel niente.

Intanto, l’Istat certifica che è aumentata dal 4,2 al 5,3 per cento la quota di famiglie che ha dichiarato di non aver avuto i soldi per il cibo almeno una volta nell’anno; salgono dal 10,4 al 10,7 per cento le famiglie che non riescono a riscaldare adeguatamente la casa; dal 10,4 all’11,1 per cento quelle che hanno vissuto "momenti con insufficienti risorse" per le spese mediche; dal 16,8 al 16,9 per cento quelle in difficoltà per l’acquisto di abiti necessari; il 15,4 per cento delle famiglie arriva con molta difficoltà alla fine del mese.

Si dirà: Famiglia Cristiana ha il chiodo fisso. Sì, abbiamo proprio il chiodo fisso, perché quando si parla di problemi, è inevitabile parlare di priorità. E la priorità assoluta del nostro Paese è la famiglia (altro che "presidenzialismo"!), che, al tempo stesso, è il luogo in cui si formano le storie personali, la porta attraverso cui ogni persona fa il suo ingresso nella società ma anche il volano dell’economia. Chi sono i consumatori e i risparmiatori? Chi mantiene i giovani che ancora non lavorano? Chi svezza i bambini e si prende cura degli anziani? La famiglia, sempre e soltanto la famiglia, vero "ammortizzatore sociale". Ma fino a quando?

Nessuno fa nulla per metterla in condizioni di svolgere appieno il suo ruolo educativo e sociale. Anzi, nessuno in Italia ha mai fatto nulla per la famiglia, se non spremerla sempre più, di Governo in Governo, con buona pace anche del ministero per la famiglia del Governo Prodi. Quel che serve è una vera e propria "rivoluzione", un cambio radicale di mentalità. Bisogna rompere schemi che servono solo alle "caste" dei politici; smontare un sistema che penalizza la famiglia.

Si apre un nuovo anno e Famiglia Cristiana torna a battere sul suo chiodo fisso, per dire che occorre mettere la famiglia al centro di tutto. Non sono più rinviabili interventi strutturali, di lungo periodo, fiscali ma non solo. Servono strumenti nuovi, non per rabberciare i bilanci familiari, ma per dare alle famiglie quel che è giusto: chi ha più figli deve pagare meno tasse. Perché s’è deciso di mettere una pietra sopra il "quoziente familiare", almeno per i prossimi anni?

Oggi la politica pare un gatto che si morde la coda, già spelacchiata. I pensionati sono troppi, i disoccupati pure, i "consumatori" consumano sempre meno. È difficile capire che le nascite ridotte al lumicino ci penalizzano ancor di più? Che siamo un Paese senza futuro? E che è indispensabile una politica familiare per favorire la natalità ed evitare il declino?

Comincia un nuovo anno, che si prospetta anche difficile. Noi poniamo la speranza nella famiglia, invitiamo la politica a ripartire da essa. Al Sesto incontro mondiale delle famiglie, che si terrà dal 16 al 18 gennaio in Messico, si parlerà del loro ruolo nella Chiesa e nella società. Speriamo se ne parli anche in Italia!

Buon Anno, cari lettori.

DA FAMIGLIA CRISTIANA







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