Cosa chiediamo per i docenti nel 2009
Data: Mercoledì, 31 dicembre 2008 ore 14:50:56 CET
Argomento: Redazione


La valutazione delle prestazioni professionali ed i riconoscimenti connessi devono consentire il superamento di una mortificante condizione retributiva e sociale, ma anche il punto di partenza per il miglioramento di un'immagine sociale deformata dai media e non corrispondente alla realtà.


Ciò che non viene mai valutato finisce con il perdere valore: e così l'opinione pubblica ha finito con il convincersi che gli insegnanti corrispondano a quelle vere e proprie caricature della professione diffuse da YouTube o dalle cronache dei telegiornali.
Una infima minoranza della categoria ha sovrapposto la propria immagine a quella di una grande maggioranza di professionisti seri, cui non viene data un'opportunità per dimostrare il proprio valore.


Chiediamo per i docenti nuovi meccanismi di reclutamento, che permettano ai giovani di accedere alla funzione in tempi ragionevoli e brevi, dipendenti solo dalla loro preparazione e dal loro impegno, anziché estenuarsi nell'attesa che venga il loro turno, solo per effetto del trascorrere del tempo.


Chiediamo per tutti opportunità di seria formazione in servizio, indispensabile per la progressione di carriera e comunque da inserire fra gli obblighi deontologici della professione.
Formazione non necessariamente erogata dall'Amministrazione, ma comunque sostenuta economicamente in misura significativa.
I veri professionisti hanno il diritto ed il dovere di guardarsi intorno per scegliere quel che meglio corrisponde alle loro necessità ed ai loro interessi: salvo accettare che siano valutati gli esiti.


Chiediamo per i docenti una vera libertà di insegnamento: non la sua deformazione sindacale, che ha finito con lo sfigurare la professione.
Libertà di insegnamento è il necessario complemento dell'autonomia: e come quella si accompagna alla responsabilità ed alla valutazione per i risultati.

 

Il vero ostacolo a questa libertà non è mai stato dentro la scuola, nei poteri del dirigente, come in mala fede si è voluto far credere; ma fuori di essa, nel centralismo burocratico e nello strapotere della politica sindacale.
Chi pretende di dettare agli insegnanti i modi, i contenuti ed i tempi del loro insegnare nega la loro libertà.
E chi solletica il desiderio dei meno professionali fra loro di non rispondere di quel che fanno dimostra di non tenerli nella giusta considerazione.





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