DIRIGENTI E ATA: CHI CONTROLLA IL LORO ORARIO DI LAVORO?
Data: Venerd́, 26 dicembre 2008 ore 10:42:57 CET
Argomento: Opinioni


DIRIGENTI E ATA…CHI CONTROLLA IL LORO ORARIO DI LAVORO?


Quali sono le categorie di lavoratori della scuola? No, perché adesso andiamo a fare un discorso più concreto. Riguardo all’orario di lavoro, intendo dire. Innanzitutto ci sono gli insegnanti. Quelli, ormai l’abbiamo capito, non fanno niente tutto il giorno, rubano i soldi allo stato e si fanno fare le leggi a loro favore, come quella dell’ora ridotta di 50 minuti. Ok, non ne discutiamo più, è la peggiore e più invisa categoria dell’istruzione italiana.
Ma guardiamo all’orario di lavoro delle altre categorie. Innanzitutto c’è una differenza con quello dei docenti: il nostro è facilmente controllabile, le ore sono quelle e non si scappa, c’è la classe scoperta, ci sono gli alunni, i genitori, i colleghi che ti devono sostituire. Non si scappa. Saranno nemmeno diciotto ore, ma ci sono tutte.
Ma le altre categorie? Iniziamo dai presidi. Non crediamo che tutti siano onnipresenti, ligi al loro orario di lavoro come stakanovisti. Mi dicono di scuole dove i presidi si vedono col binocolo, lasciano ogni impiccio ai vice e chi s’è visto s’è visto. Sono sempre in provveditorato, ma chi ne sa nulla? Bene, che orario fanno questi dirigenti? Questo a Brunetta e alla Gelmini non interessa. Il problema sono i cinque minuti delle ore dei docenti.
Procediamo. Poi c’è il personale di segreteria. Anche qui chi controlla a che ora arrivano questi lavoratori e a che ora vanno via? Qualcuno non rosicchia dei minuti allo Stato? Magari arriva alle 8 e 20 invece che alle 8, va via alle 13 e 45 invece che alle 14, ma chi se ne accorge? Nessuno. Il problema sono sempre i cinque minuti delle ore dei docenti.
Infine ci sono i collaboratori. Anche loro hanno un orario di lavoro abbastanza elastico.  Ricordo che in una mia vecchia scuola, alle 13 e 25 entrava la collaboratrice, affannata. Poverina, era sordomuta. Gesticolava come una pazza. Lì per lì con i ragazzi non capimmo. Poi fu chiaro: ci faceva segno di smettere la lezione. Perché doveva cominciare le pulizie. Perché se ne doveva andare in fretta, aveva l’autobus. E prima del tempo giusto, Io la presi con filosofia, pensando al suo stato. Ma era un dato di fatto che si finiva prima di quando si doveva finire. Ma non importa. Il vero problema sono i cinque minuti delle ore dei docenti.
Insomma tutti rosicchiano, ma i dossier sono solo su alcuni argomenti. Cioè le famose ore dei docenti, sempre loro, sempre lì.
Per non parlare, ma qui dovremmo aprire un capitolo immenso, della presenza e assenza dei lavoratori negli uffici pubblici.
Insomma storie di ordinaria follia della pubblica Amministrazione, solenne frase con la quale conclude Tuttoscuola il suo dossier, ce ne sono tante, signori miei. E non riguardano solo, come si vuole in buona o in mala fede fare credere, gli insegnanti.


Silvana La Porta






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