Vivamus, mea Lesbia, atque amemus
Rumoresque senum severiorum
Omnes unius aestimemus assis.
Soles occidere et redire possunt:
nobis cum semel occidit brevis lux,
nox est perpetua una dormienda.
Da mi basìa mille, deinde centum,
dein mille altera, dein secunda centum
deinde usque altera mille, deinde centum.
Dein, cum milia multa fecerimus,
conturbabimus illa, ne sciamus,
aut nequis malus invidere possit,
cum tantum sciat esse basiorum.

Viviamo, o mia Lesbia, e amiamoci

e i brontolii dei vecchi troppo arcigni stimiamoli una lira.

I giorni possono tramontare  e poi risorgere;

ma noi, una volta spenta la breve luce della vita,

siamo destinati a dormire una notte senza fine.

Dammi mille baci, e quindi cento,
 poi dammene altri mille, e quindi cento,
 quindi mille ancora, e quindi cento.

Infine quando saranno tantissimi,

li mescoleremo, per non saperne più il numero,

e affinchè nessun invidioso possa farci il malocchio,

sapendo che ci diamo così tanti baci.

(traduzione di Silvana La Porta)