''RICREAZIONE'': ''HO SCELTO IL LICEO CLASSICO: HA UNA MENSA DA SOGNO''
Data: Giovedì, 18 dicembre 2008 ore 11:30:01 CET
Argomento: Opinioni


“HO SCELTO IL LICEO CLASSICO: HA UNA  MENSA DA SOGNO”


Mi sono iscritto al liceo perché c’è una bella, grande, pantagruelica, luminosa mensa. Me l’avevano detto in tanti: iscriviti al liceo, c’è una mensa, ma una mensa che nemmeno la immagini, smisurata così tanto, ma tanto da leccarsi i baffi. Così l’ho detto alla mamma: mamma, voglio iscrivermi al liceo. Al liceo classico, proprio quella bella scuola grande grande, nuova e spaziosa, con una bella mensa. Lei, a dire il vero, mi consigliava il liceo scientifico: è meglio, mammina, al liceo scientifico si esce ogni giorno alle dodici e mezza, così non ti viene pesante, che ne pensi?
Così abbiamo discusso per giorni e giorni, io parlavo di quella mensa da golosi, dove avrei potuto sempre rifugiarmi per qualunque mio desiderio improvviso; lei ribatteva dell’uscita alle dodici e mezza, di come era comoda, e di quanto era comoda, per i suoi orari di lavoro: avrebbe potuto venirmi a prendere senza difficoltà, senza correre per strada, e poi rientrare in ufficio senza preoccupazioni.
Ho vinto io. A gennaio mi sono iscritto al liceo classico e ho cominciato a sognare tutto quel ben di Dio, bello lì in esposizione prima della ricreazione. Nel sogno poi pizzette, arancini, patè, cartucciate, panini con prosciutto e maionese, cornetti, sfoglie e cannoli si ingigantivano, abnormi nella fantasia, alimentata da mille voci favorevoli e accattivanti: vieni al liceo, al liceo c’è un mondo di cibo allettante e profumato. E quel profumo si spande, sai, sale insinuante lungo le scale, striscia per i muri dei corridoi, balza giù, e lungo l’innocua fessura tra porta e pavimento, entra nell’aula. Non vorresti lasciarti trascinare, il professore spiega. Ma, mentre le orecchie si tendono, svogliate, e le sue parole si affastellano, complicate, lo avverti, cominci inconsapevolmente ad aspirarlo, lo accogli pienamente nelle narici. Da lì ti invade il corpo, ti mette in agitazione, l’acquolina pervade il palato. Il ventre comanda la mente, imperioso. Vuoi uscire. Adesso lo sai con certezza. Basta disequazioni, basta Leopardi, basta leggi di Mendel. Vuoi uscire, vuoi andare alla mensa.
E se no, perché ti saresti iscritto?

Silvana La Porta






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