Con la trasformazione delle graduatorie
provinciali da permanenti ad esaurimento
centinaia di docenti catanesi
si sono trasferiti in uffici scolastici lontani
da Catania con la speranza di ottenere
l’ammissione in ruolo. Una
scelta razionale in considerazione del
fatto che le graduatorie ad esaurimento
degli ex provveditorati del Nord
erano senz’altro meno affollate
rispetto a quelle dell’ufficio
scolastico provinciale
di Catania. Il ministero, in
questo caso, prevedeva anche
uno svantaggio, quello -
nel caso di un eventuale
rientro nella propria città -
di essere inseriti in coda alla
graduatoria, a danno della
meritocrazia. Non veniva
considerato, infatti, il punteggio
totalizzato dai docenti
precari. Molti insegnanti non di
ruolo hanno presentato ricorso al Tar
del Lazio che ha dato loro ragione.
I giudici amministrativi laziali hanno
annullato il provvedimento ministeriale,
che, appunto, prevedeva la
collocazione in coda dei docenti precari
che avessero scelto, soprattutto
per motivi familiari, di rientrare nella
sede di residenza. Finire in coda negli
elenchi avrebbe comportato che un
docente precario, per essere immesso
nei ruoli , per esempio in una sede come
Catania, avrebbe dovuto attendere
anni ed anni, soprattutto in classi di
concorso affollatissime. Il Tar del Lazio
ha evidenziato che il criterio della meritocrazia
non poteva essere annullato
qualora un docente avesse deciso di
trasferirsi altrove, non tenendo conto
quindi del vincolo dell’immobilità. Per
i giudici del Tar del Lazio, l’insegnate
precario che si trasferisce in un altro
ufficio scolastico provinciale dovrà
conservare il punteggio e lo scaglione
in cui si trovava nella graduatoria dell’ex
provveditorato agli studi di provenienza.
E’ prevedibile che l’amministrazione
impugnerà
l’ordinanza del Tar del Lazio
dal momento che potrebbe
apportare una vera e propria
rivoluzione nelle graduatorie
provinciali, Vero è
che la sentenza del Tar è
esecutiva, ma è altrettanto
vero che il Consiglio di Stato
potrà, in via cautelare
sospenderla. E’ quasi certo
che, visto che le graduatorie dovranno
essere aggiornate con l’ulteriore punteggio
acquisito dai vari aspiranti,
l’amministrazione potrebbe accogliere,
e dare esecuzione, all’ordinanza
emessa dai giudici laziali. Due ordinanze
che fanno scalpore: la prima,
quella di Catania, che, come abbiamo
pubblicato, ha dato ragione ai familiari
degli alunni disabili ai quali dovrà
essere assicurato il docente di sostegno
contro i tagli del Governo, l’altra,
quella laziale, che darà la possibilità a
molti docenti catanesi emigrati al
Nord di rientrare nella sede di residenza
non andando a finire in coda delle
graduatorie.
MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)