Si parla tanto di integrazione tra le politiche sociali delle persone con disabilità e poi..........
Data: Luned́, 15 dicembre 2008 ore 17:30:12 CET
Argomento: Comunicati



«Le assunzioni sono bloccate». La voce dall´ufficio concorsi dell´ateneo, vecchia di dieci giorni fa, ha qualche «imbarazzata reticenza».

E si capisce, deve dire a uno come Emiliano Sali, 37 anni, due dei quali passati su una sedia a rotelle per un incidente in moto, fisico, militante di lungo corso della precarietà accademica, assegnista, che il posto di lavoro - quello fisso - non c´è più. Ha vinto il concorso come tecnico laureato a novembre, avrebbe dovuto cominciare a lavorare a fine 2008, primi 2009. Invece. «Era pure la giornata mondiale dedicata alle persone disabili: il presidente Napolitano aveva appena detto che le università devono valorizzare al meglio le risorse possedute dai diversamente abili e promuovere le loro abilità fisiche e mentali».

Invece: l´ateneo revoca i concorsi, dicono che è colpa della legge 180 riformata che separa le accademie in virtuose e non virtuose (dipende dal rapporto spese per il personale e fondo di finanziamento ordinario). Firenze finisce fra le seconde e le assunzioni sono bloccate. Emiliano si procura il testo della legge: «Pur non essendo esperto di aspetti legali, curiosamente constato che la legge 180 non sembra modificare l´articolo 66, comma 13 della legge 133 laddove quest´ultima escludeva le categorie protette da ogni blocco di assunzione». Per fare quel concorso, Emiliano ha dovuto lasciare l´assegno di ricerca - 1200 euro al mese - e da settembre è senza stipendio: ha una compagna (medico, precaria pure lei) e una bambina di tre anni che in salotto sta arredando l´albero di Natale.


E´ come se la vita con lui alzasse un'altra volta il prezzo. Certi incroci sono inevitabili e senza rimedio: «E´ successo il 4 giugno del 2007, avevo finito il lavoro al laboratorio del polo di Sesto, dipartimento di Fisica, ero precario avevo un assegno di ricerca. Appena uscito, in moto, l´incidente». Velocità ridotta, caduta, responso senza appello: lesione irreversibile al midollo. Fine delle corse. La vita ricomincia da un´altra parte dello stesso mondo, quella dove i gradini diventano pareti e battere sui tasti del computer con il solo dito pollice una conquista. Emiliano Sali ha scritto una lettera ai giornali che si intitola: «Come lasciare un disabile... a piedi».

Ripercorre le tappe di questa sua storia sbagliata: da disabile, senza Inail, può contare su una pensione di poco più di 240 euro al mese, perché «gli invisibili» partono da dietro, non vale la stessa linea di partenza: «Tutti hanno cercato di aiutarmi al mio dipartimento, ma non dipende da loro. Io non capisco di chi sia la colpa: del governo che vuol far pagare la crisi anche ai disabili o del governo che non sa scrivere una legge che ci tuteli? O dell´università disposta a colpire un quasi-dipendente disabile pur di risparmiare qualche euro? O dell'università incapace di interpretare correttamente la legge?».
(14 dicembre 2008)





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