CATANIA, ISTITUTO NAUTICO: FILMANO IL FONDOSCHIENA DI UNA RAGAZZA E LO MANDANO SU YOU TUBE
Data: Sabato, 13 dicembre 2008 ore 15:08:41 CET
Argomento: Comunicati


Filmano il fondoschiena della compagna e lo mandano, commentato, su You Tube  


Pinella Leocata
 Il fondoschiena di una ragazza in primo piano e, sullo sfondo, gli apprezzamenti pesanti e volgari di qualche compagno di classe. Tutto ripreso in primo piano con il cellulare e mandato su You Tube. Un atto di bullismo come, purtroppo, ne succedono ogni giorno nelle scuole italiane. Un caso che probabilmente si sarebbe esaurito con una ramanzina in classe se non non ci fosse stata una doppia aggravante: il nome della scuola, l'istituto Nautico Duca degli Abruzzi, dato in pasto sul sito, e un'inquadratura del docente che poi, ulteriore sfregio - così è stato percepito dalla scuola - è l'insegnante di religione.
 I genitori della ragazza molestata, informati del video, si suppone dalla stessa figlia, hanno denunciato subito il fatto alla direzione e sporto querela alla polizia postale che ha subito oscurato il video. Ma la gravità del caso resta ben presente. Cosicché la scuola convoca i genitori degli allievi della classe per metterli al corrente e valutare il da farsi. La classe viene sospesa per qualche giorno, tutta, e questa scelta fa indignare la mamma di un ragazzo che, il giorno del fattaccio, non era a scuola. Offesa nel suo senso di giustizia e nel modo di vivere la propria religiosità, la signora prende carta e penna e denuncia l'episodio al vescovo, al preside e al nostro giornale. Ad indignarla, più dell'ingiustificabile comportamento dei ragazzi, è la risposta della scuola che non distingue le singole responsabilità e colpisce nel mucchio. Soprattutto non accetta che la principale motivazione addotta dai docenti per la punizione inflitta a tutta la classe sia che «i ragazzi hanno specificato che il video è stato girato durante l'ora di religione, mettendo il nome dell'istituto e mostrando il volto dell'insegnante. E se l'avesse visto il vescovo?». Per lei, cattolica, questo è troppo, uno spostare l'attenzione dal reale problema - il comportamento dei ragazzi - ad un altro. Inoltre l'insegnante in questione ha declinato ogni responsabilità dicendo di non avere visto nulla poiché i ragazzi avevano alzato una barriera di zaini. Un modo, suo avviso, «di farsi scudo dei ragazzi per coprire la propria negligenza», un lavarsene le mani, come Pilato, come don Abbondio. Inoltre punire tutti, anche chi non ha ripreso il fondo schiena della compagna e non ha fatto apprezzamenti, persino chi era assente, a suo avviso è grave, perché «così insegniamo ai nostri figli che non esiste giustizia, anzi che non esiste una giustizia commisurata alla colpa». E poi la sospensione non le sembra la punizione più utile. Infine, poiché non apprezza l'esempio dato dal docente di religione, annuncia che ritirerà il figlio da questo insegnamento.
 Una valutazione che il vice-preside del Nautico, il prof. Aldo Cicero, non condivide. «Il video dura 4 minuti e 26 secondi, una piccolissima parte di un'ora - esordisce - e non sappiamo quando è stato girato, che cosa è successo prima e dopo nella classe. Sembra che si fosse all'inizio della lezione nel corso della quale il docente porta dei giornali da leggere e commentare in classe. Se non ha visto quando succedeva è perché stava discutendo con uno degli allievi. E poi erano quasi tutti i ragazzi a fare baldoria, in modi diversi». Come dire: al docente può capitare di non vedere che cosa succede in classe. Ancora. A suo avviso non c'è stata alcuna punizione indiscriminata. Il ragazzo che ha girato il video si è assunto tutta la responsabilità dell'accaduto scagionando i compagni che hanno fatto gli apprezzamenti, ed è stato sospeso per 14 giorni, gli altri sono stati sospesi per 3 giorni più altri 3 da impiegare in classe con attività didattiche aggiuntive. «La decisione è stata presa dal consiglio d'istituto a maggioranza, due docenti si sono astenuti, e con l'adesione dei due rappresentanti dei genitori, eletti proprio per affrontare il caso, e dei due rappresentanti di classe che hanno convenuto che si meritavano, tutti, una punizione per essersi comportati male già dall'inizio dell'anno». Come dire: decisione giusta e condivisa.
 
Pinella Leocata  


La ragazza va a scuola con i pantaloni a vita bassa. Durante l'ora di religione i compagni fanno un po' di caos per distrarre il prof. e girano un video con fondoschiena in primo piano e apprezzamenti pesanti. Obiettivo: andare su You Tube. Fatto grave che la scuola catanese sanziona sospendendo per giorni tutta la classe, compresi gli estranei al fatto, compresi gli assenti. E una mamma insorge. Innanzitutto perché reputa un cattivo insegnamento colpire nel mucchio, non fare giustizia commisurando la pena alla colpa, e poi perché la scuola, a suo avviso, più che dal fatto, si è sentita colpita nella reputazione. Il nome dell'istituto sbattuto in video, docente di religione compreso. «E se l'avesse visto il vescovo?». Un modo di argomentare che la donna, cattolica, considera pilatesco, da sepolcri imbiancati, tant'è che ha deciso di ritirare il figlio da questa ora di religione, perché non abbia cattivi esempi.
 La classe come un microcosmo dove esplodono mode, tensioni, desideri, conflitti. Esplodono e vengono sedati, in fretta, perché il conflitto aperto e leale è bandito dalle relazioni sociali accettate e perché, piuttosto che andare al cuore dei problemi e cercare di darvi una risposta, insieme, scontrandoci e trovando una via d'intesa, ci si ferma alla forma, all'apparenza, all'immagine. E poiché a questa ci si affida interamente, poiché solo questa sembra contare nella nostra società, e a questa si sacrifica tempo, energie e vita, ecco che l'immagine, compresa quella di una scuola, diventa, lei sì, sacra. Forse più dell'ora di religione ai quali anche i laici si sono inchinati acriticamente, per non offuscare la propria immagine davanti a potenziali elettori. Ma i giovani meritano rispetto. Meritano lealtà, verità, coraggio, sincerità. Bisogna ripartire dall'esempio.






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