ESISTE LA PAROLA ''NICHEFOBIA'', ''PAURA DI VINCERE''?
Data: Venerd́, 12 dicembre 2008 ore 00:05:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


“Nichefobia”, dal greco, paura di vincere. Non l’ho trovata consultando il vostro sito.

 
Né del resto sarebbe probabile trovare questo termine in un qualche accreditato dizionario specialistico, per non parlare di altri validi dizionari generalisti della lingua italiana dell’uso, in quanto si tratta di una voce di dubbio conio scientifico, come non pochi dei tanti composti con -fobia (‘paura’) contenuti nei dizionari di lingua italiani, indicanti una paura morbosa per quanto espresso dal primo elemento di composizione.
 
Scrive Luca Serianni nel recente Terminologia medica: qualche considerazione tra italiano, francese e spagnolo (in «Studi di lessicografia italiana», vol. XXV, Le Lettere, Firenze 2008, p. 254): «Anni fa m’è capitato di verificare [nel saggio Un treno di sintomi – I medici e le parole: percorsi linguistici nel passato e nel presente (Garzanti, Milano 2005), in particolare alle pp. 220-226] l’esistenza di fatto solo lessicografica, cioè non sostenuta né dall’uso dei trattati medici né dalla competenza orale degli psichiatri, della grande maggioranza dei termini in -fobia (da ailurofobia ‘paura morbosa dei gatti’ a cremnofobia ‘paura morbosa dei precipizi’): una parcellizzazione terminologica già sospetta a priori, se si tiene conto che la fonte fobica è perlopiù secondaria per orientare la terapia e che un siffatto scialo di tecnicismi a base greca o greco-latina, già improbabile nella vecchia Europa, sarebbe ancora meno immaginabile nelle riviste e nei congressi della medicina anglosassone, ossia all’ambiente oggi dominante […] nelle scienze biomediche».
 
Accogliamo dunque nichefobia come una espressiva coniazione colta, buona per il giornalismo di colore, come in questo esempio di articolo sportivo, tratto dal numero del 16 marzo 1999 del «Corriere della Sera»: «Ambiente scosso. Nichefobia, dal greco letteralmente paura della vittoria, la chiamano gli psicologi. Un virus che secondo alcuni avrebbe aggredito Mancini e compagni ad Empoli e che di sicuro sembra aver contagiato la porzione di città di fede biancoceleste».






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