LA LENTA AGONIA DEL VECCHIO OSPEDALE DI GIARRE
Data: Giovedì, 11 dicembre 2008 ore 16:46:08 CET
Argomento: Opinioni


Lo vedo quando voglio dinanzi a casa mia il vecchio ospedale "S. Isidoro e S. Giovanni di Dio", un edificio carico d'anni, opera di munifici donatori che ne illustrarono anche di tasca loro la valenza. Siamo al centro di Giarre per un nosocomio che cura la salute di circa 120.000 abitanti con una decina di paesi che vi gravitano. La sede del nosocomio mi sta nel cuore anche perché feci parte per oltre un quinquennio del consiglio di Amministrazione allora presieduto dal cav. Rosario Calì. Fui nominato a rappresentare il Vescovo acese mons. Pasquale Bacile. Nell'edificio in cui operavano ottimi medici v'era però giustificata depressione per le carenze ambientali. Vecchia la "sedes charitatis", insufficiente a soddisfare una utenza sempre più numerosa. Alle nostre spalle però c'era un sindaco vigoroso, Pippo Russo, che ci dava coraggio e non si stancava di prometterci che l'ospedale avrebbe avuto una degna sede. Ci vollero trentacinque anni per un nuovo ospedale inaugurato da oltre un decennio, un edificio grandioso che a vederlo non ci si stanca di recitare eterna requie per l'instancabile Onorevole giarrese.
 Da qualche anno però aleggia sullo splendido edificio una malaugurante profezia. Si diceva e si dice ancora che chiuderà. Si lamentano carenze di personale, ristrettezze economiche, pochezza di valide attrezzature. La diceria si fa pressante sino a far scrivere su AetnaNet dall'ottima Silvana La Porta testualmente: "Giarre chiuderà: se nessuno fa niente, potete giurarci. Chiuderà. Amen". Presagio per una sorta di eutanasia, dolce morte senza accanimento terapeutico.
 Sull'onda di un marcato pessimismo l'Amministrazione comunale si è da parecchio tempo mossa. Ad una manifestazione pubblica hanno partecipato i sindaci dei Comuni interessati e parlamentari di tutti gli schieramenti. Poi i discorsi infiorati di ottime promesse. A sentirli sopravverrebbe un cauto ottimismo. Ma dopo i discorsi? Un signore a me vicino ha sussurrato: «Sono venuti a porgere sincere condoglianze». Convincenti tutti i sindaci, ma soprattutto quello della leonessa con gli artigli spianati il sindaco Teresa Sodano. Si batterà con tutti gli altri colleghi. Il pericolo di chiusura o di forte ridimensionamento incombe. Ma potranno tornare a Giarre a testa alta gli onorevoli parlamentari presenti se sciaguratamente la cara Silvana dovesse aver ragione nei fatti? Pensiamo al positivo. C'è pronto a rivoltarsi nella tomba anche lo scomparso, l'indomabile Russo, per venticinque anni ottimo "patronus" della "sedes charitatis"!
 Girolamo Barletta






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