Ma è proprio vero che gli insegnanti desiderano andare in pensione? A giudicare dalla commozione di oggi…NO! – Prof.ssa Silvana La Porta

Aula magna.Ore 12:00. In una sala gremita di una caldissima giornata d’estate si è svolta una altrettanto calorosa festa d’addio per cinque insegnanti che hanno speso parte della loro vita tra le pareti delle aule scolastiche. Erano lì, in prima fila, eleganti, commossi e tesi, col desiderio palese di celare l’emozione: così, con semplicità, Salvatore Scalia, Giuseppe Maugeri, Michele Agazzani, Maria La Rosa, Carmelina Impellizzeri hanno salutato, con un nodo in gola, il loro mondo di sempre, quella scuola, magari a tratti anche odiata, ma  da sempre fulcro della loro esistenza.

Il preside, Carmelo Torrisi, quasi comprendendo l’ imbarazzo e il  pudore, ha dedicato loro poche, icastiche parole, definendone in un attimo caratteri e debolezze.

Ecco allora il Prof. Scalia, collaboratore del preside e responsabile del plesso "Verga" , uomo sempre presente, solerte e vitale, burbero nei momenti di stanchezza, ma alacre nella frenetica attività  quotidiana dell’istituzione scolastica; Michele Agazzani, schivo e riservato,  ma pronto a sostenere a scuola l’insegnamento dell’Informatica; Giuseppe Maugeri  uomo pratico ed efficiente, votato ai ragazzi senza riserve; Maria La Rosa, donna forte e generosa, che ha fatto tesoro dei suoi lunghi anni da insegnante di Sostegno per avvicinarsi ai giovani con sensibilità e amore; Carmelina Impellizzeri, lavoratrice infaticabile, silenziosa, tacita, lontana da ogni clamore ma sempre tenacemente attaccata alla scuola. Tutti  diversi, dunque, ma tutti ugualmente validi professionisti.

Dopo queste parole al silenzio seguono gli applausi, tanti, sentiti e sinceri, tra facce dagli occhi lucidi e sorrisi di felicità. Poi fiori per le donne, insieme a un piccolo regalo per tutti i festeggiati, attestato di stima e affetto da parte dei presenti,  e un saluto finale per cinque docenti che si avviano, dopo una faticosa, ma valida carriera, al momento dei ricordi, quando la scuola sarà nella loro mente solo il vociare confuso dei loro alunni, il brandello di un mondo giovane certo irrimediabilmente perduto, ma da loro generosamente educato.

                                                          Silvana La Porta