PETIZIONE CONTRO L'OBBLIGO DELLE CATTEDRE DI 18 ORE
Data: Luned́, 01 dicembre 2008 ore 11:14:22 CET
Argomento: Comunicati


« L'obbligo di ricondurre a 18 ore alcune cattedre delle secondarie è già stato introdotto nel nostro ordinamento dall'articolo 35, comma 1, della legge 289/2002. Il dispositivo prevede il riempimento delle cattedre fino a 18 ore, tramite la sostituzione delle cosiddette ore a disposizione con ore di lezione frontali. Non di meno, la stessa norma prevede una sorta di clausola di salvaguardia: il riempimento va effettuato a patto che non si creino situazioni di soprannumerarietà. Il limite non vale, però, se la soprannumerarietà deriva dall'utilizzazione di spezzoni compresi in cattedre orario esterne.
In buona sostanza, dunque, i docenti che insegnano in una sola scuola non corrono rischi.
Non è così, invece, per coloro che insegnano in più scuole, perché gli spezzoni di cui si compone la loro cattedra possono essere utilizzati per riempire le cattedre degli insegnanti che lavorano in una sola scuola. Pertanto, laddove i posti risultassero vacanti, questi saranno comunque soppressi, determinando una diminuzione di posti vacanti, quindi con effetti negativi sui posti disponibili per la mobilità e per le nuove assunzioni.

In data 6 giugno 2003 in un'Interrogazione presentata dalla sen. M.Chiara Acciarini dei DS al ministro della Pubblica Istruzione Moratti si legge:
    •     "Vorrei sapere dal ministro se sono state valutate le pesanti conseguenze dell'accorpamento di tutte le cattedre a 18 ore - Questo provvedimento, contenuto nella legge finanziaria per il 2003, provoca gravi danni alla didattica, perché impedisce agli insegnanti di sviluppare le attività che garantiscono la qualità alla scuola, come l'organica collaborazione nei consigli di classe, le supplenze, le attività di sostegno.
    •     Pur di risparmiare, il ministro ha pianificato a tavolino una norma 'sfascia cattedre' che costringe a disarticolare corsi di studio finora positivamente integrati come quelli di italiano e storia, di matematica e fisica, di italiano e latino, senza alcuna attenzione, appunto, né alla qualità né alla continuità dell'insegnamento, né tantomeno agli insegnanti e agli studenti."
Questo fino al 2006. Poi Fioroni, ministro dell'istruzione nel governo Prodi di cui faceva parte anche la Senatrice Acciarini, inasprì questa previsione, trasformando eventuali cattedre interne in cattedre orario esterne. In più sulla base dell'idea di eguaglianza e di parità di trattamento la riconduzione a 18 ore venne estesa anche alle classi di concorso che non erano state interessate dalla riconduzione nella precedente tornata.

Attualmente il decreto legge 133/08 del ministro Gelmini grazie alla saturazione «di tutte le cattedre di scuole di I° e II° grado» a 18 ore porterà:
alle scuole medie, tagli per 2.700 posti, mentre
alle superiori 5.000 posti in meno.
Cosi il governo, in base ad una logica di natura puramente contabile sta procedendo sistematicamente all'applicazione della norma introdotta dalla L.289/02 e consolidata dalle leggi finanziarie successive approvate senza alcuna discussione politica in parlamento come sta succedendo sempre con le leggi finanziarie.

A questo punto noi, dopo una pluriennale esperienza della saturazione a 18 ore delle cattedre, ribadiamo la forte preoccupazione per le gravissime conseguenze sul piano didattico e pedagogico e sul funzionamento della scuola, poiché non si tiene alcun conto
né del numero di classi attribuito a ciascun insegnante,
né della loro successione di anno in anno,
né dell'ordinamento che ha definito la costituzione delle cattedre.
Ovvero:
    1     si perde in modo permanente la continuità dei docenti sui corsi;
    2     gli allievi cambiano gli insegnanti delle diverse discipline praticamente ogni anno;
    3     perdendo la titolarità sui corsi, i docenti non potranno più articolare nel corso degli anni i contenuti e le attività previste dalle proprie discipline;
    4     la programmazione dei Consigli di Classe è resa più problematica;
    5     viene meno la prerogativa dei singoli docenti di promuovere l'adozione dei libri di testo liberamente e consapevolmente scelti per operare nelle proprie classi;
    6     mancano le "ore a disposizione" per la sostituzione dei colleghi assenti e quindi si arriva ad una situazione di maggiore caos per le classi scoperte, con disservizi e non indifferenti problemi di sicurezza;
    7     l'obbligo infine di "ricondurre tutte le cattedre a 18 ore frontali" significa, la scomparsa delle cattedre dei colleghi precari, e quelle dei colleghi di ruolo formate da "spezzoni";
Sulla base allora delle considerazioni su esposte, occorre coordinare la mobilitazione per arrivare ad iniziative comuni.
Dobbiamo farlo nell'interese della scuola. Dobbiamo dare un sostegno effettivo ai "capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi", di cui parla la Costituzione, perché è nella scuola che si innestano le radici della cultura democratica e civile. Quella cultura che serve alla classe dirigente di un grande paese come l'Italia.»

Per il Cipmo
 Ioannis Lioumis

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