“RAGAZZI, ANCHE LA SCUOLA VI HA RUBATO IL FUTURO”
Ragazzi, ascoltatemi. In questo momento di grande confusione, ma anche di grandi consapevolezze, una su tutte l’amara constatazione che la scuola italiana è allo sfascio, sono convinta che tutti dobbiamo recitare un mea culpa. Anche noi insegnanti. Perché? Perché la scuola dinanzi a una società che si trasformava vertiginosamente e procedeva verso un’inarrestabile perdita di valori, doveva opporsi. Resistere. Diventare il luogo del mantenimento sacrosanto di determinati principi: impegno, sacrificio, abnegazione. La fatica del raggiungimento dell’obiettivo, il senso di un’altezza. Questo la scuola doveva mantenere. Modernizzarsi nei contenuti, rinnovandone magari alcuni, ma mantenere uno spirito di dirittura morale e intellettuale.
E invece cosa è successo? Che la scuola si è miseramente adeguata. Si è lasciata invadere da una miriade di progetti e attività aggiuntive nel vano tentativo di stare al passo coi tempi. Invece di insegnare i contenuti che veicolavano valori antichi come il mondo, quelli umani, da cui nessuno può prescindere, è diventata una sorta di mix ibrido in cui nessuno ci capisce più niente. Oggi la scuola richiede agli insegnanti un misto di competenze tra il sociale, lo psicologico, il politico e l’umanitario. E fa di tutto. E, a quanto pare dai risultati, praticamente niente. Oggi agli insegnanti viene chiesto di occuparsi dell’educazione dei ragazzi in senso lato. Di far loro da genitori, da psicologi, da animatori; di portarli al cinema, al teatro, alle mostre, in viaggio; di abituarli all’uso del Power Point, di insegnare loro l’educazione stradale, quella alimentare, i danni dell’assunzione di droghe, i rischi del rapporto sessuale.
Ma, così facendo, si è snaturata, costituendo anche un terreno di lucro per tanti altri settori. E non vi ha dato più una grande preparazione. La scuola si è miseramente adeguata, non ha fornito più cultura. Cultura, cioè capacità di decodificare il mondo, di orientarsi nel mondo. La scuola si è adeguata al mondo triste e meschino che ci circonda. Piano piano, anche se tanti insegnanti hanno tentato di resistere, ha ceduto. E anche lei, forse anche dicendovi sempre bravi, non abituandovi alle sconfitte, diventando un po’ lassista, ha contribuito a rubarvi il futuro. La scuola ha gettato le armi. Ci dispiace. Ci siamo arresi anche noi. Anche se con triste consapevolezza. Scusateci davvero.
SILVANA LA PORTA