''RICREAZIONE'': RAGAZZI, ANCHE LA SCUOLA VI HA RUBATO IL FUTURO
Data: Giovedì, 27 novembre 2008 ore 13:06:27 CET
Argomento: Opinioni


“RAGAZZI, ANCHE LA SCUOLA VI HA RUBATO IL FUTURO”


Ragazzi, ascoltatemi. In questo momento di grande confusione, ma anche di grandi consapevolezze, una su tutte l’amara constatazione che la scuola italiana è allo sfascio, sono convinta che tutti dobbiamo recitare un mea culpa. Anche noi insegnanti. Perché? Perché la scuola dinanzi a una società che si trasformava vertiginosamente e procedeva verso un’inarrestabile perdita di valori, doveva opporsi. Resistere. Diventare il luogo del mantenimento sacrosanto di determinati principi: impegno, sacrificio, abnegazione. La fatica del raggiungimento dell’obiettivo, il senso di un’altezza. Questo la scuola doveva mantenere. Modernizzarsi nei contenuti, rinnovandone magari alcuni, ma mantenere uno spirito di dirittura morale e intellettuale.
E invece cosa è successo? Che la scuola si è miseramente adeguata. Si è lasciata invadere da una miriade di progetti e attività aggiuntive nel vano tentativo di stare al passo coi tempi. Invece di insegnare i contenuti che veicolavano valori antichi come il mondo, quelli umani, da cui nessuno può prescindere, è diventata una sorta di mix ibrido in cui nessuno ci capisce più niente. Oggi la scuola richiede agli insegnanti un misto di competenze tra il sociale, lo psicologico, il politico e l’umanitario. E fa di tutto. E, a quanto pare dai risultati, praticamente niente. Oggi agli insegnanti viene chiesto di occuparsi dell’educazione dei ragazzi in senso lato. Di far loro da genitori, da psicologi, da animatori; di portarli al cinema, al teatro, alle mostre, in viaggio; di abituarli all’uso del Power Point, di insegnare loro l’educazione stradale, quella alimentare, i danni dell’assunzione di droghe, i rischi del rapporto sessuale.
Ma, così facendo, si è snaturata, costituendo anche un terreno di lucro per tanti altri settori. E non vi ha dato più una grande preparazione. La scuola si è miseramente adeguata, non ha fornito più cultura. Cultura, cioè capacità di decodificare il mondo, di orientarsi nel mondo. La scuola si è adeguata al mondo triste e meschino che ci circonda. Piano piano, anche se tanti insegnanti hanno tentato di resistere, ha ceduto. E anche lei, forse anche dicendovi sempre bravi, non abituandovi alle sconfitte, diventando un po’ lassista, ha contribuito a rubarvi il futuro. La scuola ha gettato le armi. Ci dispiace. Ci siamo arresi anche noi. Anche se con triste consapevolezza. Scusateci davvero.

SILVANA LA PORTA






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