Scuola & territorio nuove sinergie per la crescita
Data: Giovedì, 27 novembre 2008 ore 10:45:29 CET
Argomento: Rassegna stampa


Oggi ancor più di ieri, la scuola ha un ruolo di particolare importanza per la promozione dei processi di formazione che riguardano l’ambito territoriale. Viviamo, infatti, nella società della conoscenza e l’unico percorso di garantire a un sistema Paese di stare al passo con i tempi è appunto quello della formazione, che non deve essere slegata dalla vocazione del territorio, che aspetta nuova linfa dalla classe dirigente prossima ventura.

Senza dubbio, l’acquisizione delle competenze non è mai definitiva e non può gravare sul singolo l’onere. Tocca allo Stato, quindi, offrire una scuola di qualità e al passo con i tempi. Essendo di fatto l’unico centro di educazione e di formazione, per potere raggiungere il ruolo che le compete, dovrà essere capace di incidere in senso positivo sul territorio e, quindi, esser in grado di saper "filtrare" tutti gli influssi esterni che coinvolgono l’alunno per indirizzarlo verso quei proficui traguardi che gli consentiranno di inserirsi in maniera produttiva nel contesto sociale e lavorativo.

Una scuola efficiente non dovrà chiudersi nella sua "turris eburnea", ma ha il compito di realizzare quotidianamente un continuo raccordo con il territorio formando l’alunno anche al pieno rispetto della persona, al rispetto delle cose come bene di fruizione comune, all’integrazione di ciascun alunno nel gruppo favorendo la socializzazione e l’assunzione di responsabilità dei ragazzi, prestando attenzione alle diversità e facendosi promotrice, la scuola, di un clima di pace e di solidarietà. Compiti, questi bene esplicitati dal patto educativo e di responsabilità (art. 3 del Dpr 21 novembre 2007, n.235), secondo cui la scuola dovrà educare l’alunno al rispetto di persone, leggi. regole, orari, a essere corretto nei comportamenti, a saper utilizzare i media. Proprio i mezzi d’informazione dovranno essere di aiuto nella formazione. Insomma, un lavoro di "squadra", chiamando in causa anche e soprattutto gli enti locali specie per ciò che riguarda l’edilizia scolastica.

Per il provveditore agli studi di Catania, Raffaele Zanoli, è importante per la formazione degli alunni un continuo dialogo fra scuola, famiglia e appunto enti locali. «Credo che la scuola - rileva Zanoli - svolga nel territorio un ruolo essenziale ed insostituibile. In primo luogo mi riferisco alla trasmissioni di saperi, conoscenze e competenze, che costituiscono la base della crescita anche sociale delle giovani generazioni e, tramite esse, dell’intera società. Parallela a questa, e non certo di minore importanza, è la funzione di socializzazione dei giovani, fin dalla più tenera età. Socializzazione che, ovviamente, comporta la prospettazione, prima, e la condivisione, poi, di tutta una serie di valori che costituiscono il nucleo centrale del nostro modo di intendere la convivenza civile. Il rispetto di se stessi e degli altri, la solidarietà, l’accoglienza e l’apertura a tutte le diversità, viste come arricchimento e non certo come un limite. E qui entra in gioco - continua il provveditore agli studi - l’altra grande agenzia educativa che svolge un comprimario ruolo fondamenta nella crescita dei ragazzi: la famiglia. Famiglia che, purtroppo, ultimamente non è sempre stata a fianco della scuola, condividendone le scelte e le responsabilità.

E’ indispensabile che la famiglia non abdichi al suo ruolo, delegando alla scuola l’intera responsabilità dell’educazione. Ne va del futuro dei propri figli. Ma la funzione della scuola non è, e non può essere, solo questa: La scuola vive in un territorio, ma deve vivere il territorio. Deve quindi essere partecipe, condividerne le ansie e le aspettative, essere di stimolo e costituire un punto di riferimento. La scuola - rileva Zanoli - deve collaborare con gli enti locali, rispettandone il ruolo e pretendendo analogo rispetto. Abbiamo splenditi esempi di sinergia positiva che consente di affrontare e risolvere i grandi problemi che non sono solo della scuola, ma dell’intera società. Mi riferisco in particolare alla dispersione scolastica, all’abbandono e all’insuccesso formativo, che rappresentano un dramma non solo per le giovani vittime, ma anche per l’intera società cui sottraggono risorse vitali per il progresso».

«La scuola - osserva un dirigente scolastico, il prof. Alfio Mazzaglia - rappresenta il catalizzatore degli interessi e delle esigenze del territorio nel senso che è deputata alla formazione degli studenti che gravitano nella scuola stessa al fine di preparare l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, con particolare riferimento alle professioni e alle attività necessarie allo sviluppo del territorio stesso. La realtà è notevolmente diversa perché non tutte le aree geografiche della Penisola sono in grado di assorbire i giovani che vogliono inserirsi nel mondo del lavoro. Infatti, a fronte di una situazione abbastanza positiva nelle aree del Nord, dove non mancano fabbriche, industrie e siti in cui le varie professioni trovano spazio, al contrario nelle zone del Meridione le offerte di inserimento sono piuttosto rare. Ancora più grave è la situazione complessiva riguardo la ricerca, prova ne sia che la maggior parte dei nostri talenti sono costretti a recarsi all’estero per vedere riconosciute le proprie specifiche qualità. Occorre ripensare la scuola italiana nel senso che bisognerà realmente dare spazio a tutti i giovani creando offerte di lavoro, premiando i più meritevoli. Solo in questo caso la scuola potrà avere un futuro radicato nel territorio».

MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)







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