Oggi ancor più di ieri, la scuola ha un ruolo di particolare
importanza per la promozione dei processi di formazione
che riguardano l’ambito territoriale. Viviamo,
infatti, nella società della conoscenza e l’unico percorso
di garantire a un sistema Paese di stare al passo con
i tempi è appunto quello della formazione, che non deve
essere slegata dalla vocazione del territorio, che
aspetta nuova linfa dalla classe dirigente prossima
ventura.
Senza dubbio, l’acquisizione delle competenze non
è mai definitiva e non può gravare sul singolo l’onere.
Tocca allo Stato, quindi, offrire una scuola di qualità e
al passo con i tempi. Essendo di fatto l’unico centro di
educazione e di formazione,
per potere
raggiungere il ruolo
che le compete, dovrà
essere capace di
incidere in senso positivo
sul territorio e,
quindi, esser in grado
di saper "filtrare"
tutti gli influssi esterni
che coinvolgono
l’alunno per indirizzarlo
verso quei proficui
traguardi che gli
consentiranno di inserirsi
in maniera
produttiva nel contesto
sociale e lavorativo.
Una scuola efficiente
non dovrà
chiudersi nella sua
"turris eburnea", ma
ha il compito di realizzare
quotidianamente
un continuo
raccordo con il territorio
formando l’alunno
anche al pieno
rispetto della persona,
al rispetto delle
cose come bene di
fruizione comune,
all’integrazione di
ciascun alunno nel
gruppo favorendo la
socializzazione e
l’assunzione di responsabilità dei ragazzi, prestando attenzione
alle diversità e facendosi promotrice, la scuola,
di un clima di pace e di solidarietà. Compiti, questi
bene esplicitati dal patto educativo e di responsabilità
(art. 3 del Dpr 21 novembre 2007, n.235), secondo cui
la scuola dovrà educare l’alunno al rispetto di persone,
leggi. regole, orari, a essere corretto nei comportamenti,
a saper utilizzare i media. Proprio i mezzi
d’informazione dovranno essere di aiuto nella formazione.
Insomma, un lavoro di "squadra", chiamando in
causa anche e soprattutto gli enti locali specie per ciò
che riguarda l’edilizia scolastica.
Per il provveditore agli studi di Catania, Raffaele Zanoli,
è importante per la formazione degli alunni un
continuo dialogo fra scuola, famiglia
e appunto enti locali. «Credo
che la scuola - rileva Zanoli - svolga
nel territorio un ruolo essenziale
ed insostituibile. In primo luogo
mi riferisco alla trasmissioni di saperi,
conoscenze e competenze,
che costituiscono la base della crescita
anche sociale delle giovani
generazioni e, tramite esse, dell’intera
società. Parallela a questa,
e non certo di minore importanza, è la funzione di socializzazione
dei giovani, fin dalla più tenera età. Socializzazione
che, ovviamente, comporta la prospettazione,
prima, e la condivisione, poi, di tutta una serie di valori
che costituiscono il nucleo centrale del nostro modo
di intendere la convivenza civile. Il rispetto di se
stessi e degli altri, la solidarietà, l’accoglienza e l’apertura
a tutte le diversità, viste come arricchimento e non
certo come un limite. E qui entra in gioco - continua il
provveditore agli studi - l’altra grande agenzia educativa
che svolge un comprimario ruolo fondamenta
nella crescita dei ragazzi: la famiglia. Famiglia che,
purtroppo, ultimamente non è sempre stata a fianco
della scuola, condividendone le scelte e le responsabilità.
E’ indispensabile che la famiglia non abdichi al suo
ruolo, delegando alla scuola l’intera responsabilità dell’educazione.
Ne va del futuro dei propri figli. Ma la funzione
della scuola non è, e non può essere, solo questa:
La scuola vive in un territorio, ma deve vivere il territorio.
Deve quindi essere partecipe, condividerne le ansie
e le aspettative, essere di stimolo e costituire un
punto di riferimento. La scuola - rileva Zanoli - deve
collaborare con gli enti locali, rispettandone il ruolo e
pretendendo analogo rispetto. Abbiamo splenditi
esempi di sinergia positiva che consente di affrontare
e risolvere i grandi problemi che non sono solo della
scuola, ma dell’intera società. Mi riferisco in particolare
alla dispersione scolastica, all’abbandono e all’insuccesso
formativo, che rappresentano un dramma non
solo per le giovani vittime, ma anche per l’intera società
cui sottraggono risorse vitali per il progresso».
«La scuola - osserva un dirigente scolastico, il prof.
Alfio Mazzaglia - rappresenta il catalizzatore degli interessi
e delle esigenze del territorio nel senso che è deputata
alla formazione degli studenti che gravitano
nella scuola stessa al fine di preparare l’inserimento dei
giovani nel mondo del lavoro, con particolare riferimento
alle professioni e alle attività necessarie allo sviluppo
del territorio stesso. La realtà è notevolmente diversa
perché non tutte le aree geografiche della Penisola
sono in grado di assorbire i giovani che vogliono
inserirsi nel mondo del lavoro. Infatti, a fronte di una situazione
abbastanza positiva nelle aree del Nord, dove
non mancano fabbriche, industrie e siti in cui le varie
professioni trovano spazio, al contrario nelle zone
del Meridione le offerte di inserimento sono piuttosto
rare. Ancora più grave è la situazione complessiva riguardo
la ricerca, prova ne sia che la maggior parte dei
nostri talenti sono costretti a recarsi all’estero per vedere
riconosciute le proprie specifiche qualità. Occorre
ripensare la scuola italiana nel senso che bisognerà
realmente dare spazio a tutti i giovani creando offerte
di lavoro, premiando i più meritevoli. Solo in questo caso
la scuola potrà avere un futuro radicato nel territorio».
MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)