ROMA. La verità è che quello che è accaduto
nel liceo di Rivoli, alle porte di
Torino, «non è purtroppo un episodio
isolato»: le scuole andrebbero «sistematicamente
sottoposte a interventi
strutturali di manutenzione straordinaria
» per evitare tragedie come quella
di Vito Scafidi.
Da tecnico, il sottosegretario alla
presidenza del Consiglio e capo della
Protezione civile, Guido Bertolaso non
usa giri di parole per dire che l’unico
modo per garantire la sicurezza negli
istituti scolastici è investire soldi per
l’edilizia e la messa a norma. Almeno
13 miliardi, se si vuole intervenire sulle
57 mila scuole pubbliche e private
del Paese.
Ma Bertolaso, stavolta da politico,
dice anche un’altra cosa: non è possibile
dimenticare che strutture centrali
ed enti locali di ogni colore politico
e «all’unanimita» hanno prorogato, a
colpi di decreti «di fine anno», il rinvio
dell’applicazione anche nelle scuole
della legge 626, quella sulla sicurezza
nei luoghi di lavoro.
Ed è «inaccettabile» nonchè «vergognoso» che la «legge madre» di tutte
le norme per la sicurezza non sia
applicata laddove «mandiamo i nostri
figli a crescere», cioè nelle scuole
che sono ovviamente dei luoghi di lavoro.
Una denuncia chiara su cui il
«Parlamento deve intervenire con la
massima attenzione», avviando «un
serio programma di intervento e di
prevenzione sulla base di quelli che
sono gli elementi, i soldi, le procedure
e le capacità di intervento del Paese».
Nell’informativa alla Camera, Bertolaso
sottolinea che da una prima valutazione
è possibile escludere «un cedimento
della struttura principale» che
«non è crollata e non risulta apparentemente
danneggiata».
«Sembra che il crollo – dice il responsabile
di Via Ulpiano – sia stato
causato dal cedimento di un controsoffitto
pesante, del peso presumibilmente
di 150 chili per metro quadro,
ancorato alla struttura principale del
solaio di copertura e alla tubazione
metallica appesa al solaio».
Il sottosegretario conferma inoltre
che dalla settimana prossima riprenderanno
le lezioni per gli studenti del
Darwin, che saranno però ospitati in
altri istituti in attesa che si concludano
gli accertamenti.
La tragedia della scuola di Rivoli sarebbe
potuta avvenire in altre centinaia
di istituti, ammette però Bertolaso.
«Le scuole andrebbero sottoposte a
interventi di manutenzione straordinaria.
Ed è di tutta evidenza come
queste situazioni divengano ancora
più pericolose e bisognose di interventi
urgenti nelle zone del paese soggette
a rischio sismico». Per ristrutturare
le 57 mila scuole, servirebbero
13 miliardi di euro. «Uno sforzo economico
non indifferente, difficilmente
sostenibile».
Dunque, la priorità è selezionare gli
interventi più urgenti, quelli delle
scuole nelle zone ad alto e altissimo rischio
sismico, che già da soli richiedono
quattro miliardi. A disposizione,
spiega il sottosegretario, ci sono 250
milioni (legge 23/1996) per l’edilizia
scolastica che hanno generato investimenti
per 940 milioni; 500 milioni
del piano straordinario approvato dopo
il crollo della scuola di San Giuliano
di Puglia e già in corso di spesa; 75
milioni a disposizione da subito per gli
interventi di adeguamento sismico
nelle 100 scuole ritenute più a rischio.
Resta il fatto che «bisogna utilizzare
bene i finanziamenti che già ci sono»
e semplificare le procedure «burocratiche
e farraginose» per il loro utilizzo.
Ma l’impegno massimo, prosegue il
sottosegretario, deve servire per avviare
un serio programma di prevenzione
e cancellare la «vergogna» delle
proroghe della 626. «Lo dobbiamo ai
bambini di San Giuliano, a Vito, ai genitori
– conclude –. Abbiamo tutte le
potenzialità e le capacita per farlo e
non possiamo perdere un’occasione
importante che i nostri ragazzi non
capirebbero e per la quale non ci perdonerebbero
mai».
MATTEO GUIDELLI (da www.lasicilia.it)