ANDREOTTI: TRA IL PRESUNTO BACIO A RIINA E GIOVANNI PAOLO II
Data: Mercoledì, 26 novembre 2008 ore 14:32:50 CET
Argomento: Rassegna stampa


 
 
E’ spiritoso, interessante e di facile lettura. Eppure parla senza remore di un uomo quasi terribile, che Alcide De Gasperi definì “un giovane vecchio”. E’ l’ultimo libro di Massimo Franco, inviato e notista del  Corriere della sera, (Andreotti. La vita di un uomo politico, la storia di un’epoca, Mondadori, pp.371, € 20) che traccia la biografia di Giulio Andreotti analizzando un’epoca che proietta le sue magagne sul presente, ma anche attraversando novant’anni di fascismo, monarchia, democrazia. Parlare di Giulio Andreotti significa infatti incrociare pontefici, capi di Stato, uomini politici, magistrati, preti, suore, attrici, mafiosi, galoppini, insomma tutta la variegata vita politica e sociale italiana del secolo scorso.
Andreotti è stato il simbolo più controverso della nostra Italia. Tante volte nella polvere, tante volte sull’altare: così ci appare la biografia di un sopravvissuto un po’ speciale attraverso due guerre mondiali, sette papi, monarchia, fascismo, prima e seconda Repubblica, e ben sei processi per mafia. Chi meglio di questo piccolo uomo conosce dunque segreti e retroscena della politica italiana? E chi più di lui ha vissuto due vite, una precedente e una successiva ai clamorosi processi che lo hanno visto imputato per un decennio? L’autore oscilla intelligentemente tra vita pubblica del senatore, dal suo presunto bacio con Totò Riina, attraverso testimonianze sorprendenti dei magistrati di Palermo, al rapporto con Giovanni Paolo II nel periodo dei processi e al sostegno datogli dal Vaticano, e quella strettamente privata, con a capo la grande depressione di Andreotti e della moglie in quegli anni difficili. Il tutto condito dai primi segreti dell’archivio Andreotti, ancora in gran parte sconosciuto al pubblico e da fotografie e materiali finora mai pubblicati, Ne emerge un ritratto chiaroscurale, dove il senatore ora appare il Diavolo in persona, ora un uomo granitico che niente e nessuno hanno potuto distruggere, ora un uomo ammirato e rispettato dai suoi stessi avversari.
In fondo il taglio di questo saggio, dominato da un continuo gioco di specchi tra passato e presente, ci illumina su una famosa affermazione del senatore a vita: "Non mi piacciono le biografie da vivo. Però capisco che ci si occupi della mia vita. In fondo, in un certo senso, io sono postumo di me stesso". E di questo postumo, sopravvissuto a sè stesso, ci offre davvero un gradevole ritratto questo godibile libro.
 
SILVANA LA PORTA






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