La paura non espressa del precariato
Data: Domenica, 23 novembre 2008 ore 18:33:33 CET
Argomento: Redazione


Modificato dalla visione di Vinci che per il suo film voleva un viaggio nell'inconscio dei protagonisti che raccontasse soprattutto l'incapacità di gestire il dolore, il copione di 130 pagine è diventato un film di 80 minuti girato in Hd con 500mila euro, e in venti giorni. "In Le cose in te nascoste ho tentato di esplorare il mondo muto, quello dell'impotenza vissuta dai miei personaggi - ha detto il regista stamane in conferenza stampa - Ho puntato su un tipo di film espressionista dando poca importanza ai dialoghi in modo da rendere l'attuale stato della società, pervaso da una paura non espressa, quella generata dal precariato".

Interpretata dalla croata Lea Mornar insieme a Luigi Iacuzio e Elena Bouryka, la pellicola, che vede anche un cameo dell'attrice teatrale Francesca De Sapio, racconta la vicenda di Fabrizio, uomo con un lavoro precario, e Chiara, una borghese commessa in un negozio d'abbigliamento. I due s'incontrano per caso in farmacia durante un acquazzone. Ne nasce una passione che intreccia le loro vite pericolosamente: Fabrizio è sposato e in attesa di un figlio, e deve fare i conti con un licenziamento imminente e con la moglie depressa. Chiara che disprezza e ripudia la propria realtà, lavorerà lentamente per stravolgere le loro condizioni coinvolgendo Fabrizio in un piano assurdo. Ma che sembra l'unico possibile.
Eccovi la trama del film

Fabrizio, un uomo con un lavoro precario, e Chiara, una ragazza borghese, commessa in un negozio d'abbigliamento, s'incontrano per caso in farmacia la sera di un grande acquazzone. Tra i due nasce una passione che pericolosamente s'intreccerà alle loro vite. Fabrizio è sposato con Ada e la sua vita è fatta tutta del suo tenero e tormentato amore per lei. Un amore complicato. Un amore che sprofonda, come sprofonda Ada che a causa di una prematura gravidanza è diventata una donna ipocondriaca, sempre in preda a malumori e crisi.
Improvvisamente, ognuno a modo loro, sradicati da una quotidianità che disprezzano e ripudiano, tra la realtà e l'incubo, si troveranno di fronte a una dimensione della vita e delle cose; che spesso è celata, nascosta, soffocata dalla dimensione più ovvia della vita. Qualcosa da nascondere al mondo, alle persone che ci stanno vicine, a noi stessi. L'intensità come anelito, come mancanza, come dolore, come lacerazione. Lentamente, Chiara farà saltare i cardini di questa "normalità" coinvolgendo Fabrizio in un piano assurdo, che sarà il culmine, il punto ultimo a cui si può arrivare.







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