Associazioni sul piede di guerra contro la mozione della Lega che non fa il bene della scuola e del Paese
Data: Domenica, 23 novembre 2008 ore 08:18:23 CET
Argomento: Comunicati


Le Società scientifiche sopraelencate, attive nel campo delle scienze del linguaggio in tutti i suoi ambiti teorici, descrittivi, metodologici e applicati, presentano la seguente Nota tecnica a proposito del contenuto della mozione “Cota ed altri n. 1-00033” pubblicata alle pp. 133-137 del n. 64 degli Atti Parlamentari – Camera dei Deputati, XVI Legislatura, Allegato A Resoconti relativi alla seduta del 9 ottobre 2008. Alla Nota fa seguito un Allegato contenente una serie di osservazioni dettagliate sul contenuto della mozione in oggetto. Su queste osservazioni dettagliate si basa quanto sostenuto nella presente Nota.

La mozione “Cota ed altri n. 1-00033” risulta non chiara nelle premesse, poco perspicua nel metodo, inefficace nella soluzione per le ragioni appresso esplicitate.

In premessa, la mozione:

a. tratta la competenza in italiano e i diversi gradi del suo costituirsi come effetti indifferenziati ed equivoci della provenienza, della cittadinanza e della stanzialità sul territorio, usando questi diversi aspetti relativi alla persona come fossero equivalenti e parimenti influenti sulla conoscenza di una lingua;

b. accomuna fasce di età diverse, non tenendo conto che nella scuola primaria è ancora in corso il processo di acquisizione spontanea di una lingua e che nella scuola media si devono attivare strategie di apprendimento per lo sviluppo di competenze linguistiche specifiche per lo studio delle discipline;

c. fornisce dati statistici sulla presenza complessiva di alunni immigrati, senza differenziare tra neo-arrivati, presumibilmente non italofoni ma di esigua consistenza numerica, e residenti da lungo tempo con gradi differenziati di italofonia, che rappresentano la maggioranza;

d. assume le difficoltà di lettura e scrittura come deficit di competenza linguistica in italiano.

Nel metodo, la mozione:

a. non specifica il tipo di conoscenze — linguistiche o altre — di cui si richiede la verifica in test e prove di valutazione;

b. propone test e prove di valutazione in lingua italiana per bambini e ragazzi non-italofoni;

c. propone una scadenza di ingresso nella scuola con rischio di esclusione dalle classi regolari di alunni pervenuti oltre quella data anche se parlanti l’italiano;

d. propone una scadenza di ingresso nella scuola col rischio di una persistente esclusione dalle classi regolari per gli alunni che, non avendo superato i test, sono i più bisognosi di inclusione tra pari parlanti l’italiano.

Nella parte propositiva la mozione:

a. impegna il Governo a istituire “classi ponte” per l’apprendimento della lingua italiana;

b. non specifica gli obiettivi linguistici delle “classi ponte” e nel “curriculo formativo essenziale” elenca invece temi e comportamenti relativi all’ambito dell’educazione civica;

c. non considera inoltre con quali strumenti linguistici possano accedere a quei contenuti allievi parlanti di lingue diverse e di età nella quale è ancora agli esordi il processo di apprendimento di lettura e scrittura.

Per ovviare alle incongruenze e alla conseguente inefficacia dei provvedimenti auspicati dalla mozione in oggetto, le sopraelencate Società scientifiche, in linea con alcune considerazioni finali della mozione in oggetto, avanzano le seguenti proposte:

a. prevedere forme di sostegno linguistico affidato a personale specializzato — l’insegnante di italiano L2 — la cui presenza nelle scuole andrebbe garantita in numero proporzionale alla presenza di alunni stranieri, e la cui utilizzazione dovrebbe riguardare sia il normale temposcuola nelle classi per favorire l’ “immersione”, sia i corsi pomeridiani di approfondimento e perfezionamento della lingua italiana;

b. promuovere la sinergia positiva instauratasi tra i centri di ricerca, le scuole e il territorio, per coinvolgere gli allievi non-italofoni e le loro famiglie in un processo produttivo di interscambio linguistico e culturale;

c. verificare le ricadute sociali positive nel medio e lungo termine dei progetti di accoglienza di allievi non-italofoni nelle scuole, giustificando così l’impiego delle necessarie risorse.

Le Società scientifiche sopraelencate invitano pertanto coloro che ricoprono incarichi di rappresentanza a riformulare la mozione qui in discussione in termini più consoni alla realtà dei fatti e a promuovere iniziative legislative atte a meglio coordinare le iniziative già in atto presso numerosi Uffici Scolastici Provinciali ai fini dell’integrazione scolastica e linguistica di allievi non italofoni.





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