Le quattro università siciliane in fondo alle classifiche internazionali
Data: Sabato, 22 novembre 2008 ore 16:42:11 CET
Argomento: Opinioni


Che spettacolo deprimente vedere ad AnnoZero e su tutti i telegiornali i magnifici rettori di Palermo e Messina, oggetto di deprimenti quanto clamorose indagini giudiziarie!
E che colpo per noi educatori ascoltare le registrazioni telefoniche dei baroni che si sono prodigati per sistemare figli nipoti e mogli in un turbinio di scambi  di favori e di raccomandazioni. Nel tempio dell’ accademia di Palermo e Messina sono stati perpetrati i più avvilenti mercanteggiamenti di bassa lega.  
Non solo ma l’Onda studentesca, nata nelle università, invece di scagliarsi contro gli scandali e i baronati è stata inconsapevolmente strumentalizzata proprio dai baroni e da quanti interessati alla prosecuzione dello statu quo, li hanno utilizzati per bloccare la politica del cambiamento, con le sceneggiate delle lezioni in piazza.
La regione Sicilia aveva inserito in un megaprogetto di finanziamento con fondi europei le quattro  università siciliane a patto che si consorziassero e costituissero un unico polo regionale; il politecnico del mediterraneo era poi un’altra brillante idea per rilanciare la nostra isola nel panorama euro mediterraneo. E i soldi sono stati dati a palate, ma le idee degli accademici e le volontà dei baroni quali sono?  
A leggere i risultati dell’incontro al vertice tra i quattro rettori siciliani pare che ci sia la volontà di consorziarsi per superare ciascuno le meschinità della propria università per costruire un’ipotesi di grande respiro isolana. Pare che ad Enna il rettore Andò abbia messo a disposizione ingenti risorse edilizie da destinare a casa dello studente per raccogliere studenti da tutto il bacino del mediterraneo.  
E’ possibile far capire a tutti che quattro università con decine e decine di sedi staccate inadeguate e con tanti corsi di laurea inutili, sono uno spreco per la nostra isola?  
Lo capiscono gli studenti dell’Onda che se non si introduco parametri meritocratici per la selezione dei professori universitari e se non si valutano costantemente i risultati della ricerca, le nostre quattro università resteranno sempre in fondo alle classifiche internazionali, anzi non vengono nemmeno citate?  I fondi alle università debbono essere assegnate premiando quelle che fanno ricerca di qualità e facendo chiudere quelle che producono solo sporcizia accademica, sostenendo chi vuole invertire una tendenza antica di blocco di ogni cambiamento. 
Il decreto 180 sull’università della Gelmini, recante disposizioni urgenti per il diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualita del sistema universitario e della ricerca, comincia ad apportare quei correttivi nella giusta direzione.  Si entri dunque nel merito delle questioni.  Le disposizioni introdotte sono volte a migliorare la qualità del sistema universitario e della ricerca attraverso meccanismi che, da una parte, rendono selettivi i finanziamenti destinati ai concorsi e, dall'altra, consentono di espletare i concorsi già banditi o da bandire entro il 30 novembre 2008, secondo nuovi criteri che affidano anche al sorteggio l'individuazione dei componenti delle commissioni per la valutazione comparativa dei candidati.  Il provvedimento reca norme volte a sostenere l'incremento qualitativo delle attività delle università statali, privilegiando nelle assegnazioni delle risorse i risultati dei processi formativi e della ricerca scientifica, la razionalizzazione dei corsi, delle strutture e delle sedi didattiche.  
Ulteriori disposizioni riguardano gli studenti capaci e meritevoli, a favore dei quali si incrementano le risorse per la concessione di borse di studio e la realizzazione di alloggi universitari.  Il provvedimento reca, altresì, norme volte a limitare gli effetti di riduzione delle dotazioni organiche degli enti di ricerca.  L'Analisi tecnico-normativa reca tra le ragioni di necessità e urgenza l'esigenza di dettare norme che dispongano una distribuzione delle risorse, a partire dall'anno accademico 2008/2009, in funzione di criteri di efficacia ed efficienza di funzionamento delle università, nonché della necessità di disciplinare, in attesa del riordino dei criteri di reclutamento dei professori universitari, le procedure concorsuali, secondo criteri di trasparenza, imparzialità e di valorizzazione del merito, nonché di escludere gli enti di ricerca dalla riduzione degli assetti organizzativi prevista dall'articolo 74 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e di assicurare risorse aggiuntive tese a garantire l'esercizio del diritto allo studio».
   Fra gli aspetti da approfondire, è stato evidenziato anche il numero dei corsi di laurea e di laurea specialistica, che negli ultimi anni hanno subito un incremento vertiginoso giungendo a superare la soglia dei 5.500.  L’opposizione ha presentato un ventaglio di dieci proposte che la Gelmini ha ritenuto interessanti senza quindi chiudere il dialogo; anzi esprimendo apprezzamenti.  

Le proposte del PD sono così sintetizzabili:
1. Concorsi più rapidi, più meritocratici, più internazionali, con meno nepotismi, localismi e lobbismi disciplinari
2. Valutare le università per rimanere in Europa
3. Finanziare le università in base al merito
4. Finanziare la ricerca con procedure trasparenti e internazionali
5. Governance universitaria più responsabile, efficace ed efficiente
6. Valutare periodicamente i risultati del lavoro ed incentivare i migliori
7. Più giovani professori e meno lunghi precariati
8. Innalzare la qualità dei dottorati di ricerca per innalzare la qualità delle università
9. Studenti protagonisti. Diritto allo studio e mobilità in Italia e in Europa
10. Più finanziamenti pubblici al sistema universitario e par condicio tra le università  

Ci lasciano invece perplessi le proposte dell’Onda universitaria (o meglio di quel gruppuscolo che si auto assegna la rappresentatività) che si è riunita alla Sapienza di Roma e che ha pubblicato su tutti i siti di contrasto un contropiano in otto punti.  
Gli otto punti sono:
 1) Abolizione del sistema del 3+2 
 2) Critica alla parcellizzazione degli esami e proposte di riaccorpamento per favorire un sapere critico e complessivo. 
 3) Rivendicazione di un'equa retribuzione del lavoro svolto in stages e tirocinii: in ogni caso va garantito il carattere facoltativo degli stessi. 
 4) Critica della meritocrazia e sua applicazione in Italia. Non devono esistere poli di eccellenza contrapposti al resto delle universitá, a maggior ragione se autoproclamati come nel caso dell'AQUIS. In secondo luogo si è svolta una critica ai parametri di valutazione schiacciati sulla produttivitá, e nello stesso tempo si sono proposte nuove forme che privilegiassero la valutazione dal basso e la qualitá. 
 5) Abolizione dei blocchi all'accesso e lungo il percorso di formazione superiore.
6) Abolizione della frequenza obbligatoria come strumento di controllo sui tempi di vita e di studio.
  7)Revisione dei piani di studio nella direzione di una conquista di una maggiore libertá dei propri percorsi formativi.
  8) Le universitá del sud italia hanno posto ulteriori motivazioni alla necessitá della natura pubblica dell'universitá. La specificitá dei loro territori pone l'accento su una massiccia corruzione.

  La delusione che promana da questa proposta studentesca retrograda e conservatrice è profonda; niente merito, niente tirocini, niente stage, accessi liberi per tutti, niente frequenza obbligatoria, smantellamento delle lauree brevi.  
Ma siamo poi sicuri che tutti gli studenti la pensino come i loro capi onda, spesso fuoricorso e sfatigati?  

Salvatore Indelicato 







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