SCUOLA: NON SEMPRE I GENITORI DIFENDONO I FIGLI
Data: Marted́, 18 novembre 2008 ore 14:56:56 CET
Argomento: Opinioni


SCUOLA: NON SEMPRE I GENITORI DIFENDONO I FIGLI

E’ ormai diventato quasi un luogo comune della scuola dei nostri giorni: i genitori è inutile convocarli, è inutile discutere con loro, è inutile invitarli a sorvegliare più attentamente comportamenti e impegno scolastico dei loro ragazzi. Loro difendono sempre, a spada tratta, indefessamente i figli.
Ma si tratta di una verità, che ha però parecchie eccezioni. Perché i genitori ci provano a dare indicazioni, ma a volte i loro figli nicchiano, svicolano, se ne fregano. E qualche volta anche li sorprendono. Già sorprendono amaramente.
Sentite questa, come sempre narratami da un collega. Siamo a un consiglio di classe. Uno dei soliti di questo periodo. A un certo punto, dopo lunga e approfondita discussione, vengono ammessi gli alunni (in numero di due) e i genitori (in numero di due). Sottolineo che un genitore era madre del figlio rappresentante anch’egli. Una situazione interessante. Vediamo quali sono le richieste dei ragazzi e poi quelle delle loro famiglie. Gli insegnanti, in compito silenzio, si apprestano ad ascoltare. E si apprestano ad ascoltare anche i genitori. Attenzione però, e mi dispiace che adesso, con queste parole, non riuscirò minimamente a rendere la scena, ai visi dei suddetti genitori. Perché i figli cominciano a delirare, con l’impetuosità tipica dell’età. E ne dicono di tutti i colori. Che di lunedì non vogliono essere interrogati. Che compiti non ne vogliono assegnati, che vogliono godersi la domenica. I genitori nel frattempo sono come impietriti. Li osservano con una faccia strana, che via via si fa sempre più nauseata. Anzi comincia a deformarsi mostruosamente. I ragazzi, imperterriti, continuano. Di martedì non vogliono fare educazione fisica, c’è un problema negli spogliatoi, non hanno intenzione di fare sacrifici. Nel frattempo sono entusiasti di ciò che affermano, sorridono, modulano la voce con toni alti e bassi, con vera capacità oratoria. E i genitori? Via via aggrottano le ciglia, poi, con un moto subitaneo, spalancano gli occhi e contemporaneamente la bocca, quasi a volere parlare. Ma sono sopraffatti dalle voci esagitate dei giovani. Che continuano con assurde richieste, ai limiti del verosimile. Gli insegnanti sembrano non esistere più, nell’aula ci sono solo i figli e i genitori, gli uni contro gli altri armati. Poi la madre, ormai disgustata, fa: “Ma che dite? Che dite?”
Infine tace allibita, pensando, mi immagino, anche alla figura che sta facendo davanti ai docenti. Allora i professori capiscono. Siamo nella stessa barca, insegnanti e genitori. Che sta per affondare.

SILVANA LA PORTA






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