Università: calano gli iscritti
Data: Lunedì, 17 novembre 2008 ore 00:00:00 CET
Argomento: Comunicati


L'ultimo rapporto Istat mostra un aumento degli studenti tranne negli atenei. Le donne più studiose degli uomini
FLAVIA AMABILE




Ora, visto che il numero di docenti diminuirà nei prossimi tre anni di oltre 87 mila unità le classi dovrnno risultare più affollate. L'aumento del rapporto alunni/classe aumenterà dello 0,20 nel 2009/10 e di 0,10 nei due anni scolastici successivi.

Più persone vanno a scuola, e quindi aumenta l’istruzione: la quota di persone con qualifica o diploma di scuola secondaria superiore è del 32,4%, mentre il 10,2% possiede un titolo di studio universitario. 

A perdere terreno sono le università. I giovani iscritti per la prima volta negli atenei nell’anno accademico 2006/2007 sono poco più di 308.000, circa 16.000 in meno rispetto all’anno precedente (-5,0%), confermando il calo delle immatricolazioni iniziato nel 2004/2005; a registrare aumenti degli iscritti solo i corsi triennali dei gruppi chimico-farmaceutico (+5,2%) e ingegneria (+4,7%). A credere nella laurea soprattutto i giovani di Molise, Abruzzo, Basilicata e Lazio, regioni in cui per 100 residenti di 19-25 anni più di uno su due è iscritto ad un corso accademico, spesso fuori sede.

Le donne si confermano più studiose degli uomini: 71 ragazze su 100 proseguono gli studi oltre la scuola secondaria, i ragazzi sono 61. E sono soprattutto loro ad arrivare alla laurea: circa 24 ogni 100 venticinquenni, contro i 17 laureati ogni 100 maschi della stessa età. 

Al Centro-Nord gli atenei risultano più numerosi di quelli del Sud e la mobilità territoriale degli studenti universitari è piuttosto elevata: uno studente su cinque studia in una regione diversa da quella di residenza. Anche perché circa il 60% degli studenti universitari che si laureano negli atenei del Sud Italia non trova un «lavoro continuativo» nelle regioni meridionali. Al contrario, la stessa percentuale di studenti laureati al nord lavora in maniera stabile. In ogni caso si hanno opportunità migliori concludendo tutto l’iter universitario, cioè il modulo «tre anni più due». Al Nord lavora continuativamente il 66,3% dei laureati dei percorsi lunghi ed il 54,9% nei corsi triennali; seguono i laureati del Centro (rispettivamente 53,6% e 45,9%) e, appunto, quelli del Mezzogiorno (con il 43,4% ed il 34,7%). 

Una persona su quattro ha al massimo la licenza elementare. Il 32,4% degli italiani infatti ha qualifica o diploma di scuola secondaria superiore mentre un italiano su 10 (il 10,2%) ha un titolo universitario. L’incidenza di chi ha al massimo la licenza elementare - pari nel complesso della popolazione al 25,9% - risulta ormai estremamente bassa per le classi più giovani: 1,8% tra i giovani di 15-19 anni contro il 70,1% tra gli ultra sessantacinquenni. 

La selezione scolastica è più forte nelle scuole secondarie di secondo grado soprattutto nel primo anno dove quasi due ragazzi su 10 non superano gli scrutini di fine anno.

Questi i dati principali dell'ultimo rapporto Istat, ma se non fossero sufficienti, il sito Tuttoscuola ha preparato
un dossier sulla scuola e su tutte le 'bugie' di governo e opposizione

ps: Dopo le lezioni nelle piazze e nelle stazioni e in vista della manifestazione a Roma di
venerdì prossimo, la protesta degli studenti si muove anche su Internet. In rete si annuncia infatti, per oggi alle 14, un netstrike contro il sito del Ministero dell’università e della ricerca, cioè un attacco informatico che consiste nel moltiplicare talmente tanto i contatti alle pagine del Miur da mandarlo in tilt. Insomma, si tratta di una sorta di «corteo» informatico. «Loro fermano il nostro futuro - spiega »Informatica in movimento« -...noi fermiamo i loro siti».
la stampa.it

 






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