I circa 130 docenti precari che non hanno
ottenuto, almeno fino adesso, il rinnovo
del contratto per l’anno scolastico
in corso sono ormai alla ricerca di supplenze
temporanee. Ci riferiamo in particolare
a coloro che occupano i primi
posti delle graduatorie di istituto. Ovviamente,
ottenere una supplenza temporanea
non può costituire rassicurazione
per il supplente che con un contratto
fino al termine delle attività didattiche,
pur permanendo nella condizione
di precarietà, avrebbe raggiunto
una maggiore tranquillità. Qualcuno
più fortunato potrebbe ottenere un incarico
di maggiore durata per la sostituzione
di una docente che si è assentata
per gravidanza.
Purtroppo, la maggior parte dei non
nominati è rimasta a spasso considerato
che, come abbiamo rilevato in altra
occasione, a seguito del provvedimento
Brunetta, i congedi si sono ridotti del
cinquanta per cento rispetto al decorso
anno scolastico. Ci diceva a tal proposito
un docente di ruolo che in quest’anno
mettersi in congedo ,anche per un
malessere che non prevede il riposo assoluto,
bisognerà rimanere a casa per
l’intera giornata in quanto le effettuazione
delle visite fiscali sono state estese
con la sola esclusione dell’ora di
pranzo.
Ovviamente, queste misure restrittive
hanno fatto diminuire le assenze
del personale di tutte le amministrazione
siciliane, pertanto, ci riferiamo nel
settore della scuola, non è facile ottenere
una supplenza, tranne per i migliori
graduati , i quali, se non vi fossero stati
i tanti tagli, come abbiamo rilevato,
avrebbero continuato ad avere l’incarico
annuale. Molti di questi docenti rimasti
a spasso, dopo i tanti incontri che
si sono avuti nei mesi scorsi, organizzati
dall’Mpa, e dalle varie sigle sindacali,
promesse di interessamento anche dell’on.
Pizza, sottosegretario alla Pi, nel recente
incontro che si è tenuto a Catania,
credevano che il loro problema occupazionale
si sarebbe risolto in pochi
giorni, cioè con l’arrivo dei tanti attesi
altri posti.
Invece, fino adesso, dopo ben due
mesi dall’inizio del nuovo anno scolastico,
a ridosso della valutazione trimestrale
degli alunni (in quelle scuole in
cui i collegi dei docenti hanno deliberato
gli scrutini trimestrali e non quadrimestrali),
non si è avuta alcuna risposta,
per cui i precari con diversi anni di
servizio, anziché rimanere a spasso,
stanno optando per le supplenze brevi.
E’ superfluo stare a rilevare che se non si
dovesse cambiare rotta, la situazione si
aggraverà sempre di più dal momento
che con il taglio in Sicilia di altri 15000
posti nel prossimo triennio, circa 3500
a Catania, anche il precariato storico
potrà esser toccato, pertanto, docenti
che hanno dato tutto per far funzionare
la scuola di Stato, raggiungendo sedi
distanti centinaia di chilometri dalla loro
residenza, con famiglia a carico, potrebbe
trovarsi senza lavoro.
MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)