Ma cosa vuol dire letteratura? Intervista a Stefano Salis
Data: Giovedì, 13 novembre 2008 ore 20:05:37 CET
Argomento: Redazione


La letteratura è senza dubbio marginale ma non mi sembra una sciagura. Dubito che abbia mai occupato un posto centrale nelle società e mi sorprenderebbe che lo facesse ora, con le enormi possibilità di scelta di consumo culturale che abbiamo a disposizione. Credo che mai come in questo momento ci sia una forte richiesta di intrattenimento e la letteratura ha anche questo compito. Penso che sempre più il piacere della letteratura diventerà un atto individuale. Beato chi lo potrà apprezzare.
Che funzione hanno le recensioni nella società moderna?
Le funzioni che hanno le recensioni oggi sono quelle di segnalare la pubblicazione di libri che sono interessanti perché a volte sono interessanti per la letteratura, a volte perché raccontano di un mondo che altrimenti non si riesce a cogliere da altri punti di vista. Del resto sono anche convinto che le recensioni dei giornali non spostino più di tanto le vendite dei libri. Capita molto raramente che noi riusciamo con un libro qualsiasi a lanciarlo e a farlo vendere parecchie copie. Generalmente queste pagine di letteratura servono per segnalare le novità editoriali, ma più che altro, per segnalare delle tendenze.
E’ d’accordo con chi sostiene che i giornali sono invasi da recensori che obbedendo alla legge di mercato imposta dall’editoria, lanciano scrittori senza alcuna competenza critica?
Questo non direi. Sicuramente accade che le case editrici più grandi, che possono farlo, premono sui giornalisti e sui giornali perché vengano recensiti, nelle pagine culturali, i loro autori ma del resto il gioco è abbastanza scoperto. Alla Confindustria non importa niente dei libri, quindi noi siamo abbastanza liberi di parlare di quello che ci pare e piace. A me personalmente non interessa lanciare dei casi letterari, non ho questa smania. Quando un libro è buono si vede che l’abbiamo letto e che ci crediamo.

Quale scrittore l’ha colpita in modo particolare e secondo lei è interessante da seguire anche nei prossimi anni?
Quando si legge per professione, e come guardare tanti film: è rarissimo il libro che ti fa gridare al “Capolavoro”. Ci sono dei libri che ti emozionano e ogni volta va ripetuto questo miracolo. E anche lo scrittore più bravo può inciampare in un lavoro mediocre. Non c’è quindi uno scrittore in particolare che va seguito. Secondo me, vanno seguiti gli scrittori che riescono ad essere onesti nella pagina e questo lo capisci quando hai letto tanto e quindi hai abbastanza malizia per accorgerti quando uno scrittore sta bleffando. Baricco è il tipico caso di uno scrittore che scrive benissimo, lui sa come funziona questa materia che è la scrittura e la maneggia molto bene, dopodichè nella pagina ti accorgi che si piace pure troppo e questo infastidisce. Uno scrittore che secondo me è molto bravo è Ian McEwan. Quando leggi i suoi libri, capisci che l’autore sta facendo un ragionamento profondo sull’essere umano. Unisce alla profondità del ragionamento la grazia letteraria.





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