«Effetto Brunetta», tutti presenti Assenze per malattie notevolmente ridotte fra i docenti, supplenti a casa.
Data: Martedì, 11 novembre 2008 ore 23:33:47 CET
Argomento: Rassegna stampa


«Effetto Brunetta»? In quasi tutti gli istituti di Catania e provincia le assenze per malattia da parte degli insegnanti o personale Ata in servizio si sono notevolmente ridotte rispetto ai precedenti anni scolastici. Secondo un capo di istituto di una scuola secondaria di secondo grado catanese i congedi nell’istituto che dirige sono diminuiti addirittura del cinquanta per cento rispetto allo scorso anno.

A suo avviso, il motivazioni è che per i primi 10 giorni di assenza è prevista la detrazione sullo stipendio delle indennità accessorie. Inoltre, il capo di istituto è obbligato a disporre la visita fiscale anche per un solo giorno di malattia. Viceversa, negli anni scorsi per assenze di uno-due giorni la visita fiscale era a discrezione del dirigente scolastico.

Non è necessaria tuttavia la visita fiscale - ricordiamolo - qualora la certificazione attestante la malattia venisse rilasciata dalle Asl o dagli ospedali. Ovviamente, essendo, come si è detto, obbligatoria la visita fiscale, «l’ammalato» non potrà allontanarsi dalla sua residenza, tranne che per casi gravi. Tutto dipende, però, dalla disponibilità dei medici ai quali verrà affidata la visita di controllo.

Negli anni passati, infatti, capitava che i capi di istituto i quali ordinavano una visita fiscale, spesso ricevevano specie da alcune Asl (però non tutte) una lettera in cui si diceva che la visita non era stata possibile farla per mancanza di personale. Risposta che in diversi casi arrivava nelle scuole addirittura dopo molti giorni dalla richiesta del controllo; nel frattempo, ovviamente «l’ammalato» aveva regolarmente ripreso servizio.

Da quest’anno, quindi, con la detrazione delle indennità accessorie sullo stipendio e con l’obbligo da parte dei dirigenti della visita fiscale, i congedi, come si è detto, sono sostanzialmente diminuiti. Una situazione, questa, che non è per nulla favorevole ai docenti precari, che, oltre ai noti tagli, che hanno causato la mancata riconferma del posto di lavoro annuale per molti, a causa della diminuzione delle assenze, sono chiamati sempre meno per le supplenze, anche di breve durata.

Ovviamente tutto questo incide sull’occupazione dei giovani in un’area come la nostra caratterizzata da un elevato tasso di disoccupazione. Sono moltissimi i laureati e diplomati, magari con elevati punteggi sul titolo conseguito, che non vedono sbocchi lavorativi, con i concorsi bloccati da anni, mentre le supplenze anche brevi sono un miraggio. Vi sono docenti non di ruolo magari ben piazzati nelle graduatorie di istituto, da anni abilitati, con servizi prestati nelle scuole di Stato (compreso il personale Ata precario), non più giovani, che ogni mattina attendono con ansia che arrivi una chiamata dalle scuole per una supplenza.

MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)







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