CARO CAMILLERI, PERCHE' HA DEFINITO LA GELMINI ''UN ESSERE DISUMANO''?
Data: Marted́, 11 novembre 2008 ore 00:05:00 CET
Argomento: Opinioni


da Unità

 Intervista ad Andrea Camilleri

 Lo conoscevamo come la mitezza fatta persona, il grande affabulatore con il sorriso eternamente sulle labbra, capace di ascoltare chiunque senza pregiudizi o tetragone certezze mentre tutto intorno l'inquinamento acustico sembra voler zittire le poche parole di buon senso che ogni tanto vengono pronunciate anche in Italia, un cantore, documentato e minuzioso, della Sicilia e del mondo che fu, insomma, come uno scrittore gentiluomo.
 Ma come sarà saltato in mente ad Andrea Camilleri di affermare che Maria Stella Gelmini, la ministra che brandì l'accetta con l'intenzione di riformare la scuola, «non è un essere umano»?
 Ammetterete che in casi del genere non si può fare a meno di dare la parola all'imputato.
 Imputato Camilleri Andrea, cosa ha da dire a sua discolpa?
 «Che nel mio caso è stato usato lo stesso metodo di colui che disse: “Datemi la frase di un uomo e ve lo farò impiccare”».
 Chi era costui?
 «Credo fosse un gesuita... Del mio discorso ai ragazzi del Mamiani, è stata riportata solo mezza frase, l'incipit di un discorso più lungo».
 Allora ha rincarato la dose?
 «Ho detto solo di più: ho chiarito il senso della frase. Ho detto che la Gelmini non è un essere umano in quanto è una replicante, una replicante di Berlusconi, come tanti ce ne sono in questo governo. Che è il primo governo marziano della storia d'Italia».
 Imputato Camilleri, forse lei ha letto tropo Orwell e Huxley. Che ci azzecca la fantascienza con un governo di centro destra regolarmente eletto dagli elettori?
 «C'entra, invece. È marziano perché usano un altro linguaggio: quello del vocabolario personale inventato da Berlusconi, dove le parole sono interscambiabili e assumono diversi significati, a seconda delle circostanze».
 Beh, se le cose stanno così, qualche ragione imputato Camilleri possiamo riconoscergliela. A proposito non le pare che analogo processo linguistico a quello che lei sta subendo, potrebbe essere intentato al presidente del consiglio quando definisce "abbronzato" il presidente Usa, "imbecilli e coglioni" i rappresentanti dell'opposizione, "tarati mentalmente" i magistrati, e "eroe", Vittorio Mangano, lo stalliere mafioso di Arcore? Di fronte a questo spettacolo, Carla Bruni, signora Sarkozy si è detta contenta di non aver più la cittadinanza italiana.
 «Perché intentare un processo contro Berlusconi? È lui l'inventore di questo vocabolario. Il problema è quando gli altri, per trattare con lui, adoperano lo stesso linguaggio. In quanto alle parole della signora Bruni Sarkozy mi permetto di non essere d'accordo. Sono felice di appartenere, nel bene e nel male, al mio paese».
 Già che ci siamo. Trova normale che un emerito ex Capo dello Stato, Cossiga per intenderci, stia scrivendo ad alta voce un raggelante «vademecum per il perfetto celerino», con spirito e frasi tali da fare impallidire anche la scuola poliziesca degli Scelba e dei Tambroni?
 «Posso io, vostro onore, fare una domanda?».
 Imputato, ne ha facoltà.
 «Grazie. Ma dove sta scritto che in Italia per gli ex capi dello Stato, presidenti della Repubblica, sia previsto il titolo di "presidente emerito"? Scalfari o Ciampi non hanno titolo per diventare "emeriti" anche loro? Quanto al suggerimento alla polizia di spargere almeno "un po' di sangue", penso che fortunatamente per tutti noi la polizia sia migliore di chi elargisce simili consigli. So che molti, nella polizia, leggono e vedono in televisione Montalbano. Penso siano perfettamente in grado di capire quanto sono insidiosi e di pessimo gusto i consigli dei quali loro dovrebbero essere i destinatari».
 Tornando a questo benedetto linguaggio della politica italiana, a questi vocabolari ad usum delphini. Non sarebbe l'ora di metterli definitivamente all'indice?
 «Sono perfettamente d'accordo con lei: invece che metterli all'indice, mi limiterei a metterli in soffitta».
 Ennio Flaiano, in un suo racconto, immagina lo sbarco dei marziani a Roma. Che direbbe oggi Flaiano di questi marziani formato casalingo?
 «Non posso rispondere, perché se ricordassi il finale di Un marziano a Roma, sarei accusato di volgarità. La commedia, rappresentata da Vittorio Gassman, finiva con un sonoro pernacchio indirizzato al marziano mentre cammina per Via Veneto».
 Imputato Camilleri Andrea, lei è assolto, quanto meno - come si direbbe oggi - per insufficienza di prove.
 «Non sono d'accordo "Vostro Onore". Preferirei la assoluzione per prescrizione, che oggi va ancora più di moda

 LA TRASCRIZIONE Ecco la fedele trascrizione delle parole pronunciate da Andrea Camilleri durante l’assemblea degli studenti del Liceo Classico Mamiani, a Roma giovedì 6 novembre.

 «La ministra Maria Stella Gelmini non è un essere umano, bisognerebbe farla esaminare da un qualche specialista di chimica od altro, per capirne la composizione. Non è un essere umano perché è una replicante di Silvio Berlusconi, come tanti altri ministri di questo governo, che è il primo governo marziano della storia d'Italia. Vengono da un altro mondo. Con loro non si può dialogare».

 Dunque non è non-umana la ministra Gelmini. È alieno tutto il governo, lei compresa. Insiste Camilleri: «Silvio Berlusconi si è creato un suo vocabolario personale, nel quale le parole sono intercambiabili e assumono significati diversi, a seconda delle circostanze. Non è il nostro. Gianfranco Fini , faccio solo un esempio, adopera il nostro stesso vocabolario, anche se ci va a cercare parole diverse che io non cerco. Ultimamente ci è andato a cercare la parola Resistenza che non aveva trovato nel vocabolario berlusconiano, e questo è un gran bene».






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