CATANIA, LA MACCHINA IN DOPPIA FILA E L'INCROCIO DEI DESTINI
Data: Luned́, 10 novembre 2008 ore 08:58:25 CET
Argomento: Opinioni


Dunque io mi trovavo a Catania. Era sabato sera e stavo andando, dopo un delizioso spettacolo teatrale, a prendere la pizza con amici. Tutto normale, vero? Un sabato normale. Arrivo nei pressi della pizzeria e comincio a fare mille giri per trovare un posto. Tutto normale, vero? Ero a Catania, citta caotica per eccellenza, naturale che non trovassi posto, no? Poi però, miracolo dei miracoli, vedo un vuoto. Si trattava non di uno, ma di ben due posti. L’unico problema è che, pur essendo vuoti, una macchina in doppia fila, bel bella e tranquilla tranquilla posteggiata, creava una specie di corridoio. Poco male. Davanti a me si stava incuneando una prima macchina e io posteggio, con qualche difficoltà, vista la macchina in seconda fila, dietro.
Beh, tutto fatto. Strana questa macchina vagante, ma sicuramente sarà di qualcuno che sta per andare via. Io, i miei amici e gli occupanti dell’altra autovettura che aveva posteggiato, scendiamo, soddisfatti.
Stiamo per avviarci, quando da una finestrella lassù in alto, sentiamo una voce. Anzi una vociona. Alziamo lo sguardo e vediamo, meraviglia delle meraviglie, una donna di felliniana memoria, una sorta di matrona romana con folta chioma, che ci apostrofa: “Ehi, vuautri. Vaddati ca ‘dda machina non nesci. Arresta femma tutta ‘a notti.”
Ci guardiamo stupiti. Ma chi è questa? Che vuole? Come la macchina non esce? E’ al centro della strada posteggiata e non esce? Mentre ci lanciamo occhiate interdette, la signora continua: “Mittitivi d’accordu, picchì non putiti nesciri mancu vuautri.”
E qua intervengo io, anche se confesso che mi veniva, pur nella tragicità della situazione, anche da ridere: “Signora, come la macchina non va via? E’ in doppia fila!” E la matrona, di rimando, pronta e con occhi ridenti: “Non nesci, non nesci, resta tutta a notti.” Dopo di che chiude la finestrella e si ritira nelle sue stanze.
Io e gli altri, i proprietari dell’altra autovettura, ci guardiamo allibiti. La nostra serata, i nostri destini, di colpo, si uniscono. Dove vanno loro, andiamo noi. Perché per uscire dal posteggio, c’è bisogno della nostra presenza. Visto che davanti c’è una macchina che è ferma lì per sempre, bel bella parcheggiata in doppia fila.
Così abbiamo fatto amicizia, noi e loro. E mangiato la pizza in due tavoli vicini, senza mai perderci di vista. A Catania le conoscenze si fanno anche così, per una prepotenza serale, in una tiepida serata di un sabato di novembre…

SILVANA LA PORTA








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