A Roma gli studenti mettono le mutande ai bancomat
Data: Venerd́, 07 novembre 2008 ore 20:59:57 CET
Argomento: Rassegna stampa



Oggi molti studenti sono tornati in piazza: tre i cortei nella Capitale, manifestazioni in tutta Italia, a volte di piccoli gruppi, per una sorta di prova generale dello sciopero nazionale di venerdì prossimo. L'onda degli studenti universitari e medi torna, dunque, in piazza. Appuntamento finale a piazza Venezia. «Non c'é futuro per un'Italia che schiaccia i suoi cervelli», segnala lo striscione calato su via San Martino della Battaglia dai ricercatori dell'Istituto di scienze della cognizione del Cnr, «dove il 50% del personale è precario», raccontano i lavoratori, che sono scesi in strada al passaggio del corteo degli universitari. Gianluca Baldassarre, ricercatore, in testa ha un cervello di plastica schiacciato da una sagoma dell'Italia, distribuisce volantini che chiedono «più investimenti, il rilancio della ricerca e assunzioni basate sul merito».

«Ieri abbiamo registrato una parziale marcia indietro del governo- commenta Giorgio Sestili, del collettivo di fisica - ma, appunto, parziale. Lo sblocco parziale del turn over vale solo per le università virtuose, ma in Italia la maggior parte degli atenei ha i conti in rosso, anche la Sapienza. Quindi il nostro futuro resta bloccato. Il problema vero é individuare ed eliminare gli sprechi di tutto il sistema universitario e ricominciare ad investire».

Sfilano in camice gli studenti di medicina. «Il governo - sottolineano Lorenzo ed Ermelinda, 21 anni, media del 28 ed esami regolari - ci prende in giro. È vero che ci sono le borse di studio per i meritevoli e noi, modestamente, lo siamo. Ma la possibilità di assumere nuovi ricercatori vale solo per pochi atenei virtuosi che sono, in genere, le piccole università con pochi iscritti. Questo per noi é un danno sia come studenti di oggi che come ricercatori di domani».

da Il sole 24 ore







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